KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

La Capoeira: l’arte dello Sport

6 min read

La definizione dello sport brasiliano chiamato Capoeira è quanto mai difficile. La stessa accezione di sport dovrebbe essere amplificata e modellata per descrivere al meglio questa attività. Si può iniziare con il dire che la Capoeira è una lotta a suon di musica, un ballo che utilizza tecniche proprie delle arti marziali. E’ una pratica che si sviluppa tra gli schiavi africani deportati in Brasile durante la colonizzazione portoghese. Nasce quindi come mezzo per gli schiavi di allenarsi a combattere per raggiungere l’agognata libertà dissimulando, agli occhi dei loro sfruttatori, la lotta con la danza.

La Capoeira è arte marziale perché durante i combattimenti si utilizzano diversi tipi di calci noti alle arti marziali, la Capoeira non è arte marziale in quanto non ha un codice di regole precise, non usa quasi mai le mani né i pugni, non è uno sport violento dato che i colpi raramente vengono assestati. Essendo una danza, la Capoeira viene praticata solo ed esclusivamente se c’è la musica. La sua espressione massima è la roda che letteralmente significa ruota e che indica sia il luogo dove avviene la sessione di Capoeira che la sessione stessa. I capoeristi si riuniscono formando un cerchio con il loro corpi all’interno del quale due di loro giocano a turno. Perché la Capoeira è un jogo (gioco) che inizia quando la musica del Berimbau( strumento di origini africane composto da un bastone di legno che si chiama beriba che tiene in tensione un filo di metallo e alla cui estremità è legata una zucca aperta da un lato che funge da cassa armonica)comincia a vibrare nell’aria. Si canta e si battono le mani mentre si guardano i due compagni nella loro esibizione. Tra i due partecipanti c’è una conversazione corporea molto forte, dopo una prima fase di studio dell’altro cominciano le mosse di attacco e contrattacco, movimenti connessi tra loro dal passo di danza base della Capoeira, la ginga( letteralmente dondolamento). Gli attacchi sono più sottointesi che reali, i giocatori, come al tempo gli schiavi africani avevano le mani legate, usano molto le gambe, il piede che si allunga in un calcio non tocca quasi mai l’avversario. Ci si sfiora in un gioco continuo e fluido di improvvisazione in cui ogni giocatore cerca di rendere impossibile il movimento dell’altro, di anticiparne le azioni controllando lo spazio a disposizione, evitando i colpi, piegandosi e scivolando all’interno o in basso, contrattaccando con astuzia e prontezza, distraendo l’avversario senza mai opporgli la propria forza fisica. Ne nasce una danza fluida, dai movimenti eleganti e calibrati in cui la malandragem ovvero la scaltrezza, la capacità di ingannare attraverso trucchi e finte l’avversario, la malizia scherzosa del gioco(sono ammesse smorfie con il viso e con gli occhi) dominano sulla necessità di volersi imporre sull’altro. I colpi della Capoeira sono oltre 1200 con tante acrobazie a testa in giù. Fondamentale è tenersi in equilibrio su mani e piedi. I colpi basici sono l’Au ovvero la ruota, il martelo ovvero un calcio con la gamba piegata che si allunga in alto, l’armada ovvero la gamba tesa che rotea in aria mentre il capoerista gira su se stesso con il corpo, la queinxada ovvero la gamba tesa che si alza mentre il capoerista è fermo, ci sono colpi disorientanti come la “rasteira” che è una forma di sgambetto con il corpo piegato verso il basso, raso terra e colpi più diretti come la cabecada ovvero un colpo con la testa. Tutti questi colpi non mirano a distruggere l’opponente né a danneggiarlo, la Capoeira non è uno sport competitivo, si sfida l’avversario per spingere all’estremo la propria abilità e resistenza fisica nell’intento di sfidare se stessi per migliorare le proprie capacità. La roda è un cerchio che lascia fuori il mondo. Un rito magico che dà un senso di appartenenza ad un gruppo in cui regna l’inventiva, il rispetto e il divertimento.

