KULT Underground

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Intervista con S.A.D.O.

9 min read
Società Anonima Decostruzionismi Organici
 
MUSICHE PER SIGNORINE DA MARITO
Cura uditiva per la narcolessia in forma Sentenziale
 
Febbraio 2019
Banskville Records – Pkmp Comunication Ltd. London
Prodotto da Paolo Baltaro
 
Prosegue l’intento sperimentale della storica formazione dei S.A.D.O. (Società Anonima Decostruzionismi Organici) capitanata da Paolo Baltaro. Il gruppo, nato come spin off degli Arcansiel, da sempre si distingue per l’intento di esplorare nuovi percorsi, al di fuori di qualsiasi logica commerciale. “Musiche per signorine da marito” è un lavoro molto complesso.
Questi sono i suoi tratti salienti: innanzitutto, la durata totale della tracklist è inferiore a otto minuti, nonostante sia composta da ben nove brani. Oggi l’ascoltatore non è più abituato all’ascolto completo di un album perché i tempi stretti dell’era di Internet non lo consentono più. Per questo motivo si è pensato di condensare in sette minuti e cinquanta secondi un intero album, composto di brani completi e complessi (nonostante la breve singola durata) nell’intento di mantenere intatto il “senso” di un labum tradizionale. In secondo luogo, il disco si caratterizza per il fatto di ripetere due volte la tracklist a vantaggio di una doppia versione bilingue, in italiano e in inglese (già i S.A.D.O. lo fecero per la realizzazione dell’album Weather Underground). In terzo luogo, i brani stessi: qui si sostiene, a esclusivo uso artistico, di rappresentare un audiofarmaco rivolto alla cura della narcolessia, realizzato in forma Sentenziale *. Tale forma si avvale di un modello semantico a tre stadi: Brano – Verità – Sentenza. L’ascoltatore, che gioca il ruolo di paziente, è sottoposto a ripetizioni frequenti di una serie di tracce composte da tre movimenti. Il primo movimento è un breve BRANO di ambientazione. Il secondo è l’enunciazione di una qualunque ovvietà popolare lapalissiana (Verità), con il solo scopo di conquistare fiducia dell’ascoltatore. Infine, il terzo e ultimo movimento detto “SENTENZA”, rappresenta il messaggio che dovrebbe indurre l’ascoltatore a fare (o non fare) una determinata cosa che, nel caso di questo disco, consiste nel resistere agli stimoli del sonno narcolettico.
 
Brani interamente composti da Paolo Baltaro, all’indomani della sua recente pubblicazione con i Pillheads dell’album live omonimo (Musea Records). Formazione: Paolo Baltaro (tutti gli strumenti e voce) e, come di consueto, Andrea Beccaro alla batteria e Sandro Marinoni al flauto e sassofono.
 
* La forma SENTENZIALE (detta anche “forma coercitiva a tre stadi”) fu creata nel 1990 in occasione della pubblicazione della prima opera sperimentale terapeutica uditiva per la cura dell’obesitd, denominata “Anoressia – Cura dietetico-coercitiva in forma sentenziale” da Paolo Baltaro e Diego Marzi a cui seguì “Sconfiggiamo la paura di volare”, eseguito dal vivo per la prima volta alla Spaziomusica di Pavia nel 2011 dal gruppo free jazz S.A.D.O. con la complicità del noto critico e scrittore Guido Michelone.
 
 
Tracklist
1. Signorine da marito alla guida di un veicolo veloce
2. I can’t stand it anymore
3. L’inno della nuova Giudea e Nanni Svampa
4. People melting boring ladies
5. L’individuo instabile
6. La fioriera
7. Baleno
8. Simona e l’amore (parte 1)
9. Simona e l’amore (parte 2)
 
