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Intervista a Giuseppe Pastore

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Ciao Giuseppe1 e complimenti per il tuo posizionamento in questa settima edizione del concorso per letteratura minimale, indetto dalla nostra rivista. Il tuo nome è piuttosto noto (grazie alle tante recenti pubblicazioni – e al piazzamento al Premio Lovecraft) – ma anche per te vale la solita domanda: cosa puoi dire di te ai lettori, per raccontare chi è Giuseppe Pastore e cosa fa nella vita?

Grazie per i complimenti, Marco, e per il generoso “nome noto”! Iniziamo subito con le domande difficili, eh? 😉 Mah, riguardo a “chi è” Giuseppe Pastore, direi che è un tipo allegramente folle che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, e anche quando è vuoto dice che è pieno, d’aria, semmai, ma pieno. Cosa faccio nella vita, invece, è un po’ più un punto interrogativo: sono prossimo a una laurea in Ingegneria Elettronica, dopo il traguardo vedremo quali strade mi si
profileranno dinanzi. Per ora, non ci penso più di tanto…
 
Come e quando sei venuto a conoscenza della nuova edizione del concorso? Cosa ti ha spinto a partecipare?
 
Avevo già partecipato all’edizione precedente, con meno fortuna, e appena è saltato fuori il nuovo bando i miei neuroni-scrittori (ho le partizioni nel cervello) si sono attivati e hanno cominciato a sferragliare per mettere insieme un’idea decente. In realtà hanno partorito solo i due strani “Agenti informazionali” protagonisti del racconto, poi questi hanno preso in mano la situazione e si sono costruiti da soli una storia su misura. Li devo ringraziare per avermi
evitato parte del lavoro, a me è toccato solo sedermi davanti al pc e digitare quello che dicevano loro: ho fatto il dattilografo, più che altro.
 
Cosa hai pensato del nuovo tema proposto? Visto il buon andamento di ReWritten – per la seconda volta abbiamo deciso di fare due categorie distinte (con due classifiche separate) tra Horror e SciFi/Fantasy e abbiamo cercato di scegliere qualcosa di ampio respiro che costituisse però ugualmente una sfida. Ma il tema era comunque in qualche modo “vincolante”. Ah – come mai, tenendo conto del tuo spaziare in entrambe le categorie, abbiamo un tuo racconto sul podio – nella sezione SciFi – e non, ad esempio, horror?
 
Il tema “Segreti”, almeno per me, è stato molto stimolante. Dava grosse possibilità di spaziare e assecondare il proprio estro creativo, lasciando libero ciascuno di percorrere le strade a lui più congeniali, ma fissava un nucleo attorno cui imperniare il racconto che mi piaceva particolarmente. Quando l’ho visto mi sono “esaltato”, per così dire. Riguardo alla divisione tra
le classifiche, invece, a mio parere è una buona idea: penso che sia un ottimo modo per permettere ai concorrenti di “giocare ad armi pari”, evitando così che le preferenze personali di un giurato per un genere o l’altro possano pesare sul piazzamento finale. Riguardo alla mia presenza nella sezione SciFi e non horror, è andata così, forse nella prossima edizione succede il contrario… 😉
 
Come è nato Agenzia informazionale? il tipo di fantascienza in cui ti sei cimentato è particolare – come particolare è lo stile e il ritmo, che hai voluto dare al testo…
 
Come ho detto prima, sono nati i due personaggi di Pindar Sim e del suo strano aiutante un po’ fuori di testa. In particolare il secondo mi stuzzicava molto: una spalla stravagante, piuttosto ispirata al Groucho di Dylan Dog, da calare in una storia accanto a un protagonista adeguato che lo sopportasse e ne esaltasse il lato strambo. Quando Pindar Sim mi si è mostrato, loro due più la traccia hanno fatto il resto. Con due tipi simili il racconto non poteva che essere ironico e leggero, ma questo rispecchia abbastanza il mio essere, e farli parlare e muovere mi è venuto naturale, altroché. Non escludo che possano tornare anche in futuro in altre storie… 😉
 
Il tuo testo ha avuto un successo molto ampio (credo sia l’unico testo in gara a non avere avuto nessun voto sotto il 6) e questo “nonostante” la tua scelta di non tentare un tema scifi più classico. Avevi valutato la cosa e deciso che una cosa più “originale” poteva avere più gradimento – durante la stesura – avevi tentato un “azzardo” o non avevi proprio tenuto conto dell’effetto giuria?
 
