KULT Underground

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Intervista con Electric Circus

8 min read
New Model Label / Audioglobe / Believe Digital
2018 – Jazz, Funk, Etnico

 
“Canicola”, preceduto dalla pubblicazione del singolo “Kinnafunk”, è il terzo lavoro degli Electric Circus ed il primo in collaborazione con l’etichetta discografica New Model Label.
Nella fase creativa e di scrittura di quest’ultimo, la band ha operato con l’intento di enfatizzare l’omogeneità del sound, puntando maggiormente sugli arrangiamenti e gli aspetti corali. Il risultato sono 11 tracce strumentali, che scorrono fra groove funky, suoni jazz e contaminazioni che provengono dalla psichedelia e dalla world music.
Gli Electric Circus sono una band strumentale con influenze jazz e psichedeliche, che si lascia ispirare da generi come il funk, la world music e il blues. Si formano in Trentino alla fine del 2013 come trio e nel corso del tempo collaborano con numerosi musicisti, alcuni dei quali ora aggiunti in pianta stabile nella formazione. Nel 2014 pubblicano un primo EP “Evoluzione”, registrato al “MetroRec Studio” di Riva del Garda (TN).
L’autunno 2016 vede il gruppo impegnato in un viaggio negli USA, durante il quale suonano fra California, Arizona e Colorado e compongono e registrano un brano (Mike), presso il “Dust&Stone Recording Studio” di Tucson, Arizona.
All’inizio del 2017 la base della band si sposta a Torino ed in febbraio 2017 viene lanciata una campagna crowdfunding per finanziare il nuovo disco: il progetto si chiama “Un album, 7 forme diverse” e coinvolge 7 artisti (2 pittori, 2 fotografi, 2 poeti ed una designer) ognuno dei quali realizza un lavoro ispirato ad un brano in esso contenuto.
La campagna raggiunge il successo ed in aprile 2017 esce “24/7” , che contiene le 7 tracce del progetto più il singolo registrato negli USA, con tutti i risultati dell’esperimento artistico sfogliabili nel booklet.
È partita poi un’intensa attività live estiva, completamente autorganizzata, che ha portato la band a presentare il disco in più di venti location nel centro e nord Italia (degne di nota solo la partecipazione al festival Sarteano Jazz, all’ Urbino Plays Jazz e la condivisione del palco con gruppi importanti quali Jethro Tull e i GoGo Penguin).

Credits

MUSICIANS
Paolo Urbani – drums, percs
Paolo Pilati – el bass, el guitar, percs
Giuliano Buratti – sax, flute, keys, percs
Francesco Cretti – el guitar, ac guitar, el bass, bouzouki, percs
Gabriele Perrero – el guitar, el bass, ac guitar, keys, bouzouki, percs
Federico Bevacqua – percs

CREDITS
Composed by Electric Circus between Aug 2017 and Jul 2018.
Recorded and mixed by Marco Sirio Pivetti at MetroRec Studio (Riva d/G, TN, IT) in Aug 2018, except track 4 and 8 recorded in zYp’s space (Turin, TO, IT).
Mastered by Brad Smalling at Evergroove Studio (Evergreen, CO, USA) in Aug 2018.
Artwork by Gabriele Perrero.

 
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Terzo lavoro: come si rapporta “Canicola” rispetto ai due precedenti lavori, cosa riprende, cosa evolve?
 
Electric Circus
Ciao Davide. In rapporto ai precedenti lavori “Canicola” si pone certamente in discontinuità, sia nell’approccio compositivo sia nell’ideazione degli arrangiamenti. Per quanto riguarda l’aspetto della composizione siamo partiti con l’idea che ogni pezzo dovesse essere un ambiente sonoro a sé stante, privilegiando, in fase di arrangiamento, le suggestioni sonore piuttosto che le singole parti strumentali. Inoltre una differenza sostanziale è stata l’integrazione nel gruppo di due nuovi elementi, cosa che ci ha offerto la possibilità di avere più “teste” sul pezzo e quindi più visioni e opinioni sul brano/ambiente, oltre che più strumenti per sperimentare nuove soluzioni.
 
Davide
Scorriamo alcuni titoli: Bombay, Out of Africa, Malibu, Guajiba (che se non sbaglio è il nome degli amerindi di una certa regione amazonica venezuelana)… E poi certo, “Canicola”… E in copertina predomina il giallo. Dunque perché tutto questo “calore”?
 
Electric Circus
A questa risponderei punto per punto perché ogni titolo ha la sua storia. Bombay si chiama così perché al momento di dare un titolo al file della demo al nostro chitarrista sono caduti gli occhi su una bottiglia di Bombay Sapphire, un noto gin. Out of Africa, invece, è il nome con cui viene chiamato il fenomeno della progressiva migrazione degli ominidi dall’Africa verso gli altri continenti. Il titolo fa riferimento alla struttura tipicamente blues del brano, reinterpretata secondo una visione armonica del tutto estranea a tale contesto musicale che suggerisce un allontanamento dalle radici. Per quanto riguarda Malibu semplicemente il tema di flauto ci suggeriva una parola di tre sillabe con una “u” finale. Alcuni titoli di lavorazione sono stati: Caribù, Belzebù, Re Artù, Winnie Pooh, ecc. Senz’altro “Canicola” è figlio della calura in tutti i suoi aspetti, dalle prime demo registrate in un’afosa cantina, alle registrazioni definitive, svoltesi in agosto inoltrato, ma i titoli dei brani si collegano a questo concept solo per una serie di fortunate coincidenze.
 
Davide
Veniamo alle tracce dedicate a Kandinskij e, sembra agli Abba… E una Mr. P.U. che rimanderebbe a “Mr. Pu”, un vecchio film di Kon Ichikawa (Pu-San). Perché dunque questi omaggi o riferimenti? Ve ne sono altri?
 
