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Prof, non capisci niente! – Emanuela Nardo

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Manuale di sopravvivenza per insegnanti sotto stress
 
Molte volte lo stress degli insegnanti dipende da quella costante difficoltà che si prova a trovare un equilibrio fra gli aspetti didattici di trasmissione di contenuti e gli aspetti psicologici ed educativi di relazione con gli studenti: quante volte la gratificazione di una “lezione ben preparata” viene vanificata da una risposta inappropriata o annoiata di alcuni studenti, quand’anche addirittura viene affossata da classi rumorose e incapaci a comunicare un minimo di attenzione a quanto l’insegnante esprime.
Lo scopo del libro “Prof, non capisci niente!” è quello di formulare alcune riflessioni e suggerimenti operativi, rivolte principalmente agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie, per aiutarli a risolvere il problema di questo non facile bilanciamento fra istruzione ed educazione.
L’autrice, Emanuela Nardo, insegnante pluridecennale in un liceo di Pordenone, collaboratrice nella formazione dei docenti in diversi corsi universitari e attraverso alcune pubblicazioni, struttura il libro in quattro parti provando a riportare lo sguardo “intrecciato” di professori e studenti su diversi ambiti cruciali per la scuola.
Con dei titoli strutturati a forma di “botta e risposta” si mostra come il punto di vista degli insegnanti non sempre corrisponda a quello degli studenti. Riportiamo i titoli tra parentesi nella descrizione delle diverse parti per dare un’idea dell’impostazione generale del libro.
La prima parte, per esempio, analizza il concetto di apprendimento: da una parte c’è l’attenzione degli insegnanti a concentrarsi su determinate tematiche (“questo lo dovete proprio sapere”), dall’altra c’è la difficoltà degli studenti, che sempre più spesso possono accedere autonomamente a qualsiasi tipo di informazione, ad ascoltare informazioni che loro non reputino significative (“ma a cosa ci serve?”). In questa prima parte viene preso in esame il concetto di “apprendimento significativo”, con riflessioni e suggerimenti operativi per legare gli apprendimenti al contesto di vita nel quale i ragazzi sono immersi.
La seconda parte descrive la dicotomia fra un carico di lavoro che viene affidato ai ragazzi a casa (“studia da pag.35 a pag.56!) e le difficoltà che i ragazzi hanno ad acquisire un metodo di studio che permetta loro di sviluppare personalmente quando approfondiscono il lavoro a casa (“ma come si fa?”). In questa seconda parte si offrono, quindi, alcune linee guida per uno studio efficace: alcuni argomenti trattati sono ad esempio gli appunti, le sottolineature, le mappe con aiuti concreti  e con schede operative al termine del capitolo che riguardano le aree disciplinari di scienze naturali, fisica e storia.
La terza  parte affronta il tema della valutazione, che è un ulteriore argomento di stress per tanti insegnanti: anche qui il punto di partenza è il differente punto di vista tra un giudizio del docente, che deve quantificare il livello di preparazione degli studenti, creando a volte giudizi negativi insindacabili (“hai preso 5!”) e il giudizio soggettivo degli studenti  che spesso non collima con il voto e anzi a volte percepisce il giudizio in senso inverso (“ma come, con tutto quello che ho studiato!”). I temi trattati riguardano il significato della valutazione, che è un elemento importante del lavoro degli insegnanti e che riguarda comunque sempre quello che lo studente sa e non quello che lo studente è, non influendo quindi sul senso di identità e di autostima di chi apprende, e anche il tema importante della autovalutazione, che è una competenza altrettanto importante che gli studenti devono acquisire.
L’ultima parte riguarda, infine, il tema della comunicazione: se è vero che l’insegnante non è solo un istruttore, ma anche un educatore, il tema della relazione e della comunicazione diventa uno degli aspetti più importanti anche per la trasmissione di contenuti didattici; il titolo del capitolo riprende un botta e risposta fra un insegnante che pretende di sapere quello che i ragazzi pensano (“so bene quello che voi pensate”) e la risposta dei ragazzi che, invece, spesso non si sentono capiti dai loro professori (“che ne sa di noi?”). Le riflessioni di questa parte riguardano, quindi, le tecniche per una “comunicazione efficace” riportando, in una sintesi molto spendibile a livello operativo, i suggerimenti più importanti per superari gli ostacoli di comunicazione fra insegnante e studenti, come  le tecniche per l’ascolto attivo, l’empatia etc.
Il libro, in generale, ha l’obiettivo di proporsi come uno strumento di lavoro per i docenti; in questo senso, pur presentando anche alcune riflessioni teoriche generali sugli argomenti trattati, la maggior parte del materiale si presenta come operativo con davvero tante esemplificazioni e suggerimenti pratici spendibili nel lavoro quotidiano dei docenti. L’esperienza come docente e come formatrice di insegnanti dell’autrice trapela in ogni pagina di questo  manuale che individua e propone piste di soluzione per i problemi più impegnativi che ogni insegnante affronta nella vita di classe.

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