Seguono versioni in inglese
 
Breve biografia
 
La band nasce come progetto collaterale degli Arcansiel (Paolo Baltaro, Gianni Opezzo, Diego Marzi e Sandro Marinoni) con l’intenzione di produrre materiale sperimentale. Nel 2007 registrano Holzwege (Ams-Btf records) con la partecipazione di Boris Savoldelli alla voce e realizzano una decostruzione sonora in sette movimenti basata sulle sette proposizioni del “Tractatus Logico-Philosophicus” di Ludwig Wittgenstein per una serie di concerti curati dall’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro con l’aggiunta di Luigi Ranghino al pianoforte e di Andrea Beccaro alla batteria. L’attività è proseguita con la pubblicazione del disco dal vivo “Imprescindibile Momento di Cultura Italiana” (Ams-Btf). Vincitori della dodicesima edizione dell’Omaggio a Demetrio Stratos e il Premio Darwin musiche italiane non convenzionali nel 2008. Nel 2011 si aggiudicano il Prog Award come miglior produzione con l’album Weather Underground. Il loro brano CHAOS part 1  è stato scelto come colonna sonora del film “Ciao Dott. Charcot” di Anita Pantin, presentato nel 2011 al Latino Videoart Festival of New York.
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Intanto va forse detto che avete battuto un record di “long playing” di più breve durata su supporto, ma continuano a detenere il primato di album più breve su internet i torinesi Powerillusi con “Canzoni Mignon”, 14 tracce in tre minuti e 33 secondi. Una provocazione precisa, la vostra, al tempo della cosiddetta musica liquida e del fare zapping su internet o nei lettori mp3?
 
S.A.D.O.
Per essere onesto fino in fondo, no. Il disco non è stato fatto così breve consapevolmente. Dopo, e solo dopo, gli abbiamo dato un senso per la comunicazione, dicendo che oggi l’ascoltatore non è più abituato a sentire un disco di quaranta minuti per intero… Cosa del tutto vera e, se vuoi, provocatoria. Ma onestamente, quando lo abbiamo registrato, la durata di 8 minuti scarsi è risultata tale solo perché così il disco doveva durare, una lunghezza superiore sarebbe stata del tutto inopportuna.
 
Davide
Due parole sul titolo: come dev’essere una musica per signorine da marito?  E perché le signorine da marito? Oppure ancora: perché le signorine da marito dovevano o devono avere una musica loro dedicata?
 
S.A.D.O.
Il titolo deve essere valutato per intero, compreso il sottotitolo: Musiche Per Signorine da Marito: Cura Uditiva Della Narcolessia in Forma Sentenziale.  La parte importante è paradossalmente il sottotitolo (Cura Uditiva Della Narcolessia in Forma Sentenziale) dove si fa riferimento alla grammatica dell’opera (Sentenziale, che pur definiamo “forma semantica a tre stadi”) e all’obiettivo che, in questo caso ci poniamo, seppur per puro gioco artistico: la cura della narcolessia con un audio-farmaco. La prima parte del titolo, invece, “Musiche per signorine da marito”, non vuol necessariamente dire che lo stereotipo delle “signorine da marito” rappresentato mediante la foto di copertina sia necessariamente associabile alla narcolessia. Si tratta più di un omaggio all’amico scomparso Roberto Freak Antoni, con il quale ebbi l’onore di collaborare in occasione della presentazione del suo libro “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti”. Ho preso a pretesto una citazione del suo libro, dove si domandava se la parola “Dalla” fosse più il nome di un cantautore bolognese o un consiglio per signorine da marito, appunto. Un piccolo tributo ad un grande pensatore del novecento.
 
Davide
Quali concetti e quali metodi guidano la vostra sperimentazione? Cosa significa per voi sperimentare? Cosa decostruire?
 
S.A.D.O.
Quando io, Diego Marzi e Sandro Marinoni fondammo i S.A.D.O., ci rifacemmo a modelli presi a prestito dal filosofo Jaques Derrida e alla sua visione del decostruzionismo. Smontare e rimontare delle cose, per rivederne l’unità intrinsecamente manifesta. Tutto questo con l’entusiasmo dato dalla libertà consapevole di non avere obiettivi né di vendita né di consenso. Un esperimento, in quanto tale, dovrebbe essere finalizzato esclusivamente a sperimentare. Per onestà. Non cercando noi denaro o consenso di massa, non sosteniamo alcun costo nel perseguire onestà di intenti e questo dovrebbe renderci credibili.
 
Davide
Hesse era fermamente convinto che l’artista non potesse in alcun modo cambiare la società, e che la politica potesse rovinare la prospettiva dell’artista, forse addirittura distruggendolo. Quale impatto sociale, promotore di quali riflessioni o cambiamenti, deve avere per voi l’arte, quindi la musica?
 
