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Intervista con Mattia Caroli & I  Fiori Del Male

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La band d’ispirazione letteraria prende il nome dalla nota raccolta di poesie di Charles Baudelaire e fa dei poeti maledetti il proprio moto d’ispirazione, riportando tutta la magia della poesia in musica. Le sonorità sono vintage, tipiche degli anni ’70, rielaborate con gusto moderno e spirito innovativo.
 A febbraio 2015 pubblicano il primo EP “Every Giro Day”, il cui titolo proviene dallo slang inglese dove il “Giro Day” è il giorno in cui viene percepito l’assegno di disoccupazione. “Disoccupazione dell’arte e l’Arte della disoccupazione” è in fondo un po’ la filosofia con cui la band cerca di affrontare il proprio cammino artistico. Il video del fortunatissimo primo singolo “Saturday Morning” esce in anteprima sul sito del quotidiano nazionale Repubblica e riscuote un considerevole successo su YouTube aggiudicandosi inoltre il titolo di Best Music Video ai Paris Art & Movie Awards 2015 concorrendo contro quattro finalisti da tutto il mondo (Usa, Francia, Spagna). 
Il singolo “Poet on the Fly” viene presentato live sulle frequenze di Radio Rock, la storica emittente della capitale e il videoclip che accompagna il brano esce nuovamente in anteprima sul sito di Repubblica. Le quattro canzoni che compongono l’EP entrano nella rotazione fissa del palinsesto di Rai Isoradio
A Ottobre 2015 la band partecipa al MEI Unplugged come finalista della categoria acustica e nello stesso mese esce il video di “Hey Hey” realizzato dalla casa di produzione trentina Optifilms. Il 7 giugno 2016 esce Ain’t she the Queen?”, brano che anticipa l’uscita del nuovo progetto discografico.
Il loro primo album “Fall From Grace” esce il 21 ottobre 2016 per l’etichetta tedesca TimeZone Label ed è il risultato di una co-produzione con lo studio LRS Factory di Roma. “Blues Man” è il secondo singolo estratto, in uscita lo stesso giorno.
 
FALL FROM GRACE
 
1. Ballad of evil
2. Ain’t she the Queen?
3. The song of the highest Tower
4. Blues man
5. Last refuge
6. Sad dark shadow
7. In the summer
8. Running around
9. Saturday morning
10. A street at night
11. She seemed to be crying
12. Leave me alone
 

L’album si sviluppa attraverso 12 tracce che seguono coordinate stilistiche a cavallo tra il rock, l’indie, il blues (con il continuo utilizzo del Dobro) e il jazz. Inoltre la presenza di una sezione fiati ben amalgamata varca le frontiere della moderna sperimentazione musicale. Le canzoni raccontano l’inserimento dei giovani in una società sempre più fredda e sterile, la società degli uomini seriali che preclude e schernisce la creatività artistica. Spesso i protagonisti dell’album sono inetti che rifuggono il sistema e scappano dal suo conformismo rifugiandosi nell’arte e nei piaceri semplici. Fall From Grace rappresenta anche la perdita di certezze che si traduce in una lenta risalita. Tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nella risalita fatta spesso di mille difficoltà, d’incomprensioni e di riscoperte. Ed è soprattutto nell’amicizia che è possibile trovare la forza per farcela, quell’amicizia che da sempre contraddistingue i componenti della band, come nelle estati passate a suonare su qualche prato sognando i Pink Floyd, parlando di Dostoevskij e immaginando qualche epoca d’oro in cui avrebbero voluto tuffarsi.
MATTIA CAROLI  & I FIORI DEL MALE SONO:
Mattia Caroli (voce e chitarra)
Artista poliedrico con un passato da sportivo professionista è attore di teatro e cinema, pittore sperimentale e poeta. Nasce come cantautore e mette in musica le sue poesie.
 
Alessio Festuccia (tastiera)
Tecnico audio laureato in cinema, si occupa da sempre di pre e post produzione audio. Ha all’attivo diversi progetti elettronici (Mr Everett, A l e f e). È anche co-fondatore di una casa indipendente di video produzioni con base a Bologna.
 
Valerio Brucchietti (basso)
Da sempre musicista, oltre a ricoprire il ruolo di bassista sin dalla formazione embrionale della band è anche da tempo attivo nel settore dell’agricoltura alternativa
 
Niccolò Jacopo Cavoli (tromba)
Dopo aver vissuto in Inghilterra e Germania torna Italia e si unisce alla band. Studia tromba jazz al Conservatorio de L’Aquila.
 
Simone Fusiani (sax e cori)
Polistrumentista per vocazione partecipa a innumerevoli progetti musicali in veste di chitarrista e cantante, poi sassofonista. Con una notevole carriera sportiva alle spalle (campione nazionale under 18 di salto con l’asta) è ora studente di fisioterapia.
 
Nicolò Francesco Faraglia (chitarra elettrica)
Originariamente chitarrista black rock e funk, studia chitarra jazz al Conservatorio di Siena. Ha all’attivo un personale progetto di musica jazz.
 
