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Educare all’altruismo – Michele De Beni

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programma operativo per la scuola di base

 

 

In un epoca di globalizzazione, dove spesso sembra prevalere il profitto e il consumo e dove la competizione sembra la regola fondamentale da trasmettere, il libro di De Beni si presenta come un tentativo di impostare qualcosa di nuovo.

La domanda provocatoria è se sia possibile pensare per i nostri ragazzi percorsi didattici basati sull’educazione al rispetto della diversità, alla cooperazione, al dono, senza cadere nel sentimentalismo e su contenuti astratti.

Penso che la risposta che questo libro offre sia positiva, sia dal punto di vista teorico, inserendo cioè l’educazione all’altruismo come un elemento importante dello sviluppo della persona, intesa all’interno di un quadro antropologico serio, sia dal punto di vista pratico, per l’estrema organicità e ricchezza di come viene presentato il materiale proposto.

Il libro ha come sfondo teorico, presentato nella prima parte del libro, l’educazione pro-sociale, ovvero un itinerario educativo che porti progressivamente il ragazzo a uscire da sé per scoprire la ricchezza dell’incontro con l’altro.

In questo senso, l’obiettivo educativo non è quello di creare un’identità statica e forte, che si erga a metro di giudizio su tutto e su tutti, quanto piuttosto costruire l’identità personale a partire dall’incontro con il diverso da me. Solo a partire dall’incontro con l’altro, pensiamo al rapporto importantissimo del bambino con la madre nei primi mesi di vita, posso costruire la mia identità.

L’educazione all’altruismo, intesa come capacità di uscire da sé, di entrare in empatia con i bisogni dell’altro e di agire per il solo bene dell’altro, non è un elemento sentimentalista o astratto dell’educazione, ma può diventare un percorso di crescita importantissimo per il ragazzo che sta costruendo la propria identità.

Il materiale proposto ha lo scopo di individuare un programma per questo tipo di educazione, che sia scientificamente fondato a partire dall’importanza di questo tipo di educazione per molti autori americani e che sia spendibile a livello operativo nelle nostre scuole con ragazzi di un’età variabile dai 7 ai 15 anni.

Il libro è frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori, che fa capo all’associazione dei maestri cattolici, supervisionati dallo stesso autore. Esso nasce, quindi, dall’esperienza didattica e, in effetti, tutto il materiale proposto, nella seconda parte del libro, si presenta come fruibile per la preparazione di unità didattiche da usare in classe con i ragazzi.

L’educazione all’altruismo si sviluppa in tre grandi aree:

1.           Identità personale e sensibilità sociale: in questa area si individuano tutti quegli atteggiamenti che sono la premessa indispensabile su cui costruire percorsi di educazione pro-sociale. Fra questi ricordiamo: disposizione di apertura, disposizione non aggressiva, decentramento, consapevolezza emotiva, autonomia di giudizio, negoziazione dei conflitti, assertività, valorizzazione, responsabilità.

2.           Interpretazione del contesto: in questa area si analizzano le capacità di lettura del contesto in cui si vive, cogliendo le necessità e i bisogni delle persone coinvolte e superando pregiudizi e regole implicite che il contesto porta dentro di sé.

3.           Risposta: si individuano strategie di intervento che pongano l’aiuto per l’altro come elemento centrale delle decisioni e delle azioni. In questa parte si illustrano comportamenti e atteggiamenti concreti, che sottolineano come il fine dell’educazione all’altruismo è proprio l’azione che si fa carico di una situazione di bisogno.

Ogni area è formata da tante unità didattiche, presentate attraverso schede ricche di suggerimenti, esperienze stimolo, proposte per la riflessione, indicazioni per attività pratiche, racconti e disegni. Le schede, che sono accompagnate sempre da una presentazione generale rivolta all’insegnante, sono sicuramente la parte più accattivante del libro e sono veramente ben curate.

La terza e ultima parte cerca di proporre alcuni ulteriori approfondimenti che vanno dalla presentazione di altri percorsi di educazione cognitiva, affettiva e morale, presenti nella trattazione scientifica degli ultimi anni (molto interessante è quella di Kohlberg), alla proposta di letture e film per video-forum (con tanto di schede da usarsi proprio al termine della visione del film per il dibattito con i ragazzi).
In generale, quindi, il lavoro del gruppo di ricercatori, coordinato da De Beni, si presenta come completo e molto interessante: fra l’altro tutto il materiale può essere utilizzato anche per percorsi sull’educazione all’integrazione, all’apprendimento cooperativo, all’educazione all’affettività e alla convivenza civile, visto il grande numero di schede proposte.

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