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Intervista con Oderigi Lusi

10 min read
SUL SENTIERO DEGLI DEI
Melologo in otto quadri per voce recitante e gruppo da camera

Musica di Oderigi Lusi.
Testi di Luciano “Varnadi” Ceriello
Dipinti di Fernando Masi 

Quadri
 
·         Sul sentiero degli Dei … (di Terra)
·         Mare Nostrum … (di Mare)
·         Due fratelli … (dell’Uomo)
·         Ninfa del mare … (degli Dei)
·         Spasimo del mare
·         Canto di Mors
·         Preghiera di Nettuno
·         Reminiscenza
 
Pianista e compositore campano, ha da sempre affiancato agli studi classici, terminati con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino (M° Carlo Lapegna), l’interesse per gli altri generi e linguaggi musicali quali il Jazz e la World Music.  Presso il Conservatorio Cimarosa vince la prima edizione della borsa di studio “Premio Bruno Mazzotta” assegnata ogni anno dall’Associazione Musicale Internazionale “EUTERPE” al miglior diplomato in pianoforte di suddetta Istituzione e tiene il relativo concerto della premiazione (21 marzo 2003) presso l’Auditorium del Conservatorio di Avellino eseguendo brani di Liszt, Schumann e Brahms.
 
Nel 2004 ha pubblicato con i Malaavia il disco “Danze D’incenso”, prodotto da Maracash. Il lavoro è stato seguito da una tournèe che ha visto la band aprire concerti di gruppi storici quali PFM e YES (Voghera luglio 2004). Nel Luglio 2007 Ethnoworld pubblica il suo primo lavoro da solista “Notes From a Logbook”. Il disco, secondo il giornalista Donato Zoppo, “è un affresco sonoro lussureggiante ed esotico, spesso malinconico e crepuscolare, una finestra su culture e profumi del Mediterraneo” dove diversi linguaggi sonori (classico, jazz, world music) si mescolano tra loro.
 
Nell’Agosto 2007 partecipa in qualità di allievo effettivo ad un corso di perfezionamento per la Composizione di Musica per film presso l’Accademia Chigiana di Siena tenuto da Luis E. Bacalov. Come pianista ha partecipato, in qualità di corsista effettivo, a 2 corsi internazionali di interpretazione e perfezionamento musicale tenuti dal M° Carlo Lapegna rispettivamente a Fondi (LT) e San Martino Valle Caudina (AV). ​ Nel Maggio 2008 viene ammesso al Berklee College of Music di Boston dove ha sviluppato lo studio del jazz e dell’arrangiamento e in particolare della composizione di musica applicata alle immagini e al teatro. Durante gli stage si esibisce in occasione del “Fondi Music Festival III° edizione”, “Sperlonga Music Festival I° edizione” e “Concerti Itineranti” (Convento Francescano Santa Caterina D’Alessandria – S. M. Valle Caudina AV) mettendosi in mostra per l’esecuzione di brani di F. Liszt. Nel Gennaio 2012  ha vinto il concorso internazionale di composizione “Moderato Danzabile” dedicato alla composizione di musica per la danza con premiazione svoltasi presso l’Accademia Nazionale di Danza in Roma. Lusi e’ stato premiato dal Prof. Alberto Testa, il maggior critico a livello nazionale del settore. Nell’ Aprile 2014 vince la Silver Medal ai Global Music Awards negli Stati Uniti con l’overture sinfonica del Balletto in un Atto Unico “Il Nuvolo Innamorato”, da lui composto.
 
Tra le innumerevoli esperienze è da menzionare la performance pianistica durante l’installazione di arte contemporanea “Leon d’oro” di Jonathan Monk & Douglas Gordon presso la Fondazione Morra Greco di Napoli (20 Febbraio 2009) e la collaborazione con il coreografo Luc Bouy per la realizzazione della colonna sonora del balletto “Ne Me Quitte Pas” per la compagnia Dansepartout. Lusi ha fatto parte, in qualità di Maestro Sostituto durante l’allestimento e di prima tastiera (piano) in orchestra, della produzione italiana del Musical Disney “La Bella e la Bestia” per conto della multinazionale Stage Entertainment. Il musical ha registrato la cifra record (in Italia) di oltre 250,000 spettatori durante i due anni di repliche.
 