Pierluigi Foschi (batteria)
Musicista professionista, studia prima al Percento Musica e poi al Conservatorio di Siena. Parallelamente al progetto Mattia Caroli e I Fiori del Male si esibisce come turnista in diverse cover band ufficiali di notorietà nazionale.
Davide
Ciao Mattia. Cosa vi affascina della nozione romantica di maledizione del poeta che, definita da De Vigny, abbraccia poeti come Cecco Angiolieri e François Villon su fino a Rimbaud, Verlaine, Baudelaire, Keats, Poe… e, insomma, il problema dei rapporti tra poeti, per lo meno alcuni di loro, e società?
 
Mattia
Rimbaud scriveva “Il s’agit d’arriver à l’inconnu par le dérèglement de tous les sens.”
Con gli occhi moderni possiamo dire che questo “inconnu” risieda nell’animo più intimo dell’uomo, il centro del sé, quello che gli alchimisti chiamavano, proiettandolo all’esterno, lapis philosophorum.
Archetipicamente quindi questo slancio è la realizzazione della propria volontà nel mondo.
Generalizzando, società ed istituzioni sono inevitabilmente un ostacolo in quanto espressione di un potere che mira al proprio mantenimento e alla propria supremazia e non accetta spiriti liberi che si auto-impongono le proprie regole.
Il fascino della figura del bohémien si inserisce proprio in questo contesto.
 
Davide
L’intro strumentale e medievaleggiante “Ballad of Evil” è abbastanza diverso dal resto del disco. Ha una sua ragione particolare nell’aprire il lavoro?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Il brano, interamente strumentale, apre l’album e viene composto per la colonna sonora del Riccardo III, ispirato dalle ballate medievali e dal castello di Rocca Sinibalda, dove lo spettacolo ha preso vita. La ballata vede protagonisti due grandi maestri: al sax, Marco Collazzoni, ai flauti e alle cornamuse Raffaello Simeoni.
Le atmosfere evocate fanno da sfondo e preannunciano il primo passo di quella Nekyia junghiana, quella discesa nei meandri del Sé.
 
Davide
Come nascono le successive 11 tracce e in generale un vostro pezzo? Qual è il momento in cui siete sicuri di aver raggiunto e definito, quindi anche arrangiato nel vostro miglior modo una canzone?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Le canzoni che compongono Fall From Grace nascono tutte per mano del nostro cantante e chitarrista Mattia Caroli che ha scritto le basi di chitarra e le strutture, successivamente arrangiate e perfezionate nelle prove con il gruppo.
Ci riteniamo soddisfatti quando ci convince il sound e la struttura generale del pezzo.
 
Davide
A proposito di Rimbaud, The song of the highest tower si riferisce alla sua Canzone della Torre più Alta con la sua giovinezza sconfitta e compianta?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Vieni, Vieni, tempo che ci tieni, diceva Arthur Rimbaud in un celebre verso di Una Stagione all’Inferno. Il brano nasce da questa nota poesia e attraversa sonorità che vanno dal blues al punk. È il brano della pazienza, per dimenticare i timori e le sofferenze della vita di quei ragazzi, che mal si inseriscono nella società moderna; alcuni di loro volano in cielo, e a chi decide di fermarsi, rimane una sete malsana che oscura le vene.
 
Davide
A quali gruppi, musicisti e sonorità vi ispirate maggiormente?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Molte sono le influenze musicali e gli artisti che hanno influenzato la nostra musica, possiamo citare ad esempio Nick Drake per quanto riguarda l’utilizzo della chitarra o Syd Barrett per la voce, senza dimenticare le sonorità indie dei The Libertines con Pete Doherty. Punti di riferimento inoltre sono senz’altro i Pink Floyd o i The Doors.
 
Davide
Perché avete scelto in particolare la chitarra resofonica o Dobro?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Il suono acustico e metallico della chitarra resofonica si prestava bene a descrivere quel sentimento di angoscia metropolitana, di fervore ed allo stesso tempo di calore e candore.
 
Davide
Ci sono degli ospiti da segnalare nel disco?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Si, abbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitare in studio due figure professionali della musica jazz e folkloristica: Marco Collazzoni al sax (Ballad of Evil – Ain’t She the Queen? – She Seemed to Be Crying) e Raffaello Simeoni ai flauti e cornamuse (Ballad of Evil – In the Summer).
Inoltre in Saturday Morning ricordiamo l’esecuzione al violino della nostra amica Viola Sofia Nisio.
 
Davide
In questo Paese è difficile per un musicista essere solo un musicista. Così diceva Manuel Agnelli prima che approdasse tra i giudici di X-Factor. Quali sono le premesse costitutive del vostro progetto e quali gli obiettivi?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
La premessa è l’amore per la musica e la voglia di poter esprimere attraverso essa quelle emozioni che sentiamo dentro di noi. Gli obbiettivi sono di proseguire questo cammino in modo professionale e sincero.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Mattia Caroli & I Fiori del Male
Presto ci rimetteremo al lavoro per organizzare il nostro prossimo tour europeo verso febbraio-marzo dell’anno che verrà!
 
Davide
Grazie e à suivre… 
 
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