KULT Underground

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Intervista con ECO98

14 min read

 
ECO98 SALVATI
Presentazione a cura dell’ Ufficio Stampa Discipline: Manuela Longhi > BlaBlaBla >
 
Perché vedere un bambino giocare coi suoi palloncini neri?
Preferiremmo vederlo giocare coi suoi palloncini colorati.
Fra di loro ci sarebbe posto anche per quello di colore nero.
 
Questo lavoro è il primo per l’Eco98 che si getta nel mondo della discografia come uno sciame di uova contro una parete poco colorata.
Anche se poi le uova tendono a marcire, rimangono le macchie sul muro, a prova di piogge torrenziali e vento.
Sempre meglio che rimanere davanti al muro senza poter muovere un dito.
In qualche maniera fare un disco implica non esitare mai.
Implica rischiare tutto.
Oggi non è forse facile come un tempo e sicuramente sarà difficile trovare il disco dell’Eco98 tra vent’anni in un mercatino dell’usato.
Come dire: se non compari non sei necessariamente scomparso.
Ma tutto sommato pensare di poter colorare o scolorire ciò che necessita d’essere colorato o d’essere sbiadito, non è niente male.
Tutto sta nell’agire, decidere che sia una bella cosa da fare.
Lo è.
L’Eco98 si butta in quest’oceano in maniera disinibita, non per cercare risposte a cosa c’è o a cosa non c’è, non per avere buone o cattive recensioni, ma semplicemente per suonare, per poter parlare, per continuare a mangiare  quello che da dieci anni sfama questi quattro ragazzi di Monza.
Il contenuto del lavoro è dettato da incontri e scontri, piccoli demoni, delucidazioni e considerazioni fuggevoli.
Ogni brano è condito da persone, animali e cose.
 
Il titolo, che corrisponde al pezzo d’apertura dell’album, è da considerarsi uno spassionato consiglio. 

01 Salvati
0
2 Settimane mesi anni
0
3 Strato urbano
0
4 Apri la porta
05. È  buono
06 Più che di che
07 A volte non so dove vado
08 Mantra
09 Non so se
10 Nanana 
11 Funziona 
12 Più o meno milanese
 

Discipline/FrequenzeRecords con la complicità di Venus sono felici di comunicarvi che Venerdì 21 Gennaio 2011 verrà pubblicato l’esordio di Eco98: Salvati
Presentare Salvati e gli ECO 98 è molto facile; basta rubare indizi dai loro testi…

 Di dove sono?

… pullman poi treno, poi metropolitana o tram…

io un giorno ti abiterò, io un giorno ti costringerò, io un giorno ti capirò e quel giorno mi vendicherò… più o meno milanese… mi sento più o meno milanese… (Più o meno milanese)

 Cosa sono?

… potremmo essere semplicemente acqua, e invece siamo solo stupide zanzare

salvati almeno tu che sei più economico di me (Salvati)

 Cosa pensano?

…e se per me il letame profumasse… e se per me fosse da odiare chiunque amasse… e se per me la speranza fosse la prima a morire; io ci tenterò, ci proverò, al massimo indietro ritornerò…

(Settimane Mesi Anni)

 Come pensano?

… stamattina mi sono svegliato un po’ distorto e mi sono trovato bene…

… mi vesto di nero per attirare il sole mentre passeggio d’inverno per il mio strato urbano…

(Strato Urbano)

 Dove vanno?

…un prato verde, un prete che perde valore, ho bisogno di qualcosa che mi faccia male, un po’ di fiori d’autore… a volte non so dove vado… (A volte non so dove vado)

 Come ci vanno?

… scappo dalla mia velocità, resto appeso ad un grappolo di vita…

…mi lascerò alle spalle, tornerò a prendermi più tardi… racimolo informazioni e osservazioni che dovranno pur servirmi a qualcosa nel momento in cui andrai via… (Funziona)

 Con chi?

…perché? l’incomprensione credi sia una maledizione

dov’è? questo luogo di cui stai tanto parlando mentre sto piangendo

dove? tu dimmi dove posso vomitare senza più recitare

cos’è? questa corda sì scordata ma che vibra pur sempre dentro me… (Mantra)

 Come sono nati?