Tra 2014 e 2015 Lusi realizza due importanti opere: “Sul Sentiero degli Dei ”- Melologo per voce recitante e gruppo da camera, e la Sinfonia n. 1 op.3 “Abellana” per soli, coro e grande orchestra sinfonica, con Orchestra Filarmonica Campana (OFC) diretta da Giulio Marazia. Nella primavera del 2016 Baryton pubblica il suo secondo lavoro solista “Sul Sentiero degli Dei ”- Melologo in Otto quadri”, con versi di Varnadi.
 
 
Discografia – Pubblicazioni – Saggi e Lavori di interesse
 
· Serge Prokofieff e le opere per pianoforte.  Analisi stilistica e formale della Sonata op. 28 numero 3 (1998);
· “Il Nuvolo Innamorato” balletto in un unico atto (da una favola di Nazim Hikmet) (2013);
· Sinfonia n. 1 op.3 “Abellana” per soli, coro e grande orchestra sinfonica (2014-15);
· “Sul Sentiero degli Dei ”- Melologo per voce recitante e gruppo da camera (2014-15);
· “Presso il vecchio Castello di Avella” – Quattro visioni per piano solo (2015);
· “La stanza dei burattini” – Suite per piano solo (2016);
· Tre miniature per Pianoforte solo (Edizioni Glissato) (1993);
· Wolfgang A. Mozart – Sinfonia K. 120 in D – Riduzione per quintetto classico di legni (Edizioni Glissato) (1993);
· J. S. Bach – Concert Bwv 1056 in F minor per cembalo and orchestra – trascrizione per due pianoforti (1993);
· Musica per una scena da “Microcosmos – Il popolo dell’erba” by Claude Nuridsany” – DVD del saggio finale dei Corsi Internazionali di Perfezionamento di “Composizione di musica per Film” – Accademia Chigiana di Siena (2007);
· Suite da camera “Una volta nella vita” musica per l’omonima commedia teatrale scritta da Gianni Clemente (2013);
· Oderigi Lusi – Notes from a logbook  CD (Ed. Ethnoworld) – (2007);
· Malaavia – Danze d’incenso CD(Ed. Maracash) – (2004);
 
 
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Intervista
 
Davide
Ciao Oderigi e ben ritrovato su Kult Underground. L’altra volta, quattro anni fa circa, avevamo parlato de “Il nuvolo innamorato”, balletto in un unico atto, ispirato a una fiaba di Nazim Hikmet. Oggi ci ritroviamo a parlare di un lavoro invece ispirato alla leggenda dei due fratelli di Vietri sul mare. Di cosa parla questa leggenda e perché l’hai scelta per questo tuo melologo?
 
Oderigi
Il lavoro è ispirato alla leggenda dei due fratelli di Vietri sul mare.
“Nell’emozionante scenario della costiera amalfitana, proprio di fronte alla spiaggia di Marina di Vietri, si ergono i Due Fratelli. Un nome che rimarca l’estrema somiglianza tra due scogli e la cui presenza nell’incantevole mare vietrese, è legata a una leggenda (in realtà le leggende sono due, ma questa è quella più affascinante). La leggenda narra di due giovani pastori che, giunti sulla spiaggia con le loro pecorelle, rimasero colpiti da una giovane che dormiva in mezzo al mare. Dopo un improvviso temporale, i pastori si gettarono in acqua nel tentativo di sottrarre la ragazza dalle grinfie delle onde, ignari che si trattasse della figlia del Dio del mare, Nettuno. Purtroppo, il loro tentativo fu vano e trovarono la morte insieme al gregge che li aveva seguiti. Colpito dal gesto coraggioso dei ragazzi, Nettuno trasformò così i pastori in due grandi scogli, per l’appunto I Due Fratelli, attorniandoli con scogli più piccoli a ricordo delle pecore del loro gregge”.
La leggenda dei “Due fratelli”, di cui venni a conoscenza quasi in modo fortuito su internet, pizzicò subito la corda della mia “ispirazione”. Qualcosa di magico che mi fece immediatamente buttare giù i titoli degli otto quadri che compongono la suite musicale. Successivamente, la musica si è generata attraverso il forte potere evocativo del racconto che rappresenta una metafora dai tanti risvolti: come percorriamo il sentiero del nostro “cammino”? Siamo “coscienti” lungo il viaggio? E lungo questo viaggio cosa facciamo per migliorare la nostra condizione di “uomini”?
 