Semplicemente, direi, ho scritto. E’ venuto fuori quel racconto, mi sono detto che a me piaceva e l’ho mandato in concorso. Alla giuria e alla classifica non ci ho pensato per niente, mi ero divertito a finire l’avventura dei miei nuovi amici ed ero già contento così. Ovviamente, poi, il buon riscontro da parte dei giurati mi ha fatto molto piacere: significa che poi, oltre alla simpatia, sono riuscito pure a mettere le parole una dietro l’altra in modo decente. Non sempre (mi) succede 😉
 
Se ne hai avuta, quanta difficoltà ti ha dato il limite di 8192 caratteri? E’ stato più complicato quello o trovare un’idea che stesse nei binari imposti dal concorso?
 
La lunghezza prestabilita mi ha fatto penare abbastanza: sono partito da 9800 battute, e sono arrivato nei limiti imposti tagliuzzando e limando su tutto: a un certo punto sono arrivato a sostituire termini di 7 lettere con sinonimi di 5 per risparmiare 2 caratteri! Ti dirò, è stata dura, ma è stato anche un utile esercizio.
 
Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro?
 
Tra quelli finiti nell’ebook, conosco – e chi non lo conosce, aggiungo 😉 – il mitico Giovanni Buzi, che ringrazio per essere stato uno dei primi, in tempi non sospetti, a incoraggiarmi a scrivere; ci siamo incontrati lo scorso maggio a Torino per la premiazione del Lovecraft ed è una persona fenomenale. Giuseppe Agnoletti, Adriano Marchetti, Luigi Brasili e Alessandro Nicolo’ frequentano gli stessi forum che bazzico io – chi più chi meno; non ricordo poi chi degli amici
“virtuali” abbia partecipato senza molta fortuna: di sicuro Luisella Bacchiocchi e Massimo Guetti che l’anno scorso spopolarono nella sezione SF: è un po’ che non ci si legge in giro da qualche parte, ma le email esistono anche per questo 🙂
 
Hai dato una scorsa alle altre opere e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo? Hai letto qualcosa anche dell’altra sezione (quella dedicata all’horror)?
 
Ho letto l’ebook, soprattutto la sezione horror 😉 Il racconto vincitore, “La congrega” della misteriosa Edera, non mi è dispiaciuto, la tematica dei vampiri non è facile da trattare e qualche buono spunto lei ha saputo trovarlo: per curiosità poi sono andato a spulciare nel suo blog; uno che avrei visto bene un po’ più in alto è quello di Adriano Marchetti, “Caro nipote”, l’ho preferito a qualcuno di quelli che lo precedevano.
 
Domanda: tu cosa leggi normalmente? quali sono gli autori che ti piacciono di più – citando magari sia qualche autore “classico” sia qualche autore “contemporaneo”. Tu segui il panorama letterario italiano – magari fuori dal circuito della grande distribuzione? Compri e leggi autori di genere non (ancora) famosi? Se sì, quali e di che case editrici?
 
Anche se a qualcuno sembrerà strano, leggo poco horror e quasi per niente fantascienza. Leggo invece molti thriller, in tutte le salse, dal serial al legal, al medical, poi noir e gialli moderni. Tra i miei autori preferiti Micheal Connelly e Dennis Lehane per i contemporanei, per i “classici” direi Bloch, Rex Stout e Mickey Spillane. Il mercato dei meno noti lo tengo d’occhio, anche se la mia condizione di studente squattrinato e il mio ritmo di lettura mi obbligano spesso a puntare su edizioni supereconomiche a grande tiratura e distribuzione (oltre che su remainder, bancarelle e mercatini dell’usato…). Capita comunque, mediamente ogni 5-6 settimane, che acquisti libri di case editrici di medie o piccole dimensioni: raccolte di racconti di genere (come quelle, molto belle, di Giovanni Buzi o Elvezio Sciallis, o l’antologia di autori vari “Sedotti dal buio”, in uscita per la Ferrara edizioni con racconti selezionati da Latelanera.com) o i noir della collana Marsilio Black, che seguo con molto interesse, o volumi della Alacràn. Ho un paio di titoli spuntati anche nel catalogo della Dario Flaccovio… verrà pure il loro turno, tra un po’ 🙂
 
Cosa ne pensi del metodo di votazione che abbiamo usato – e del fatto che i giurati diano un giudizio “a parole” per ognuno dei testi in gara?
 
Il meccanismo di voto mi pare molto ben costruito: da buon quasi-ingegnere sono amante dei numeri e il modo in cui si stila la classifica non può che piacermi 😉 Sono anche contento del fatto ci sia accanto al freddo dato numerico un giudizio più articolato, non tanto per la soddisfazione che può dare un elogio quanto per l’utilità di possibili critiche: sono convinto che per tutti sia sempre importante cercare di migliorarsi, e le bacchettate sono uno degli sproni più veloci e diretti che si possano ricevere. A me, credo, hanno fatto bene.
 