…è buono il vino, è buono il pane, è buona l’acqua quando salva… ma è buono il letto quando scalda… io sono figlio di questo mondo… piccolo sasso nel profondo. (È buono)

 Come crescono?

… io che più che camminare non so… io che più che di te non so… ma se ne vale la pena…

(Più che di che)

 Come vivono?

…dovrei consolidare in me l’idea di sentirmi più vecchio e fragile…ma io non mangio più pane, non bevo più vino, io non mi tocco più…e non so se è una cosa giusta… (Non so se)

 Come proseguirà?

…pensavo di poter dimenticare tutto quello che non mi riflette più e invece ad ogni angolo noto e osservo i miei orizzonti infiniti che vogliono invitarmi e coinvolgermi in un viaggio senza fine… non ce la faccio, non so se lo voglio… (Na Na Na)

Come finirà?

…c’è ma non puoi vederlo, il finale di questa storia finché non rimarrò completamente fermo

so che morirò ma non so se guarirò… (Apri la porta)

 Non c’è bisogno di aggiungere nessun commento se non quello sonoro firmato ECO 98 ◀

 

Mangiare o bere qualcosa di cui non si conosce il gusto.
Avere la necessità di disincastrarsi e disintossicarsi dalle cose che compongono la giornata e passare il tempo rimanente in maniera disinteressata.
Questo è quello che succede adesso come dieci anni fa negli Eco98.
Oggi come nell’inverno del 2000, quando nacque il progetto, questo laboratorio spontaneo si nutre della fondamentale eterogeneità dei suoi elementi (ancora i medesimi delle origini) dando al tempo la possibilità di definire dei ruoli, pur rimanendo slegati da pretese creative per il semplice fatto di non aver mai sentito la necessità di segnare dei precisi confini.
 
Una delle prime domande che, da parte del pubblico investe i componenti della band alla fine delle forti esibizioni live è: perché questo nome? in che modo è legato alla band? il suo significato?
La risposta risiede nella sua casualità, s’è possibile nella maniera in cui non è nato. Alle prese con la compilazione di un tagliando che avrebbe permesso loro di ottenere degli sconti in una sala prove di Monza, alla voce “nome della band” scrissero Eco98; a tutti piacque e dal quel momento per quale motivo lo avrebbero dovuto cambiare?
 
Al primo ingresso in sala prove scoprivano il piacere che deriva dal poter esprimere liberamente se stessi, senza immaginare di poter creare delle canzoni. Il passaggio dalla sala prove al palco è stato poi una necessaria conseguenza che ha rivelato alla band il livello di godimento che si raggiunge condividendo la propria musica con il pubblico. Già dai primi mesi di vita, come tuttora, la vera eccitazione e di conseguenza soddisfazione, arriva dalle esibizioni live, la forma d’espressione prediletta dalla band, in cui regala puntualmente una forte spinta energica. Ogni concerto è vissuto dall’Eco98 come un’esperienza unica con un continuo dare e ricevere; una nuova occasione di vivere e far vivere stimoli.
Insomma il fondamentale strumento di misura e crescita per l’Eco98.
 
Ricevendo crescenti apprezzamenti sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, in breve cominciano a lavorare ai brani che nel 2003 vennero inclusi in una demo amatoriale, la prima esperienza di ascolto su supporto che li spinse nel 2005 a registrare a Monza negli studi di Frequenze altri cinque brani, mentre l’idea e la voglia di un’avventura discografica iniziava a farsi strada tra l’Eco98 e le persone che avrebbero dato il loro contributo fondamentale alla realizzazione del primo disco.
Nel 2007 conclusero una nuova demo, sempre composta da cinque canzoni.
 
Dopo svariate vicissitudini che possono caratterizzare la crescita di una band ricordiamo le aperture dei concerti di Baustelle, Luca Urbani, One Dimensional Man, Marta sui Tubi e Moltheni.
 
