KULT Underground

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Disorder. Unknow Pleasures – Gianfranco Franchi

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“NON OMNIS MORIAR”[1]

 

Guido: un altero alter ego di Gianfranco: un dolce e fiero spirito riottoso e pesto[2].

Guido: nomen carico di suggestioni letterarie, prima fra tutte l’incipit di un noto sonetto – una sorta di manifesto letterario, di liceali memorie – che suonava: Guido, ‘i vorrei che tu, Lapo ed io/fossimo presi per incantamento…

Tre uomini in barca, se rammentate, a fondar Stilnovo, questione della lingua, morfogenesi della concezione del femminino.

Qui gli uomini diventano quattro, non vanno in barca, ed ecco pure l’eco dell’epos barocco-dumasiano; ma il biunivoco: uno per tutti; tutti per uno qui diventa urlo. E disorder (non désordre; disorder!):

Siamo quel che è – e che pure non doveva. Amateci (pag. 79)

E la Donna Angelicata diviene la donna, ogni donna, che vuole essere vissuta e goduta e fraintesa (pag. 107).

 

E ancora: la serva Italia/di dolore ostello è, otto secolate dopo o giù di lì, coerentemente con se medesima, una nazione che non capisce più un cazzo; cannibalizza sentimenti e sensazioni e speranze, s’è fatta totem del mercato e delle imprese (pagg. 108-109).

E non è ancora donna di province. In compenso, è diventata peggio che il bordello dell’invettiva dantesca finora citata: nell’hodie (oramai presente storico nonostante l’attuale cambio di coalizione governativa) ha Un presidente imprenditore, e milanese. Ma che orrore, perdio! Siete pazzi e stupidi (pag. 109)

Un presidente imprenditore epigono,  made in Milanello, del Grande Fratello (orwelliano, non il titolo dell’orrido reality che da poco meno di un decennio Costui ci propina dal suo tempio mediatico!).

Egli si sostenta, tra l’altro, del voto di quei vecchi orrendi che mi guardano male perché non mi vesto in giacca e cravatta o non mi taglio i capelli o fumo in ascensore; e/o di quella vecchia laida con la quinta elementare e la tessera di Forza Italia: tutto il giorno con la tv accesa, come i pazzi nei neo-manicomi post-Basaglia o i carcerati (pag. 30)

 

… And so, my friends: Inps, peste ti colga! (ibidem).

 

Insomma, in questo nuovo medioevo (altroché revivals folkloristici vari, disseminati per ogni italico dove: da Aosta a Taranto, per dirla con qualche zelante speaker teleggiornalistico) nulla è cambiato. Sempre Papato, Impero e Italia manducata, sforacchiata, sì da far concorrenza ai buchi dello/degli emmenthal svizzerolandese, da innumerevoli templi. Quelli bavaresi, poi, e quelli polacchi non ne parliamo (pag. 67).

Templi inondandi, sicut delenda [semper est] Carthago, tutti d’acqua e di laghi; estranei alla memoria (ibidem).

 

Guido/Gianfranco chiude il cerchio della propria invettiva esistenziale, a tratti doverosamente nihilista, e lo fa – non paia un controsenso – creando.

Giacché Mi chiedo infine a che serva inventare universi, se chi li andrà a popolare non sarà un creatore (pag. 94).

E Guido può ancora essere un creatore solo se molla Gianfranco… col sedere nei pomodori, perché, a differenza del suo creatore, pensa che “Da qui in avanti è tutto un rettilineo. […] Niente più curve” (pag. 113), e […] che il traffico ha senso e che scrivere non è peccato: soltanto, è un vizio che t’ammazza (pag. 115)

 

Così, saluta tutti senz’inchino e sen va via sgommando:

Sono nebbie discorsive, e io non richiedo alla mia immaginazione, d’altronde, né premura, né concretezza[3].

 

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.

Gianfranco Franchi (Trieste, 1978), romanziere e poeta. Cives romanus, anzi monteverdino (Vecchio, ma la specificazione toponomastica va sottintesa: il quartiere di villa Pamphili, villa Sciarra e il Gianicolo È Monteverde. Monteverde Nuovo si sviluppa dalle sue propaggini ex borgatare, allora immortalate da Pasolini) da sempre.

La sua biobibliografia completa e doviziosa la trovate all’interno di questa prima prosa ora libro di carta e getti d’inchiostro[4].

 

Gianfranco Franchi “Disorder. Unknown pleasures”, Edizioni Il Foglio, Piombino, 2006.

 

Prefazione di: Paolo Mascheri



[1] Pag. 115. Traduco liberamente per chi non mastica né latino né latinorum: Non morirò del tutto. O completamente: fate vobis…

[2] Dall’introduzione di Gianfranco al romanzo d’esordio di Marco Busetta, “Diario dalla stanza bianca e vuota”, Edizioni Non Deperibili, Firenze, 2006

[3] Ibidem, pag. 11; prologo

[4] Dalla citata introduzione alla citata opera

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