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Raúl Castro – Domenico Vecchioni

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Pag. 150 – Euro 12
Greco&Grecoeditori
 
Domenico Vecchioni è statoAmbasciatore d’Italia a Cuba ed è forse la persona più indicata per affrontareun lavoro che nessuno aveva mai tentato: delineare vita e personalitàdell’eminenza grigia di Fidel, il fratello Raúl, che dal 31 luglio 2006 ha preso in mano le redini dell’isola caraibica. Si parte dagli anni della formazione nellecampagne di Birán, dove crescono, insieme agli altri fratelli, come figli diÁngel Castro Argiz e della domestica Lina Ruz. A Cuba si è sempre vociferata lastoria di un altro padre per il fratello minore (il cubano di origine cineseFelipe Miraval), mettendo anche in evidenza le difficoltà a farsi accettarenelle scuole dei gesuiti perché schedati come figli di madre ignota. Ildivorzio riparatore da Maria Argota, il nuovo matrimonio con la serva e laregolarizzazione della prole saranno tardivi (1943), quando Raúl Modesto Castroha 12 anni, si è fatto notare come uno studente svogliato, poco dotato sianello sport che nello studio. Tutto il contrario di Fidel, verso il quale Raúl maturasin da piccolo un senso di venerazione quasi paterna, eleggendolo a mito emodello da seguire. Raúl ama assistere ai combattimenti di galli in una piccolaarena del villaggio, è introverso, irascibile e soffre di un grande complessodi inferiorità nei confronti del fratello. Il collegio dei gesuiti è così duroche la scarsa propensione allo studio di Raúl risalta ancora di più, avantaggio del più capace Fidel.
Domenico Vecchioni mette in evidenzail fatto che Raúl è sempre stato comunista, pure ai tempi in cui Fidelsimpatizzava per il Partito Ortodoxo del carismatico Eduardo Chibás (suicida indiretta radiofonica con un colpo di pistola), anche se non ha mai avuto laloquacità, la forza di persuasione, la memoria, la cultura storica e il magicointuito politico del fratello maggiore. Raúl è comunista sin dal 1951, permerito del fratello che gli fa leggere L’origine della famiglia diEngels, ma sceglie fin dai tempi della lotta politica all’università dell’Avanadi essere il braccio destro di Fidel. Il fratello si impegna come feroceoppositore di Batista, soprattutto dopo il rapido e incruento colpo di Statodel 1952, che cancella la moderna e democratica Costituzione del 1940. In ogni caso la Cuba di Batista presenta un’economia florida e un reddito medio di 341 dollaripro capite (al tempo in Italia erano 241), anche se – e questo scatenerà laribellione dei ceti medi – le differenze sociali sono elevate, la corruzione ela violenza (pure di Stato) ai massimi livelli.
Raúl vive tutta la vita all’ombradel fratello, nutre verso di lui un timore reverenziale condito diillimitata fiducia, viene modellato e manipolato. Studiamarxismo a Vienna, Cecoslovacchia, Ungheria, sbarca all’Avana ed è arrestatoper propaganda sovversiva, perché ha la valigia piena di libri anticapitalisti.Si iscrive al Partito Socialista Popolare e viene ammesso a far parte delMovimento Rivoluzionario fondato da Fidel. Il patto tra i fratelli è suggellatocon il primo fatto d’armi: la fallimentare impresa del Moncada, datata 26luglio 1953 – che darà il nome al Movimento – nella quale Raúl svolge un ruolomarginale. La conseguenza della sconfitta è la reclusione di entrambi nelcarcere dell’Isola dei Pini, una detenzione così blanda da permettere airivoluzionari di studiare marxismo in cella e di godere di un’amnistia dipacificazione nazionale per la festa della mamma. L’esilio in Messico serve apreparare lo sbarco del Granma e gli anni della Sierra Maestra, ma anche areclutare Che Guevara e a stringere rapporti con il sovietico Nikolai Leonov,uomo importante per il futuro della lotta armata.