Ed eccoci arrivati al 2009. La possibilità di realizzare il primo disco degli Eco98 si trasforma da desiderio in realtà: in Aprile viene registrata in soli 7 giorni, una prima presa diretta all’FM Studio, improntando il tutto sull’immediatezza live del gruppo. Da qui le fasi di lavoro al Frequenze Studio fino alla conclusione e alla notte del mastering realizzato all’FM Studio; il cerchio si chiude!
 
Il risultato è Salvati e verrà pubblicato da Frequenze Records/Discipline (con distribuzione Venus) Venerdì 21 Gennaio 2011.
 
Fabio Galvagno (voci & chitarre)
Alessandro Denti (chitarre & sinth)
Marco Crippa (bassi)
Giuseppe Gagliardi (batterie)
 
Ufficio Stampa Discipline: Manuela Longhi/BlaBlaBla
 
 
INTERVISTA

 

Davide
Ciao. Un disco, anzi un bel primo disco ufficiale dopo dieci anni dalla nascita del vostro progetto. Demo a parte, perché ci è voluto tanto?

Eco98
Alessandro
Per colpa della nostra età. Abbiamo iniziato a suonare assieme quando avevamo 16 anni, ora ne abbiamo 26, ed è strano ma siamo considerati dei giovanissimi nell’ambiente. Se non hai una certa età è difficile che gli addetti ai lavori ti prendano sul serio, a meno che non si facciano prodotti adatti alle pre-adolescenti, ma questo non è il nostro caso e forse è meglio aver fatto passare del tempo per arrivare a questo punto. Siamo, ho paura a dirlo, un po’ cresciuti.
Fabio
Penso sia fondamentale produrre delle demo; aiutano ad accostarsi a tutto quello che significa registrare un disco, avere dimestichezza con le dinamiche che nascono in uno studio.
Penso siano state fondamentali per raggiungere la maturità necessaria e soprattutto la consapevolezza di fare un disco.

Davide
Cos’è cambiato e cos’è rimasto dal 2000 al 2011?

Eco98
Sono rimaste le persone. Siamo sempre Fabio, Beppe, Crippa e Ciccio che quando suonano assieme si divertono. È cambiata la sovrastruttura che ci circonda, e anche la professionalità da parte nostra. Come persone siamo cambiate; pensa a quello che può evolvere o involvere in un lasso di tempo che trascorre dai 16 ai 26 anni in una persona. Però siamo rimasti gli amici che si vedono anche al di fuori del gruppo, e poi comunque la cosa più importante credo rimanga quella roba lì, noi quattro con gli strumenti in mano che facciamo musica. Non è affatto male.

Marco
Sono rimasti uguali l’attitudine e l’approccio spontaneo; un po’ leggeri, mai superficiali.

Davide
Nella presentazione che è stata fatta di voi si legge che prediligete suonare dal vivo. Le vostre stesse registrazioni in presa diretta, immagino quindi senza sovraincisioni, sono improntate all’immediatezza live del gruppo. Le fasi di lavoro successive di mixaggio, mastering, editing eccetera come non diventano una sorta di intromissione in quella stessa immediatezza, un intervento “sofisticatore” sulla presa diretta?
 
Eco98
Alessandro
Un po’ di sovraincisioni ci sono in realtà, e quello che dici tu sull’editing è stato un grande motivo di discussione. Io ad esempio avrei preferito un lavoro più grezzo e “sbagliato”.
Marco
È uno degli aspetti che più ci preoccupava prima e durante il lavoro, ma alla fine è venuto fuori ciò che doveva, senza stravolgimenti. Un disco non è un live e lavorare sui pezzi dopo la registrazione ti aiuta a scoprirne lati nuovi.
Fabio
L’importante era cercare il potenziale di ogni singolo pezzo, non escludendo nulla che potesse apportare qualcosa d’interessante al brano; ogni singola track mi piace pensarla come un universo a sè!
 
Davide
Due parole di elogio su Frequenze Studio e Discipline, che stanno continuando a svolgere un lavoro davvero eccellente nella musica italiana di questi anni…

Eco98
Le etichette che lavorano con gruppi che non hanno la matematica certezza di vendere sono sempre meno, e già solo per questo e per queste “scommesse” sono da lodare. Inoltre il bello di lavorare con Discipline è che sono musicisti, e sono sempre dalla tua parte; a parte i ruoli nella questione c’è sempre comprensione. Credo si senta anche nei prodotti che fanno uscire, sono sempre molto sinceri.
Stanno colmando un vuoto che si sente forte da queste parti.