Cosa ne pensi dei giudizi dei giurati e del loro “stile” assolutamente variegato? E cosa ne pensi del fatto che essi abbiano ricevuto tutti i racconti insieme e SENZA nessuna indicazione sugli autori?
 
Che ci sia varietà di gusto nei giurati è normale, e ognuno guarda più a certe cose che ad altre. C’erano lettori, scrittori, editori, un ventaglio abbastanza ampio di tutte le figure che hanno a che fare con la scrittura, pertanto ogni giudizio ha un significato diverso, anche se la stessa importanza, a mio modo di vedere. Sul far leggere tutti i racconti a tutti i giurati e senza indicazioni sull’autore, è una soluzione che mi vede totalmente favorevole e che spero venga adottatta anche in futuro: a volte, anche al limite inconsciamente, conoscere l’autore di un racconto può portare a valutazioni influenzate da fattori che vanno oltre il valore reale dell’opera; avere un racconto senza sapere di chi sia previene ogni possibile rischio in tal senso.
 
C’è qualche commento sul tuo racconto che ti è piaciuto particolarmente?
 
“Siamo sicuri che questo autore sia un esordiente?” Questo mi ha fatto piacere, riuscire a sembrare uno scrittore “smaliziato” vuol dire che forse qualcosa inizio a padroneggiarla. Forse.
 
E ce n’è uno che invece ti ha messo in difficoltà?
 
“Buona prosa, ma plot inconsistente.” Sicuramente nel racconto non c’è una gran trama, e il punto di forza non voleva essere quello, ma “inconsistente” mi è parso forse un po’ troppo.
 
Anche per questa edizione abbiamo avuto un numero di partecipanti che ci ha soddisfatto (quasi troppi – per il lavoro dei giurati) – ma il numero di testi in gara non possono essere considerati comunque “tanti” tenendo conto delle medie di altre iniziative del genere. Hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione della prossima edizione del nostro concorso? O su un tema diverso da affrontare sempre nel limite delle 8192 battute?
 
Credo che le cifre raggiunte, considerando il limite di battute e l’esistenza di una traccia, anche se piuttosto lasca, siano di tutto rispetto. Sinceramente, non saprei che consigliare: l’unico modo certo per invogliare più gente a partecipare è dare mille euro al vincitore… dite che si può fare? Io partecipo di sicuro! 😛
 
Hai critiche per come abbiamo proposto la cosa – o per l’organizzazione? al di là dei ritardi di questa intervista 🙂
 
Zero critiche e molti complimenti, invece, per la chiarezza e la trasparenza nella comunicazione dei risultati, e anche per la celerità nello smistamento dei premi! 😉
 
Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora?
 
Non ho particolari preferenze, basta che non sia qualcosa tipo “lui ama lei che ama l’altro”. Per il resto va bene quasi tutto!
 
Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground/KULT Virtual Press?
 
Parlo da aspirante scrittore: l’editoria elettronica è un ottimo vettore per farsi conoscere a migliaia di lettori, soprattutto se fatta con cura dei particolari e in maniera seria e competente come avviene su KVP. Una delle cose in cui credo riguardo agli ebook è che sono un fortissimo mezzo di promozione, se si ha del buon materiale da proporre: forse delle X persone che ti avranno letto gratis in formato elettronico qualcuna poi ti comprerà un libro se arriverai a una pubblicazione cartacea (sempre se non le avrai schifate tutte talmente tanto che tenteranno di linciare te e l’editore che ti pubblicherà)…
 
Hai un sito web (culturale, di intrattenimento) o collabori a siti web che si occupano di arte, letteratura o cultura?
 
Sono responsabile della Sezione Serial Killer de LaTelaNera (http://www.latelanera.com/serialkiller). Ormai è qualche tempo che me ne occupo e sono contento di quanto stiamo facendo. La tematica, è innegabile, è di quelle che “tirano”, ma il riscontro del pubblico per quanto facciamo è piuttosto positivo e invoglia a fare ancora di più e meglio: speriamo di riuscire a realizzare i progetti che ci sono in cantiere… Diciamo poi che ho pure una sottospecie di sito (più che altro qualche pagina) personale, se qualcuno è curioso (e non ha di meglio da fare) basta cercarmi su Google e lo si trova subito – a suo rischio e pericolo, che sia chiaro!
 
Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e speriamo di rivederti anche il prossimo anno.
 
Grazie a te e Kult Virtual Press e Kult Underground, è stato un onore e un piacere. Vedrò se mi riesce di guadagnarmi un’altra intervista dopo la prossima edizione 😉
1 Giuseppe Pastore, autore del racconto Agenzia Informazionale, classificatosi PRIMO nella sezione FANTASCIENZA del concorso Unveiled – 8KO-

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