Raúl diventa uno spietatorivoluzionario e comincia a farsi notare come freddo esecutore di condanne amorte per i traditori. Molti cominciano a chiamarlo Raúl il terribile,perché non si tira indietro di fronte alle missioni sporche e non ci pensa duevolte a eliminare un nemico. Vecchioni mette bene in evidenza la doppiezzadella natura di Raúl: affettuoso in famiglia ma spietato all’esterno,eterosessuale ma con sospetti di omosessualità, amico fidato ma pronto asacrificare l’amicizia se Fidel lo chiede, nemico giurato della borghesia e deisuoi agi ma non rinuncia alle comodità della nuova borghesia rivoluzionaria,innamorato della moglie Vilma ma sempre a caccia di avventure. La solacostante nella doppiezza di Raúl è l’obbedienza e l’ammirazione nei confrontidel fratello – icona, ma l’autore afferma che i due sono sempre stati complementaril’uno con l’altro, diversi ma non incompatibili, spesso resta il dubbio che lepresunte diversità ideologiche siano state solo un gioco politico. La tesidi Vecchioni è suggestiva: Fidel e Raúl vogliono solo il potere, non importa comeraggiungerlo, il primo si dichiara non comunista e raccoglie tutto il dissensodei democratici contro Batista, lasciando il ruolo del marxista ortodosso al secondoche lavora nell’ombra. Una volta raggiunto il potere cominciano le epurazionidei moderati: Camilo Cienfuegos, il volto romantico e più cubano dellarivoluzione, muore in un provvidenziale incidente aereo, Huber Matosviene condannato a vent’anni di galera, altri come Carlos Franqui sonocostretti all’esilio. La Rivoluzione divora i suoi figli come Saturno,ma le prime vittime non saranno le sole, perché finirà per sbranare ancheuomini di cultura come Heberto Padilla, Reinaldo Arenas e Cabrera Infante. Chinon è d’accordo con le idee di Fidel è un traditore, un disfattista, uncontrorivoluzionario che merita la condanna a morte, la prigione, la mortesociale e – nel migliore dei casi – l’esilio.
La sovietizzazione di Cuba vede Raúlin primo piano, perché è lui l’uomo di Mosca, da sempre affascinato dalladottrina marxista – leninista, così come sarà il personaggio chiave nella pericolosafaccenda dei missili concessi da Kruscev.
Raúl si guadagna l’appellativo di terribile,durante la guerra sporca contro i dissidenti rifugiati sull’Escambray, definitibanditi, controrivoluzionari e mercenari statunitensi grazie a un abile lavoro mediatico.Sarà un massacro di almeno tremila civili che avevano la sola colpa di noncredere alle idee di Fidel. Raúl è l’ideatore delle Umap, lager tropicali dovevengono rinchiusi omosessuali, santeros, preti, rockettari, antisocialidi varia natura, per essere rieducati con il lavoro alla morale socialista. Adessola figlia Mariela è stata capace di affermare che suo padre e Fidel nonsapevano niente di quel che succedeva là dentro perché erano troppo impegnati acostruire l’uomo nuovo socialista.
Raúl è la persona che più di tuttiha cercato di tenere unita la famiglia Castro e che ancora oggi si dà un granda fare per piazzare nei posti di potere figli e parenti. Il figlio Alejandroviene descritto come il possibile erede politico, ma anche la figlia Mariela èsempre più alla ribalta delle cronache per le sue posizioni moderne econtrocorrente a difesa del mondo gay. Tra l’altro è sposata in seconde nozzecon l’italiano Paolo Titolo, ex fotografo siciliano innamorato del mitorivoluzionario, ed è stata a un passo dal prendere la cittadinanza italiana.
Raúl è l’ideatore delle FAR (ForzeArmate Rivoluzionarie), è uno dei più accesi sostenitori della guerra di Angolae svolge sempre un ruolo da eminenza grigia di Fidel. I Servizi segreti e laSicurezza di Stato sono alle sue dipendenze, quindi è un grande conoscitore disegreti, un compilatore di dossier riservati su ogni personaggio importante, ilvero Grande Fratello di Cuba. Villa Marista è una sua creatura, un centro didetenzione molto duro, dove gli agenti lavorano con metodi spietati per farconfessare i prigionieri politici, ma anche le Brigate di risposta rapidae lo spionaggio internazionale sono sempre stati alle sue dipendenze.
Il caso Ochoa, dopo la guerra diAngola, porta ancora una volta Raúl alla ribalta, ma in senso negativo, perchéè l’accusatore principale di un uomo divenuto troppo popolare per potercoesistere con Fidel, anche perché è ritenuto vicino alle posizioni diGorbachov e crede in una perestroika cubana. Fidel e Raúl inventano asuo carico corruzioni, insubordinazioni, complotti, traffico di diamanti e didroga. Ochoa confessa tutto, dopo un processo stalinista, ma non ottiene incambio la vita, perché viene fucilato senza pietà.
