KULT Underground

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Insolita Musica

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Questo che segue è il primo di una serie di articoli divulgativi che è mio piacere proporvi sugli strumenti musicali e sulle musiche più insolite nel mondo. Ogni articolo sarà suddiviso in tre parti:  una concernente uno strumento musicale, l’altra un disco particolare e infine un musicista che vi consiglio. Comincio dunque con il raccontarvi qualcosa del Suikinkutsu, di un cd della Thai Elephant Orchestra (suonato da veri elefanti thailandesi) e di Adriano Zanni (in arte Punck) e del suo bellissimo Aural Diary, un diario sonoro dei suoi viaggi per l’Italia e per il mondo. Vi Anticipo il seguito: nel secondo articolo a venire vi proporrò i suoni registrati dal cosmo (indicandovi anche alcuni siti da cui scaricare i suoni catturati dai radioastromi e dalle sonde spaziali), la Boston Typewriter Orchestra, un’orchestra di sole macchine per scrivere, e tra gli strumenti le invenzioni geniali di un pioniere dell’elettronica, Raymond Scott e i suoi Clavivox, Circle Machine ed  Electronium. E poi ancora… Proprio il caso di dire, che non sarà la solta musica.

 

 

IL SUIKINKUTSU

 

In inglese viene variamente nominato: water-drips o water-zither cave o anche water chime o water harp cave o water harp stone. Suikinkutsu in giapponese vuol dire invece “koto d’acqua nella cava”. Il koto o  è il più importante strumento musicale della tradizione giapponese, un cordofono della famiglia della cetra. Consta di tredici corde che vengono variamente accordate e suonate in ginocchio, pizzicate direttamente con tre tsume (“unghie”), specie di corti plettri che vengono fissati alle dita. Il Suikinkutsu, noto anche come tosuimon, è una installazione sonora antelitteram, ed è sia un ornamento da giardino che, al contempo, uno strumento musicale e un bacino per lavarsi le mani durante la cerimonia del tè. Si tratta di una cavità scavata ad arte nella roccia dei giardini giapponesi. La cavità è costruita in modo che riceva acqua da un catino traboccante posto superiormente (il chozubachi),. L’acqua, gocciolando nella cavità sottostante, produce un suono risonante che ricorda quello di una campana o, appunto, di un koto. Su un fondo di ghiaia della cavità, viene infatti sotterrata e cementata con la malta una giara di ceramica o una pentola di metallo. Su queste cadono le gocce d’acqua dal catino nel momento in cui si compiono abluzioni. Le gocce, colpendo la giara o la pentola, ma anche la superficie dell’acqua sottostante, suonano come rintocchi di campana e la cavità, modellata in un modo che garantisca una buona risonanza acustica, ne amplifica e riverbera il suono. Un tubo di drenaggio mantiene costante il livello dell’acqua caduto nella cavità, in modo che giara o pentola non ne vangano completamente sommerse (il che ne invaliderebbe il suono).

Per questo motivo l’effetto acustico prodotto ha un suo nome specifico: suikinon. Il suikinon si differenzia in ryusuion (poche gocce d’acqua che cadono dal catino quando ci si lava le mani) e suitekion (il lento gocciolio residuo al termine dell’abluzione). Il gesto di lavarsi le mani equivale dunque al suonare lo strumento.

Il nome Suikinkutsu è accreditato a Kobori Enshu, famoso maestro cerimoniere del tè. All’epoca egli aveva un suikinkutsu nel proprio giardino, e fu per questo che gli venne attribuita l’invenzione. I primi Suikinkutsu risalgono al diciassettesimo secolo (periodo Edo 1603 – 1867) e, dopo un periodo di declino, lo strumento è riemerso nell’era Meniji (1867 – 1912). Dal 1982 è tornato alla ribalta grazie a un articolo dell’Asahi Simbun nel quale si invitavano i lettori a fornire informazioni riguardo al Suikinkutsu. Fu l’inizio di una riscoperta e da allora è in voga un vero e proprio revival di questa tradizione, che ha portato anche alla creazione di molti nuovi suikinkutsu e sue moderne varianti, tra cui esemplari che suonano continuativamente e autonomamente con un sistema di tubi da cui l’acqua gocciola artificialmente. In Giappone sono oggi abbastanza diffusi i modelli in metallo per ambienti chiusi, destinati soprattutto a ristoranti, negozi, uffici, sale d’attesa. Il suono limpido, cristallino, distensivo e pacificante di questi modelli commerciali è spesso elettrificato e amplificato da altoparlanti.

Famosi suikinkutsu sono quelli del castello di Iwasaki a Nisshin, dell’università di Kyoto e quello del campus del Takasaki Art Center College a Takasaki.

 

Da questo sito potrete scaricare due registrazioni di Suikinkutsu:

http://www.eikando.or.jp/English/keidaizu_e.htm

Da questi siti potrete invece avere un’idea del suikinkutsu utilizzato in registrazioni discografiche di vario genere.

Artista: Shozan Tanabe

http://www.mejiro-japan.com/html/header_menu/lesson&semi/wagakki/shakuhachi/player/e_sound_tanabe.htm

Artista: Cappablack (Album: Façades & Skeletons)

http://www.juno.co.uk/products/244379-01.htm

Questo è un disco interamente suonato dal Suikinkutsu (TSUIKINKUTSU : A Japanese Underground Water Zither – Etichetta Voxlox)

http://www.voxlox.net/releases

Per chi voglia saperne di più, la musicologa Naoko Tanaka è la ricercatrice più esperta nell’ambito dei suikinkutsu.

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