Davide
Mi piacciono certi particolari come l’assenza di una etichetta che sul vostro cd faccia riconoscere il lato che suona da quello che non suona. Entrambe le facce del cd cioè sembrano quella incisa. Perché? C’è un significato che al 50% invita al silenzio? O come disse Aldous Huxley, “Dopo il silenzio ciò che si avvicina di più nell’esprimere ciò che non si può esprimere è la musica“?

Eco98
Huxley per me aveva ragione, non solo su quest’aspetto, ma in quasi tutto quello che ha detto nei suoi lavori. Bello che tu ci abbia letto tutto questo, in realtà è stata una scelta di Paolo, il grafico, che noi abbiamo accettato e apprezzato molto. Credo che sia più per una questione di tenere “pulito” il più possibile tutto, un concetto che avvalliamo in pieno. Per dirla tutta, non siamo stati neanche i primi ad averlo fatto: Paolo credo non lo sapesse ma anche 100th window dei Massive Attack è fatto così, ma a noi piace molto comunque… anzi per questo motivo forse ancora di più.
 
Davide
Avere un nome qualunque, scelto una volta improvvisandone uno qualunque per usufruire di uno sconto in una sala prove, e da allora non cambiarlo più perché “come per molte altre cose, non ne avevamo voglia“. Quali sono le altre molte cose di cui non avete o non avete avuto voglia?
 
Eco98
Abbiamo un brutto rapporto in generale con i titoli, anche delle canzoni. Abbiamo un brutto rapporto con le scalette e con gli orari dei soundcheck.

Davide
Oggi, una persona di una certa età è portata a pensare che la musica rock dei suoi tempi era migliore: discorsi del tipo “ai miei tempi c’erano i Beatles, gli Stones, i Doors; oggi invece è tutto business” (invero c’era e rimane più business intorno a loro che al rock e al disco, al concetto e all’oggetto di disco di oggi). Qual è il vostro rapporto con il rock delle origini? E con il business?
 
Eco98
Alessandro
Il rock delle origini ci ha formato parecchio in gioventù. Bonzo Bonham per Beppe è una stella polare da seguire. Io adoro i Beatles e ho imparato a suonare la chitarra copiando dischi dei Led Zeppelin e dei Black Sabbath che avevo in casa. Fabio adora i primi dischi di Battiato, e mi ricordo quando girava con la cassetta dei Ramones… quindi per forza di cose qualcosa è rimasto sicuramente nel nostro lavoro. Poi i gusti si sono evoluti e siamo attenti alla contemporaneità, ma in ogni caso il rock delle origini ha avuto la sua parte. Per la questione del business non saprei, noi ci siamo affacciati al mondo della musica quando già questo era completamente in crisi con Napster e gli mp3. Diciamo che sappiamo dall’inizio che soldi non ce ne sarebbero stati, ma siccome non siamo tanto intelligenti siamo andati avanti.
Marco
Certo contano anche i punti di vista storici e contestualizzanti, ma con i Beatles è tutta un’altra cosa e da questo prescindi… non sono i Jefferson Airplane. In generale, discorsi di questo tipo sui “propri tempi” mi sono sempre sembrati discorsi pigri. Con il business mi piacerebbe molto avere un rapporto di qualunque natura.
 
Davide
La musica è un regalo e una difficoltà che ho avuto sin da quando riesco a ricordare di esistere. Questo per Nina Simone. E per voi?
 