La musica è la protagonista di questo incanto, regolatrice di ogni movimento del capoeirista. Il ritmo circola nel sangue, se è veloce si praticherà la Capoeira Regional ovvero si manterrà una posizione medio-alta con il corpo e si sarà più aggressivi e precisi. Con movimenti rapidi sia in attacco che in difesa si utilizzeranno molto i calci propri delle arti marziali. Non mancheranno acrobazie spettacolari. Se il ritmo del Berimbau sarà più lento si praticherà la Capoeira Angola ovvero si manterrà una posizione medio- bassa del corpo e imitando i movimenti di tutti gli animali( movimento sinuoso del serpente, salti della scimmia, spostamento della testa della zebra, precisione del gatto) si mescolerà il gioco scherzoso e la teatralità alla velocità inaspettata dell’attacco.

La Capoeira è un esercizio sportivo molto impegnativo e faticoso che sviluppa l’agilità, l’equilibrio, la velocità dei riflessi. I movimenti acrobatici migliorano la flessibilità del corpo e rafforzano la muscolatura.

“La Capoeira non si teorizza, si vive” afferma Mestre Paulinho, la Capoeira ti fa entrare in contatto con la parte più profonda di te, conferisce maggiore consapevolezza del corpo, soprattutto degli arti inferiori e dei piedi riportandoti alla terra, alla natura, alla semplicità che è la base della nostra esistenza e che non riusciamo più a percepire presi come siamo dalla frenesia della vita moderna, bloccati nel nostro eccessivo e sterile mentalismo. Ti trasporta in una dimensione pura, atavica, in cui si entra in empatia con l’altro, si socializza, ci si conosce, ci si confronta, ci si relaziona.

Quando sei nella roda, le emozioni riescono a sbloccarsi insieme ai movimenti morbidi del corpo, la mente è sgombra, i pensieri fluttuano altrove, sei naturalmente in grado di comunicare con l’altro perché siete tutti uguali, sullo stesso piano. Tutti insieme a te e tu insieme a tutti. L’impegno, la volontà e la fatica di questo sport vengono ripagate con una conoscenza completa delle proprie capacità e dei propri limiti. Nessuna paura o freno, il Berimbau suona e si riesce ad esprimersi al meglio, trasportati dal ritmo, dalla naturalezza dei movimenti che assecondano la musica, immersi in uno stato mistico dove la percezione delle cose è più acuta ed intensa. Nella Capoeira non ci sono vincitori né vinti, si combatte per superare se stessi, non per superare l’altro, in una continua tensione verso il miglioramento, l’evoluzione. La Capoeira celebra la libertà come concetto assoluto, in quanto espressione completa di se stessi senza danneggiare gli altri, è ribellione verso i soprusi, è inno alla vita, alla gioia che ogni cosa ha dentro di sé.

La Capoeira è uno sport che diventa arte. Il capoeirista inventa di volta in volta, improvvisa senza mai seguire schemi prefissati, dialoga con l’altro giocatore ogni volta in modo diverso e nuovo. Il capoeirista ha la fantasia limpida di un bambino, impara a divertirsi, a giocare e nello stesso tempo apprende l’autocontrollo, la disciplina, la sapienza, il rispetto e l’onestà.

Il capoeirista lascia sbrigliata la propria creatività per raggiungere una sensibilità accesa che si traduce in conoscenza di sé e del mondo.

Entrate nella roda, anche solo una volta, per provare, seguite la vostra curiosità, spogliatevi di ogni paura e imbarazzo e sarete accolti con una sincera stretta di mano. Ballate combattendo al ritmo del Berimbau e vivrete un’esperienza che non dimenticherete. Assicurato.

” LA CAPOEIRA E’ UNA LOTTA RITMICA, UN’ARTE CON L’ANIMA DI UN BAMBINO E L’ESPERIENZA DI UN ANZIANO”

MESTRE PAULINHO

Berimbau
chiama
le terre lontane
di libertà ambita
i colpi vibranti
i miei muscoli
rapidi
di movimenti
fluidi,
slittano
i pensieri
nello sguardo tuo
è concentrato il mio,
le mie mosse
a legar le tue
striscio in basso
mi sfiora il volto
il tuo piede
che taglia l’aria
le ginocchia piegate
a molleggiar
la ripresa
elastica
verso di te
che sorridi,
l’incanto magico
del nostro cerchio
solo noi qui dentro
il mondo oltre
nessuno lo ricorda,
battiti intorno
di mani,
elettrico
il corpo
più veloce il ritmo
la roda batte nelle vene
il nostro unico cuore,
miei fratelli.


L’immagine iniziale è (tratta da Wikipedia) Capoeira di Johann Moritz Rugendas, 1835

Commenta