Electric Circus
La traccia Kandinskij è stata scritta dal nostro Paolo, il quale lega ai quadri del pittore russo il suo primo approccio alla psichedelia. ABBA, invece, con il suo groove quasi marziale, ci richiamava l’immagine di un esercito di animali che avanza incessante. ABBA, infatti, è l’acronimo di Animal- Borne Bomb Attacks, termine che indica l’utilizzo di animali come vettori di sistemi esplosivi, una pratica barbara di cui si hanno notizie del suo utilizzo sin dai tempi della Guerra Civile Americana, quando le forze secessioniste usavano inviare dei muli caricati di barili pieni di polvere da sparo contro le linee nemiche. Mr P.U. è un omaggio al nostro amato batterista (Paolo Urbani), il quale durante la composizione del pezzo non era presente. Qui il riferimento, volendo trovare un riferimento, riguarda il brano di Coltrane Mr. P.C., che il celebre sassofonista dedicò al suo contrabbassista Paul Chambers.
 
Davide
C’è una traccia scherzosa (Troll Track) che sembra suonata con una cigar box guitar, un loop e una voce che mi hanno richiamato alla memoria l’uomo di Piltdown in Tubolar Bells di Mike Oldfield. Anche la presenza tra i titoli di qualcosa invece di nordico e “freddo”, il troll, appunto, ha la luce e il calore del sole protagonisti: è noto infatti che il troll, quando è colpito dalla luce del sole diventa di pietra, e dunque si muove solo di notte o nella foresta più fitta. Perché questo divertissement?
 
Electric Circus
Questo brano è stato registrato per puro caso in un momento di magica improvvisazione in sala prove. In verità non nasce per essere inserito nell’album ma, ascoltandolo in mezzo alle altre demo, ci sembrava un buon intermezzo per stemperare la serietà di alcuni brani. Si chiama Troll Track perché nel gergo del web “trollare” significa “prendere per il culo”. Cosa che il nostro brano fa egregiamente.
 
Davide
Dal 2017 la base della band è a Torino. Come mai questo trasferimento dal Trentino a Torino?
 
Electric Circus
Il trasferimento a Torino è stato dettato in parte dalle esigenze di studio di 2/3 dei trentini (il restante 1/3 è a Bologna) e in parte dall’acquisizione di tre torinesi nel gruppo. Diciamo che non è stata una mossa commerciale.
 
Davide
Perché avete privilegiato la musica strumentale senza fare uso della parola e del canto?
 
Electric Circus
Il gruppo nasce come band strumentale, ma spesso abbiamo collaborato in ambito live e studio con alcuni cantanti. Nel nostro approccio si cerca di non escludere alcuna possibilità interpretativa, semplicemente tendiamo a privilegiare una dimensione corale all’interno della quale ogni strumento è al servizio del brano. Per questo motivo, pur essendoci tra di noi alcuni cantanti, preferiamo lavorare d’insieme piuttosto che affidare ad uno strumento, in questo caso la voce, il ruolo di solista. Tuttavia, mai dire mai…
 
Davide
Quando e come nasce la musica degli Electric Circus, attraverso quali metodo o prassi (o anche non-metodo e non-prassi)?
 
Electric Circus
Hai centrato il punto: in fase compositiva parliamo proprio di “non-metodo” in quanto ogni brano ha la sua particolare storia. Si possono però individuare due macro blocchi, ovvero i brani scritti individualmente e quelli frutto di jam session infinite. Questi blocchi si possono ulteriormente scorporare in: brani scritti a metà e conclusi insieme; brani scritti per intero; jam session arrangiate individualmente; jam session arrangiante collettivamente e così via con tutte le combinazioni possibili e immaginabili.
 
Davide
Cosa cercate attraverso la musica? Quali funzioni individuali e sociali prioritarie consegnate alla vostra musica?
 
Electric Circus
La musica è la nostra guida. Attraverso la musica cerchiamo un confronto collettivo che spesso viene a mancare in questa società informatica che volge sempre più verso una concezione individualista e campanilista. Nella musica vediamo un libero spazio all’interno del quale è possibile esporre idee senza timore d’essere giudicati, confrontarsi e, soprattutto, stare insieme, parlarsi. Con la nostra musica cerchiamo di comunicare i nostri stati d’animo e quindi le sfaccettature delle emozioni. Ascoltando i brani di Canicola salta “all’orecchio” questa caratteristica. Suggeriamo di ascoltare Bombay e subito dopo ABBA per rendersi conto di questo.
 
Davide
Groove o swing? Cos’è per voi il linguaggio ritmico? Quale approccio?
 
Electric Circus
Groove, groove, groove. Senza dimenticare che un buon groove contiene in seno i germi dello  swing.
 
Davide
In che modo esplorate e incorporate le contaminazioni o influenze etniche, con quali fini?
 
Electric Circus
Siamo grandi appassionati di musica africana, cubana e latino-americana in generale. Si tratta di un modus quasi inconscio, un richiamo tipicamente mediterraneo all’esplorazione.
 
Davide
Il nome di almeno un artista o di una band in cima alla lista dei vostri preferiti e che vi mette tutti d’accordo?
 
Electric Circus
In Italia sicuramente Calibro 35 e Nu Guinea, all’estero i nostri preferiti sono gli Heliocentrics.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Electric Circus
Seguiranno concerti sparsi, un mini tour a fine aprile e senz’altro la  scrittura di nuovo materiale con l’obiettivo di portare sempre un po’ più avanti il livello di composizione ed esecuzione.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Electric Circus
Grazie a te, un circense saluto elettrico!

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