Eco98
Alessandro
Concordo pienamente. All’esame di terza media mi avevano chiesto cosa volessi fare da grande, io ho risposto “l’ingegnere meccanico”. Mia madre in prima media voleva mandarmi a fare un corso di chitarra, ma le ho risposto “non m’interessano quelle cose lì”. L’ultima cosa che mi sarei sognato di fare era l’artista. Ora mi trovo già coi capelli grigi a sgambettare sui palchi per promuovere il mio primo disco, e i pochi soldi che stiamo facendo con la vendita del cd non vanno neanche a coprire i debiti che abbiamo. Certo è, che questa “cosa” non la cambierei con niente al mondo. È un po’ come la droga: a volte inganna.
Fabio
Fa parte di me da sempre e farò in modo che sia costantemente così, non sempre conviene morire un po’ per poter vivere.
 
Davide
Nel numero di dicembre 2009 Rolling Stone Italia mette in copertina Silvio Berlusconi definendolo personaggio rock star dell’anno (l’anno prima però Roberto Saviano e l’angelo sterminatore di ogni segreto dei poteri marci Julian Assange nel 2010). Cos’è per voi voi rock al di là della musica?
 
Eco98
Alessandro
È un’idea che è accettata dalla gente, quindi non più trasgressivo. Purtroppo il “rock” e la “trasgressione” sono diventati la regola; mi fa incazzare quando vedo giovani con microfoni e chitarre sulle pubblicità delle birre e dei rasoi per la barba. Berlusconi non l’avrei messo in copertina, penso che Berlusconi sia il male assoluto, e purtroppo analisi anche veritiere, cattive ma ironiche, spesso non vengono percepite come tali dagli italiani. Di rockstar maledette in realtà ancora non ne ho conosciute, nell’ambiente; anzi, proprio il contrario.
Marco
Ci tengo molto a dire che Berlusconi è tanto più conservatore, vecchio e, se posso permettermi, molto italiano quanto più si esibisce nelle sue stronzate e nei suoi vizi, quindi direi molto poco rocknroll. Però non so risponderti: forse fumare una sigaretta all’alba a Cederna (quartiere in cui siamo cresciuti) è rock.
Fabio
Onestamente non approvo la copertina di Rolling Stone; sono comunque scelte editoriali. Evidentemente nella gente crea stupore e curiosità. Non in me, che domenica scorsa ho manifestato ad Arcore.
Per rispondere alla domanda posso dirti che le cose rock allo stato puro sono rare, ma quando ti senti bene dopo aver fatto un qualcosa che va anche solo un po’ oltre a ciò che ti aspettavi, ecco, allora si può iniziare ad intavolare una discussione sul fatto che fosse o meno un atto rock

Davide
Oggi non più i Beatles sono più famosi di Gesù Cristo, ma a quanto pare Ronald McDonald, almeno in America (come dimostra il film di Morgan Spurlock, Super size me). Per gli Eco98 un motivo per essere/diventare famosi e uno per non esserlo/diventarlo mai?
 
Eco98
Marco
Per poter suonare il più possibile e per molta più gente. Oltre alle birre, le donne e i catering.

Per rimanere non famoso, nessuno.
Alessandro
Vorrei diventare famoso per la sicurezza economica. Mi piacerebbe non dover fare altri cento lavoretti a tempo determinato per campare. Non diventarlo mai perché mi dà fastidio conoscere gente nuova, odio quasi tutti; quindi con meno persone ho a che fare meglio è.

Fabio
Un motivo valido è quello di poter condividere quello che faccio con gente di altri posti, di altre culture e soprattutto potermi esibire in location particolarmente strane sparse per il mondo.
Bere un buon vino prima del soundcheck aspettando il momento e avere il tempo necessario per dedicarmi a tempo pieno alla musica e ai testi.
Motivi per non diventare famosi?
Cos’è?  una battuta?
 
Davide
Cosa farete a seguire?
 
Eco98
Alessandro
Ho degli gnocchi che scadono domani, intanto mi faccio un piatto con quelli.
Fabio
Continuare a fare tutto ciò che stiamo facendo.
Ci sono cose che accadono e cose che si possono fare accadere; proseguiamo e vediamo che succede.
Magari rifaremo un’intervista con te, tra un paio d’anni in qualche festival estivo da 100.000 persone, sempre che in Italia non si smetta di fare anche questo!
Altrimenti sei comunque invitato a qualsiasi nostra data… ti regaliamo una consumazione gratuita!

Davide
Grazie…  ci sarò… e à suivre.

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