Davide
Il melologo è un genere musicale nato nel XVIII secolo che unisce la musica con il parlato. è stato utilizzato da molti compositori come Liszt, Wagner, Stravinsky. Perché hai scelto questa forma?
 
Oderigi
Volevo creare un connubio tra musica e parole. Non un semplice “reading” accompagnato dalla musica (che oggi è così di moda), ma un intreccio tra parole e musica che andassero nella stessa direzione, che fossero create ad hoc per l’opera. Il melologo rappresentava, appunto, la forma “da camera” più adatta per racchiudere il materiale musicale e il testo poetico (scritto in modo magistrale da “Varnadi” Ceriello). Lungo il cammino, l’opera si è poi arricchita dell’arte di Fernando Masi che con i suoi dipinti ha illustrato i vari quadri del percorso musicale e poetico.
 
Davide
Veniamo all’organico del Demetra Ensemble coinvolto in questo lavoro: Flauto in do (più ottavino), Flauto in sol (più flauto in do), Pianoforte, Violoncello. Presentaci per intanto i  musicisti presenti nel tuo lavoro… e poi vorrei chiederti perché esattamente questa strumentazione?
 
Oderigi
Il Demetra Ensemble è formato da Maria Aiello (flauto in sol e ottavino), Catello Coppola (flauto in do), Sergio De Castris (Cello), Giuseppe Giulio Di Lorenzo (pianoforte) e lo stesso “Varnadi”, autore dei testi alla voce recitante. Persone e musicisti straordinari. Colgo ancora l’occasione per ringraziarli e approfitto per ringraziare anche Giovanni La Marca e Baryton per aver pubblicato e creduto in questo progetto, Peppe Sasso e Amarcord Studio per la pre-produzione, il M° Giulio Marazia e il Prof. Pasquale Scarpato per le prefazioni al lavoro. Circa la scelta dell’organico posso dirti che è scaturita da un’esigenza personale di scrivere per un gruppo più ridotto di persone in contrapposizione a lavori da organici più grandi, più o meno contemporanei al Sentiero (avevo da poco concluso la stesura del Balletto “Il Nuvolo innamorato” per orchestra sinfonica e avevo cominciato a scrivere la mia prima Sinfonia “Abellana” per Grande Orchestra, Soli e Coro).
 
Davide
La stesura del testo è opera di Luciano Varnadi Ceriello, anche voce recitante insieme a Maria Aiello in “Preghiera di Nettuno”. Com’è nata questa collaborazione con il cantautore rock Varnadi?
 
Oderigi
“Varnadi” è amico di vecchia data, un artista fantastico e sincero. La sua arte colpisce diretta, non ci sono vie di mezzo. Quando ho condiviso con lui l’idea del Melologo si è messo subito a lavoro, carpendo in pieno, attraverso la sua sensibilità di spessore, il senso del progetto e la direzione che gli volevo dare. L’impostazione classica dei testi ha completato l’idea iniziale che avevo della musica. Uomini e Dei raccontati attraverso dei versi bellissimi e dalla “musicalità” innata. Ancora adesso continuo a leggerli distaccati dalla musica stessa, vista la luce propria di cui brillano.
 
Davide
Nel tuo trattare e rileggere questa antica leggenda sono presenti significati più nascosti, esoterici o misterici, originari o nuovi? Cosa è per te una esplorazione ancestrale?
 
