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Intervista con (re)offender

7 min read
 

I (re)offender sono una band di Frosinone con alle spalle un promo ed un EP autoprodotti, tre anni di live e la partecipazione al MEI di Faenza ed. 2013. Hanno influenze dark-wave e post-rock, attitudine shoegaze, sfumature emo. L’eterogeneità della loro musica rivela un’anima doppia: è decisa e vitale ma lascia un retrogusto amaro e malinconico; evoca atmosfere oniriche di sogni che improvvisamente si fanno oscuri o raggianti. I testi (in inglese) sono visionari, immaginifici ed emotivi. La voce richiama delicate suggestioni new-wave, immersa in riverberi di chitarre e synth, sostenuta da un basso grintoso e da una batteria dal beat cerebrale. L’immagine che resta è quella di trovarsi in una stanza piena di finestre e non sentire il desiderio di aprirle.

L’EP, interamente prodotto dalla band, è stato registrato, mixato e masterizzato da Paolo Rossi (Studio Waves, Pesaro) nell’estate 2014.

Meetings of feelings (videoclip): https://www.youtube.com/watch?v=FDZdpqERWkg 

Formazione: Luca Magliocchetti (voce) Matteo Nizzardo (synth) Giacomo Tiberia (guitar) Marcello Iannotta (guitar) Ilario Promutico (bass) Luciano Cocco (drums)

Contatti https://www.facebook.com/reoffenderofficial-www.newmodellabel.com  

 
Intervista
 

Davide
Ciao. Perché (re)offender? 

(re)offender
Luca: proposi io il nome perché mi piaceva vederlo scritto su carta.
Matteo: il significato letterale della parola è ‘recidivo’ e l’elemento che permette la reiterazione di un errore consapevole è l’ossessività. La cosa affascinante è che questo nome indica, nella persona a cui si riferisce, una componente fondamentalmente non razionalizzabile, non logica.
Marcello: ‘(re)offender’ è anche il titolo di una canzone dei Travis, band che ascoltavamo spesso nei giorni in cui sceglievamo come chiamarci. 

Davide
Molti associano il vostro suono e le vostre canzoni alla new wave o alla dark wave anni ’80. Siete d’accordo o è perfino un po’ voluto? Ormai la storia del rock è tanta, si è fatto un bel po’ di tutto ed è inevitabile essere associati a qualcosa del passato. Come vi ponete di fronte a tutto questo retaggio al fine di ritrovarvi in un qualcosa di più vostro e personale? 

(re)offender
Matteo: come Leopardi dentro la sua libreria: bisogna imparare l’italiano per scrivere poesie.
Giacomo: è giusto il riferimento alla new wave; è inevitabile facendo musica nel 2015 avere dei rimandi alla musica del passato. In fondo ogni individuo che nasce eredita parte del suo corredo genetico dai genitori.
Marcello: questo riferimento è consapevole e voluto. Non è l’unico riferimento come d’altronde la new wave stessa è (stata)un magma, un contenitore.
Luca: amo tutta la musica oscura. Qualsiasi emozione accostabile alla musica sarà sempre qualcosa di personale anche se trae spunto da artisti del passato.
Ilario: Siamo inseriti in una storia e ci tocca scoprire quello che di buono esce dall’incontro spontaneo dei nostri background. Ci interessa raggiungere un linguaggio fresco e personale, questo sì, ma abbiamo ancora un po’ di strada da fare! 

Davide
Ci sono dei dischi o degli artisti in particolare ad ascoltare i quali è nata e si è rafforzata l’idea e la spinta a fare anche voi musica e a intraprenderne la carriera? 

(re)offender
Marcello: i Pink Floyd che ascoltava mio zio, i Led Zeppelin; la prima volta che ho preso la chitarra in manodaragazzinoè stata per farmi insegnare l’arpeggio di ‘Don’t Cry’.
Giacomo: il primo ricordo che ho della musica sono stati i viaggi in macchina con mio padre ad ascoltare musica italiana, principalmente Battisti e Lucio Dalla. Il mio idolo chitarristico è stato Brian May.
Luca: ‘Disintegration’ dei Cure mi ha spinto ad iniziare; ‘Crocosmia’, dei Mephisto Walz mi ha dato gli stimoli giusti.
Ilario: Probabilmente i primi dischi dei Nine Inch Nails hanno dato il via a tutto, facendomi capire come un discorso molto intimo e personale potesse arrivare a così tante persone attraverso strofe e ritornelli. Poi il Punk-HC per l’urgenza, tutti i “post-qualcosa” per la necessità, l’elettronica per la ricerca. 

Davide
Qual è il vostro modo di comporre, partecipare, limare e arrangiare le vostre canzoni? 

