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Una tragedia dimenticata: lo spot Cesvi per il Nord Uganda

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Lo sappiamo cosa sta accadendo in un paese che forse non riusciamo neanche a collocare esattamente sulla carta geografica? (io non lo sapevo)
Sappiamo dell’emergenza in Nord Uganda? Vent’anni di guerra civile. Molti di noi non hanno mai avuto un solo sentore di questa tragedia,  quasi tutti i media se ne sono disinteressati completamente. Leggete qui
http://www.giovaniemissione.it/mondo/ugandasud.htm. Dal 1986 in questo paese lontano su cui nessun titolo di telegiornale ci informa, su cui nessun volantino ci richiama a indignarci, va avanti lo strazio di una popolazione, un conflitto che viola i diritti, che avvilisce, distrugge.  20.000 bambini rapiti, campi profughi dove la gente vive in condizioni disumane, qualcosa di estremamente grave, di doloroso, che semplicemente avviene. Anno dopo anno, nel silenzio, nell’indifferenza spezzata solo da poche voci, http://www.volontariperlosviluppo.it/uganda.htm, http://www.peacelink.it/~webgate/africa/msg03671.html.
Per questo non si può non segnalare lo spot del  Cesvi,
www.cesvi.org, “Diamo voce al Nord Uganda. Insieme.” Questo spot andrà in onda sulle reti Mediaste dall’8 al 14 maggio, è iniziato infatti ieri ma se l’avete perso potete rivederlo qui http://eventi.cesvi.org/spot_uganda/ e , per una volta, non lasciate che queste immagini scorrano mischiandosi a tante altre. Permettete che vi entrino dentro con il loro carico di dolore. Non proteggetevi. Attraverso le toccanti, dolenti e terribili fotografie in bianco e nero di Giovanni Diffidenti questo spot si propone di accendere l’attenzione sul dramma della guerra civile che si sta vivendo in questo paese, una guerra fratricida con un tragico bilancio di 100.000 morti e di oltre 1.500.000 sfollati, insieme alla miseria, alla fame, e a tutto quello che, se fino ad ora non potevamo immaginare, non sapevamo, non ci era stato raccontato non avendo il paese niente di quello che può scatenare la vorace attenzione occidentale, adesso possiamo vedere. Sapere. Lo spot tra l’altro è di grande impatto, con il sottofondo musicale tratto dalla colonna sonora tratta dal film “American Beauty” di Thomas Newman e queste tragiche immagini che scorrono implacabili a rammentarci la nostra inerzia. A farci presente quello che accade nel mondo, anche se non ci sono telecamere a fissarlo. Commentatori a narrarcelo da un punto di vista o da un altro. Andrà in onda solo per una settimana questo spot, come sempre accade quando si tratta di campagne di sensibilizzazione. Il Cesvi, però, da molto tempo considera quanto sta accadendo un’emergenza e sta intervenendo in vari modi. Attraverso loro qualcosa si può fare http://www.cesvi.org/?pagina=pagina_generica.php&id=393, e anche attraverso altre associazioni, come Medici Senza Frontiere http://www.msf.it/msfinforma/comunicati_stampa/23112005.shtml.
Meglio pensarci. lasciarsi scaraventare a terra nelle nostre confortevoli case senza pericolo. Nei nostri interni ordinati. Perché se riusciamo a connetterci e a fare qualcosa anche per chi ci appare tanto lontano in un remoto spazio- tempo che ci lascia alieni e muti, se riusciamo a fare anche una piccola cosa, un minimo gesti, una donazione, staremo meglio. Sentiremo rafforzata la nostra apertura, il nostro intimo legame con l’umanità tutta. Quell’interdipendenza carica di compassione che appartiene alle qualità del nostro cuore. Che va ritrovata grattando via distrazioni e diversivi, merci, bulimie di vario tipo, dolori che hanno indurito. Perché a certe cose come queste
http://www.educazionesviluppo.org/stampa/emergenza-uganda.htm nessuno può evitare di rispondere o almeno di “sentire”.

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