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Cattive – Maria Vittoria Giannotti

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Cento anni di cronaca nera al femminile in Italia
Editoriale Olimpia – pag. 240 – euro 16,50

Maria Vittoria Giannotti, giornalista di cronaca nera fiorentina per l’Ansa e per Metropoli Day compila un repertorio pregevole e accurato di donne criminali italiane del Novecento. Spiccano i nomi di Maria Oggioni Tiepolo, Maria Dolfi, Leonar­da Cianciulli, Rina Fort, Pia Bellentani, Doretta Graneris, Franca Bauso, Grazia Fichera, Rosalia Quartararo, Milena Quaglini, Gigliola Guerinoni, Maria Luigia Redoli e la contemporanea Erika De Nardo. I racconti sono scritti in presa diretta con stile piacevole e chiaro, l’autrice non esagera con particolari minuziosi e ricostruzioni storiche, ma fornisce al lettore la cronaca dell’evento, il fatto giornalistico senza cedere mai a tentazioni romanzesche. Le storie narrate sono molto efferate e le protagoniste vengono spesso sorprese dai loro stessi delitti che non sempre hanno una spiegazione razionale. La donna killer uccide con motivazioni diverse dall’uomo e soprattutto attira maggiormente l’attenzione del pubblico che si sorprende quando un delitto è compiuto da mani femminili. Le donne di questo libro sono vittime e carnefici, uccidono tra le mura familiari e spesso trovano protezione all’interno dello stesso nucleo parentale. Le storie narrate parlano di violenza, incomprensione, infanzie violate, genitori che non comprendono, sogni infranti, amori forti e frustrazioni. La provincia ha un ruolo negativo nella tipologia dei delitti femminili, così come riveste interesse nei crimini in famiglia. La maggior parte degli episodi criminali incomprensibili avvengono lontani dai grandi centri abitati, perché nella nostra realtà spesso la vita di provincia produce frustrazione, senso di inadeguatezza e difficoltà a superare le aspirazioni tradite. Nel volume troviamo anche molti delitti commessi per calcolo, interesse, ricatto, voglia di protagonismo e di evasione, giochi perversi e satanismo. La donna uccide spesso con il veleno e con il coltello, raramente usa la pistola, ancora più difficilmente l’arma bianca e le mani nude. L’autrice affronta con delicatezza una serie di storie terribili, ricostruisce i fatti secondo le cronache d’epoca, non dà giudizi di merito, ma si limita a presentare ventisette figure di cattive prese dalla nostra storia criminale. Un buon libro, documentato, scrupoloso nelle ricostruzioni storiche e piacevole come lettura. Piacerà agli amanti delle storie del brivido, della cronaca nera e della criminologia.

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