S.A.D.O.
Secondo me non esiste “la musica”. Esistono “le” musiche. Pertanto non mi sento di risponderti in generale. Però, con Hesse, vorrei discutere degli effetti che, ad esempio, ebbe la Summer of Love del 1967 (con gli AMM in primis, e, a ruota, Beatles e Pink Floyd) sulla società Britannica e poi globale, e vedere se mai cambierebbe idea. Era una persona intelligente, e le persone intelligenti sono generalmente propense a cambiare idea. Sosteneva anche che si doveva rimanere devoti alla propria arte e non farsi influenzare dalle ideologie, ma già l’atto stesso del “non farsi influenzare” rappresenta un approccio ad esse bello e buono, seppur repulsivo. E tutto ciò che si approccia a qualcos’altro, generalmente, interagisce e crea mutamenti. Tuttavia il progetto S.A.D.O. non ha obiettivi così ambiziosi. Il nostro obiettivo è quello di cambiare qualcosa in noi stessi. Se poi la cosa è condivisa, non può farmi altro che un gran piacere, ma non è lo scopo primario.
 
Davide
Scorrendo i titoli il più bizzarro penso sia “Inno alla Nuova Giudea e Nanni Svampa”… Ovvero?
 
S.A.D.O.
Cercherò di risponderti con l’aiuto del testo integrale. “Amore”, (tu, o mio prossimo…), “sui monti a guerreggiar” (ci rifacciamo a una forma che appartiene a canti ideologici del dopoguerra depurati del senso originario che, tuttavia, hanno un loro significato semantico forte nel concetto di lotta popolare), “contro il nemico invasore leghista” (il termine “leghista” è citato a caso, utilizzato perché il suono della parola “leghista” qui suonava bene. Poteva essere “comunista”, “nazista”, “filo-napoleonico”, “cattolico”, “islamico”, “terrapiattista”, “impero Romano-ista”, non è importante, sarebbe stato uguale: il concetto di base è quello di nominare un nemico qualunque della fazione ad esso opposta) “…E poi arriva Nanni Svampa…” (Nanni Svampa, celebre chansonnier della Scuola Milanese, qui citato esclusivamente perché è un personaggio comunemente ritenuto credibile, indipendentemente da un suo qualsiasi schieramento ideologico reale) “…Che fa l’inno della Nuova Giudea” (laddove si cita un’opera immaginaria di Svampa che, ovviamente, non ha mai fatto e mai avrebbe fatto, che si rifà, per via della parola “Giudea”, a elementi culturalmente sensibili al modus pensandi politically correct contemporaneo. Avremmo potuto dire “del nuovo stato islamico”, “del nuovo ordine cattolico mondiale”, “del nuovo stato globale post-capitalista” oppure “della dittatura dei Marziani post-invasione del 2056”, non sarebbe minimamente cambiato il significato.
 
Davide
I S.A.D.O. sono nati come progetto parallelo degli Arcansiel. Come Arcansiel, band di rock progressivo, se non sbaglio, avete prodotto quattro dischi tra il 1988 e il 2004 (l’ultimo “Swimming in the sand”?). C’è qualcosa in vista per gli Arcansiel o è ormai un progetto abbandonato?
 
S.A.D.O.
Nei S.A.D.O. l’elemento prog è presente come sono presenti elementi di altri generi musicali. Personalmente ho ripreso alcuni brani degli Arcansiel nel mio nuovo progetto, i Pillheads, con i quali ho appena pubblicato il disco live “Live Pillheads”. Abbiamo rifatto “Swimmer in the sand” e “Angel of March”. Gli Arcansiel come band al momento sono in stato dormiente perché Gianni Opezzo, vero leader della formazione, non ha mai il tempo di far cose nuove. Ma prima o poi, spero… chissà… un nuovo tour degli Arcansiel sarebbe fantastico. Scrivetegli, convincetelo!
 
Davide
L’acronimo S.A.D.O. si può anche leggere come l’abbreviazione di sadomasochismo o sadomaso. Perché questo richiamo o rimando?
 
S.A.D.O.
Per nulla! Cioè: Sono consapevole che il gioco di parole è ammiccante… ma no. Società Anonima Decostruzionismi Organici è un nome ad esclusivo tributo della scuola decostruzionista di Jaques Derrida.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
S.A.D.O.
Boh? Me lo chiedo anche io!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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