Oderigi
“Sul Sentiero degli Dei” rappresenta un “cammino iniziatico” leggibile attraverso diversi stadi di “conoscenza”. Forse l’arte intera è qualcosa di iniziatico. Bisogna predisporre la propria anima affinché si possa imboccare il sentiero dell’arte. Non è facile, il cammino è lungo e prevede impegno, studio e profonda conoscenza di noi stessi. Si tratta altresì di un percorso alla ricerca di una “pace” che si trova in genere solo quando si finisce di scrivere o di lavorare ad un  progetto. Un “sentiero” che porti ad una dimensione dove l’immortalità dell’arte possa sconfiggere la mortalità terrena. Compito dell’artista dovrebbe essere quello di tracciare questo percorso. Non è affatto facile, una ricerca continua e introspettiva e non è detto che ci si riesca sempre. 
 
Davide
Qual è, se c’è, la contemporaneità sottesa in un titolo in particolare, Mare Nostrum… Hai gettato uno sguardo sulla nota e vasta missione di salvataggio in mare dei migranti? Qual è il messaggio più importante verso la società contemporanea attraverso quest’opera?
 
Oderigi
Il Mediterraneo è stato il più dinamico luogo di interazione tra società diverse sulla faccia del pianeta e ha giocato nella storia della civiltà umana un ruolo molto più significativo di qualsiasi altro specchio di mare. Se c’è un messaggio nel quadro “Mare Nostrum” è rappresentato proprio dalla trasfigurazione della storia del nostro mare con tutti i suoi avvenimenti storici e le leggende, i suoi luoghi, gli uomini e gli Dei. Mare che oggi è alle cronache come scenario di avvenimenti legati al flusso dei migranti che ci colpiscono in prima persona. Bisognerebbe ricordarsi che il mare ha da sempre unito i popoli delle sue sponde e questo sarebbe sufficiente a farci capire che strada prendere.
 
Davide
Nel testo della “Preghiera di Nettuno” sono presenti diversi palindromi: è la morte, tetro male, o arte tetra; eco vana voce; Avaro re perorava; esule e ramingo, ogni mare eluse; è capace Re se reca pace; è l’amore vero male; arena nera etc. Perché la scelta di queste frasi che possono essere percorse in entrambi i sensi? Hai fatto lo stesso anche con le note musicali come il canone cancrizzante di Bach?
 
Oderigi
Circa i palindromi credo che “Varnadi” abbia voluto regalarci una chicca, una dimostrazione di alta maestria nell’uso delle parole. Circa la musica no, non ho usato tecniche contrappuntistiche in senso stretto. La scrittura è molto impressionista riconducibile al ‘900 francese.
 
Davide
Tutta la tua opera indica, come luoghi, il Tirreno, il Mediterraneo, la Magna Grecia e la Grecia stessa:  cosa rappresenta per te l’antica civiltà greca?
 
Oderigi
L’origine di tutto. L’arte e la cultura greca rappresentano il faro del mio viaggiare.
 
Davide
Paul Klee scriveva:L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. Si può dire lo stesso della musica e della parola? Cosa hai cercato di riprodurre di altrimenti ineffabile con quest’opera e in generale con la tua musica?
 
Oderigi
Spero di trasportare l’ascoltatore nei luoghi della leggenda in senso metafisico, spirituale. Un viaggio che possa aprire stati di conoscenza nell’attraversare il proprio Sentiero.
 
Davide
Cos’hai fatto d’altro in questi quattro anni da “Il nuvolo innamorato” e cosa seguirà?
 
Oderigi
A parte il “Sentiero” ho scritto e ho messo in scena la mia Sinfonia n.1 “Abellana” per Grande Orchestra Sinfonica, Soli e Coro di cui, a breve, sarà pronto un DVD.  Ho realizzato diversi lavori da camera tra cui “Fogli d’album per la danza”, quattro visioni per piano solo dal titolo “Presso il vecchio castello di Avella”, una suite per piano solo intitolata “La stanza dei burattini”. In previsione dovrei realizzare, per l’anno prossimo, un disco per piano solo e una ristampa di “Notes from a logbook” in vinile.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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