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Memorie di un Nano Gnostico – David Madsen

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ITALOFILIA ANGLOSASSONE

 

L’ortodossia tende a diffidare della capacità umana di discriminare e perciò insiste nel farlo per noi.[…] Sappiamo quali rischi, e persino quali atrocità, possa produrre l’accettazione passiva dell’autorità religiosa[1]

 

Che bene fa, trovare un inglese che ambienta il proprio scritto in Italia, l’intrigante, tortuosa, cattivissima Italia rinascimentale!

Questo romanzo storico, attualizzato nella lingua e nella descrizione di certe pratiche, sessuali e non, nonché di misure e prodezze di organi genitali di certuni sommi artisti, è stato vergato da un teologo e filosofo inglese (come spiega la bandella di terza di copertina dell’esterofila editrice Meridiano Zero), che ovviamente scrive sotto pseudonimo.

 

Un taglio minimalista di basso profilo, forse giustificato da ambientazione e caratterizzazione dei personaggi, costituisce la cifra stilistica delle memorie autobiografiche di Giuseppe Amadonelli, soprannominato “il nano gnostico”.

Un certo autocompiacimento didascalico, tra il motteggiare boccaccesco ed il purismo quasi moraleggiante proprio di colui che è stato edotto nello studio di un sistema filosofico rigorista fino al fanatismo, è rinvenibile altresì nell’impianto narrativo, massime nella descrizione da parte dell’io narrante, delle pratiche orgiastiche e dissolutezze varie della corte, pontificia soprattutto.

 

La parte più interessante di un’opera dalla resa stilistica altalenante, è la descrizione delle pratiche iniziatiche (soprattutto del rito del “secondo battesimo”, l’apolutrosis[2]) degli adepti di un’antica (oramai retrocessa a)  setta cristiana: gli gnostici. Setta all’epoca delle mémoires di Peppe, perseguitata dagli ultraortodossi domenicani con uno zelo parossista e paranoide finanche superiore a quello adoperato dai suddetti scherani per porre in essere l’altro loro efferato crimine contro l’umanità: la caccia alle streghe.

“Contaminazioni” sessuomani e sessuofobiche insieme, degli antichi insegnamenti, rendono le pratiche di questi sopravvissuti adepti consono allo “spirito dei tempi” della narrazzione. L’apice del romanzo viene raggiunto proprio nelle pagine che descrivono l’iniziazione del gruppo e l’irruzione degli inquisitori.

 

Chi fossero stati gli gnostici in genere, valentiniani nella specie, e come fossero usciti sconfitti dalle lotte intestine alle fazioni cristiane ai loro albori (l’epoca delle persecuzioni), è materia benissimo trattata da una studiosa americana, Elaine Pagels, nel suo “Il Vangelo segreto di Tommaso”.

La lettura di questo saggio costituisce, a parere della recensora, un indispensabile strumento conoscitivo per meglio comprendere le ragioni di fondo del duello (che è poi il vero leitmotiv del romanzo di Madsen) tra il maestro gnostico Andrea De’ Collini ed il fanatico frate domenicano Tomaso Della Croce, e dei suoi cruenti esiti.

Ambedue i contendenti resi folli dalla stessa follia: il fanatismo religioso, che anima in egual misura persecutori e perseguitati. Persecutori che – giova ricordarlo – secoli di istituzionalizzazioni e privilegi hanno reso del tutto immemori di quando i perseguitati furono loro, salvo che nell’atteggiamento paranoide con cui appunto perseguitano gli “eretici” di tutte le risme: quella che si dice la circolarità del male…!

 

 

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.

David Madsen, come c’informa la bandella in terza di copertina dell’edizione esaminata, è lo pseudonimo di un teologo e filosofo inglese con un particolare interesse per il Rinascimento (italiano, presumo, dato che i redattori non hanno la bontà di spiegarcelo). Nato a Londra, l’autore apprendiamo aver vissuto e studiato a Roma, soprattutto i grandi maestri di questa corrente del cristianesimo che finì coll’essere bollata col marchio dell’eresia: gli gnostici appunto (Valentino su tutti).

 

David Madsen “Memorie di un nano gnostico”, Meridiano Zero, Padova, 2005.

 

Titolo originale: Memoirs of a Gnostic Dwarf; prima edizione:  Dedalus, UK, 1995.

 

Traduttori dell’edizione italiana: Lorenzo Borgotallo e Filippo Patarino. Lodevole come sempre la collocazione di nomi e brevi note di chi traduce sotto la nota biobibliografica dell’autore. Ci si augura che altre case editrici seguano in questo l’esempio di Meridiano Zero.


[1] Da: Elaine Pagels, “Il Vangelo segreto di Tommaso”, edizioni Mondolibri s.p.a., Milano, 2006 su licenza di Arnoldo Mondadori s.p.a., Milano, 2005. Pag. 153

[2] questo battesimo di grado più elevato – come spiega Elaine Pagels – mirava ad insegnare agli iniziati sia ad imparare a vedere Dio come Padre, Madre, sorgente di tutto l’essere […] sia a non più considerarsi servi di Dio, né tanto meno suoi schiavi, ma […] a vedersi figli di Dio. Il termine apolutrosis significa appunto «redenzione» o «liberazione» ed allude al processo giudiziario attraverso cui lo schiavo acquistava la libertà. Elaine Pagels, op. cit. Pag. 115

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