(re)offender
Giacomo: tutto nasce dall’interazione, che è uno degli aspetti fondamentali; interazione intesa come scambio di idee. A volte si parte da un’idea iniziale sviluppata singolarmente o a piccoli gruppi; in passato spesso abbiamo composto delle parti intrecciate con le chitarre su cui Luca ha cercato un cantato.
Matteo: Nella formazione attuale la composizione e l’arrangiamento di ogni singolo brano assomiglia alla costruzione di un edificio, dalle fondamenta fino alle ultime rifiniture.
Ilario: Gran parte delle canzoni nascono nel modo più tradizionale possibile: chitarra e voce. Spesso basso e voce, considerato il retaggio dark di Luca. Poi il lavoro procede a livelli: struttura del brano, arrangiamento, qualche “chicca”, pulizia feroce (siamo pur sempre in sei), rifiniture varie. Qualche rara volta, invece, interi brani escono casualmente, mentre suoniamo a ruota libera per ore. 

Davide
Cos’è, per voi, il rapporto musica-emozioni? 

(re)offender
Luca: è un istante di infinita alchimia.
Marcello: è un circolo vizioso, un cane che si morde la coda.
Giacomo: è un rapporto sempre biunivoco. Possiamo utilizzare la musica per suscitare un’emozione oppure un’emozione può fungere da ispirazione. 

Davide
Sono rose canine, le antenate delle rose coltivate, quelle in copertina? Perché avete scelto dei fiori? 

(re)offender
Giacomo: innanzitutto non si tratta di rose; la foto ritrae la fioritura dei ciliegi Giapponesi. L’abbiamo scelta perché rappresenta uno dei pochi momenti in cui il popolo giapponese sembra aprirsi e festeggiare.
Marcello: lo scatto è di un nostro amico fotografo, Giovanni Pascarella, che fa il ricercatore a Tokyo e sta approfittando di questi anni per fare dei bellissimi reportage fotografici.
Luca: è molto dark.
Matteo: il fiore è quasi risucchiato dal nero; la geometria della foto tende a renderlo un oggetto reale, l’evanescenza dell’esposizione e il contesto in cui è stata scattata sembrano quasi suggerire che l’oggetto stia svanendo. 

Davide
Siete dunque approdati alla New Model Label e al primo lavoro ufficiale. Quali sono gli obiettivi della band in un mondo e in un paese in cui scegliere la professione musicale è sempre più cosa ardua, fugace e marginale? 

(re)offender
Matteo: il primo obiettivo a breve termine è riuscire a realizzare un album, perché per noi è un giunto cardanico per l’esistenza della band.
Giacomo: personalmente sarebbe un obiettivo raggiunto non dover chiedere permessi dal lavoro per poter suonare.
Luca: album e obiettivi a parte, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto: scrivere canzoni. Ilario:facciamo musica in inglese. Il nostro obiettivo è portare la nostra musica sempre più lontano.
Marcello: un traguardo sarebbe superare la fase in cui i problemi organizzativi occupano gran parte delle nostre giornate. 

Davide
La bellezza della musica, come quella della luce, è quella della rapidità, della mobilità, dell’insaziabilità, secondo Jean Michel Jarre. Cos’è invece per voi? 

(re)offender
Matteo: è l’estrema fragilità della non-comunicazione. A differenza di ogni linguaggio naturale, le note sono intrinsecamente ed irrimediabilmente ambigue.
Luca: la bellezza della musica è il pianto e i brividi lungo la schiena.
Giacomo: unicità, irreversibilità, fugacità.
Marcello: la bellezza della musica non è soggettiva. 

Davide
Due parole su Frosinone e la musica. Stando a uno studio del Sole 24 Ore Frosinone ha un’offerta culturale giudicata insufficiente e nella classifica del tempo libero registra un 91º posto su 103 capoluoghi. Le motivazioni stanno nel fatto che si legge poco, ci sono pochi concerti, si fa poco sport e si va poco al cinema etc. È vero? Qual è il vostro rapporto con la città? 

(re)offender
Marcello: noi abbiamo subitola nostra città fin da piccoli, per tanti motivi e a diversi livelli; cerchiamo oggi di ribaltare la prospettiva. Se riusciamo a fare qualcosa a Frosinone  ad alzare la testa, siamo in grado sicuramente di farlo anche ad esempio a Ravenna, dove il comune prevede degli alloggi a sue spese per le band che vengono a suonare da fuori.
Giacomo: da quando le recensioni dei dischiescono sul Sole24ore?! Detto ciò, l’anagramma di Frosinone è ‘sonnifero’, quindi noi cerchiamo di prendere tanti caffè.
Luca: è proprio una realtà come questa che paradossalmente ti spinge a chiuderti in saletta a scrivere canzoni. Subire delle condizioni avverse ha portato noi e gli altri gruppi di Frosinone, negli anni, a tentare spesso di creare condizioni migliori per suonare e per potersi esprimere in generale.
Ilario: Frosinone ha sempre avuto molte band alternative, e alcune molto valide. Purtroppo c’è più volontà di essere rivali, che di collaborare insieme per contrastare l’apatia culturale di questa città. Speriamo qualcosa stia cambiando. 

Davide
A seguire? 

(re)offender
Giacomo: Proseguiamo con la promozione del nostro ep, che ci vedrà ospiti su radio e palchi anche fuori dalla nostra regione.
Marcello: Abbiamo già cominciato a lavorare sull’album.
Luca: A seguire ci saranno sorprese e cambiamenti. 

Davide
Grazie e à suivre…

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