Vecchioni afferma che Raúl è piùdisteso, meno aggressivo, sa delegare e spesso segue i consigli che richiede aisuoi subordinati. Per questo motivo i raulisti sono in aumento epreferiscono i suoi metodi ai sistemi usati da un impulsivo e decisionistaFidel. Raúl ha sempre fatto di tutto per farsi apprezzare dal fratello, che inrealtà lo stima, ma non lo dà troppo a vedere, minimizza il suo operato, anchese sa che è la sola persona di cui si può fidare. Tutte le altre, prima o poi,vengono epurate: Roberto Robaina, Carlos Lage, Perez Roque lo dimostrano. Nonsono i soli. Raúl è il principale responsabile di un altro atto di grandeintolleranza politica, un vero e proprio omicidio di quattro pilotidell’organizzazione Hermanos al rescate, che il 14 febbraio 1996 vengonoabbattuti mentre compiono un volo dimostrativo sui cieli dell’Avana.
Vecchioni scava nel complessorapporto psicologico tra i due fratelli. Fa notare che con il passare deglianni la presenza di Raúl nella sfera pubblica cresce e diventa più visibilenelle cerimonie ufficiali. Si innamora del modello economico cinese e credenella modernizzazione agricola, industriale, tecnico – scientifica e militare,che conceda spazi all’iniziativa privata, a cominciare dai contadini che devonopoter vendere i prodotti delle loro terre.
Raúl e Fidel non sembrano moltod’accordo su questo punto, perché il secondo teme che cambiando la formaeconomica di Cuba si sgretolerebbe anche la forma politica.
Raúl prende il potere nel 2006 ecomincia a parlare di attuare le sue riforme, annunciando il licenziamento di500.000 dipendenti pubblici che dovranno riconvertirsi come lavoratori privati.Non solo, teorizza di retribuzioni commisurate al merito e alla quantità dilavoro. Capitalismo selvaggio travestito da comunismo, ma il modello cinese nonpuò essere attuato in pieno, perché il Partito deve mantenere il monopolio e loStato deve avere la proprietà dei mezzi di produzione. Raúl, nonostante siacomunista e ateo, stringe accordi con la Chiesa e libera (per esiliarli inSpagna) diversi prigionieri politici, ammettendo per la prima volta -implicitamente – che non sono delinquenti comuni. Il suo approccio al potere èmeno burocratico e più autocritico, sembra ascoltare i reclami della gente epare disponibile a migliorare la situazione, almeno da un punto di vistaeconomico.
Torna la teoria propugnata daVecchioni. Secondo l’autore Fidel e Raúl non sono mai stati in disaccordo,ma si sono divisi i ruoli, da sempre, e pure adesso recitano il gioco delleparti per disorientare gli osservatori. Di fatto le aperture economiche,senza il minimo cambiamento politico, sarebbero condivise anche da Fidel, chesi è ritagliato un ruolo da padre della patria e da vecchio saggio che scrive Riflessionisul Granma e aspira – udite, udite! – al Nobel per la Pace. I veriproblemi di Cuba restano lettera morta, non se ne parla, oppure si accennanoper pura demagogia e subito dopo vengono ricacciati nel dimenticatoio.Riassumiamoli: poter viaggiare all’estero, spostarsi liberamente nel paese,comprare case e automobili, abolire l’assurdo sistema della doppia moneta,diritti umani e libertà civili, democratizzazione della vita pubblica,pluripartitismo. Il programma politico – economico di Raúl è gattopardesco: chetutto cambi perché niente cambi, cedendo solo sulle forti iniezioni dicapitalismo per salvare il potere. Cuba importa l’80% dei generi alimentari checonsuma, ha un debito estero di 20 miliardi di dollari ed è troppo sempliceincolpare di tutto l’embargo. Raúl pensa che il modello cinese potrebbefunzionare anche ai tropici e dopo aver militarizzato lo staff economicocomincia a dare il via a timide riforme, per il momento insufficienti, come leprime licenze per lavoratori privati, che vanno di pari passo alle alte tasse(fino al 40% dei redditi).
Il futuro di Cuba è critico, forsepeggiore del presente – ammonisce Vecchioni – perché è difficile vedere unuomo come Raúl nelle vesti del riformatore. La repressione politicacontinua a essere forte nei confronti dei dissidenti e la rivolta sociale potrebbeessere vicina, perché la situazione è diventata insostenibile. Una giovaneblogger come Yoani Sánchez ha aperto una crepa nell’informazione cubana -asservita al potere – perché la variabile Internet non era compresa tra ipossibili nemici. Raúl sta correndo ai ripari anche su questo fronte, ma l’etàgioca contro di lui. Non resta che attendere.

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