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2011
3
Feb
Il tempo salvato - Ivano Mugnaini


ed. Blu di Prussia
Il tempo salvato di Mugnaini è
battito di ciglia, bagliore tra attimo e attimo. In quella fessura si racchiude
il senso della vita e persino la felicità. È istante in cui la mente / diventa
riflesso di sole, sorriso profondo del cuore.
E ancora:
avrai il dono scabro/ di un attimo:
l'istante/ in cui ti senti vivo, seppure fragile, / inadeguato all'eterno.
Non si vede cornice nel quadro, si legge facilmente
nell'accadere il come ma non se ne comprende il perché, ma vale
la pena di vivere per un granello di bellezza, che s'insinua persuasivo
nell'estetica immutabile del nulla, nel carcere che ci soggioga, dal
quale si tenta strenuamente di scappare verso un alito di vita, che appunto ti
lascia solo / l'attimo, lo scarto, fessura breve / di silenzio afferrato in
controtempo.
Verso questa pausa, temporalmente breve e
sfuggente, tende il poeta, con tono che talora rasenta l'invocazione.
Almeno allora uno sconto di pena alla pena /
dell'essere, una via di fuga, d'ingresso, d'uscita, / il lusso di un carcere
aperto alla speranza / della redenzione, il crimine antico di ritrovarsi/ colti
clamorosamente sul fatto, nel sacco entrambe / le mani, in piena flagranza di
reato, nell'atto doloso, / e recidivo, di essere ancora vivi, ancora umani.
L'uomo è l'essere che allo stato di natura
è insufficiente e conosce solo il pianto, ma ciò che lo rende autentico è lo
sforzo di apprendere l'arte del sorriso, a dispetto di limiti e barriere.
Insinuarsi nelle fratture dell'insignificanza equivale a ritrovarvi barlumi di
autenticità.
Il sentimento dell'esistere è collegato
alla percezione del Tempo, che però nel limite umano non ha valore di categoria
universale e pertanto viene definito esile, approssimativo, /regolato da
cronografi tarati male, ancora / soggetti a salti e arresti, orgogli e terrori,
/ costretti a fare algebra dell'aritmetica, / sbagliando i più elementari
teoremi.
Ma forse proprio quando meno comprendi ciò
che sei e quanto ti circonda, contraddittoriamente, trovi la chiave e scorgi
un'apertura nell'interpretazione del mondo che è appunto la verità che nulla di
ciò che appare e/o accade si può intendere.
Ma, come si diceva, il peso del vuoto
indecifrabile, senza incoerenza, è anche densità di aspirazioni e di fughe.
Intanto il poeta non si concede al rimpianto, ritiene più opportuno
concentrarsi su la foglia che cade sul tratto di vita che hai di fronte.
Non serve a nulla l'afflizione, ma vale di più approfittare delle pause che ci
sono concesse, illuminate dalle passioni per una donna, ad esempio, o forse
ancora di più per la poesia.
Il sentimento dell'amore ha spazio ampio
nella raccolta, con accenti che talora ricordano la tradizione dei grandi
classici da oriente a occidente, mentre la dichiarazione d'amore per la poesia
rivela che è amante ancora più difficile da incontrare e possedere.
Tuttavia essa definisce il poeta, nella
certezza che nessun potere, / nessun politicante avvelenatore di sangue / e di
sorrisi potrà mai strapparmela.
Ma attraversare la Poesia e le Parole per
esprimerla è compito arduo che bisogna affrontare con tempra adeguata. La Parola
è l'unico strumento che media mondo e sentimento e, allora essa deve essere
perfetta. Tocca al poeta sollevare le parole / con le braccia, sentire la
pelle / bruciare di sudore ad ogni sillaba / che riga l'asfalto, ogni silenzio
/ che sfregia la spina.
Non è il sentimento edonistico del carpe
diem, della felicità perseguita come oggetto esclusivo quello che ci accoglie
in questo testo o l'atarassia del filosofo, scettico o epicureo, che guarda serafico
l'oscurità delle cose del mondo, perché Mugnaini accanto all'aspirazione alla tregua
conserva la coscienza del dramma esistenziale, pur guardato con una sorta di
descrittiva accettazione. Se gli enti procedono senza sapienza, carpire la pace
dell'attimo è drammaticamente tutto ciò cui si può aspirare.
Solo i bambini, nella loro pascoliana
inconsapevolezza e innocenza possono ridere di gioia prima che l'unghia della coscienza
righerà anche la loro pelle.
Alcuni poeti riescono ad attraversare la
vita in poesia e i loro testi assumono almeno in alcuni passaggi un aspetto diaristico.
Anche in questa silloge di ascolto interiore non mancano i riferimenti al
vissuto, come quando il poeta accenna a programmi televisivi, luoghi geografici
e appuntamenti. Nella poesia di Mugnaini troviamo, difatti, spazi del
quotidiano, ma l'impressione non è esatta. Si tratta di una poesia solo
all'apparenza discorsiva e diretta, la quale, al contrario, ha passato un
vaglio rigoroso da parte della mente. Poesia, allora, colta e raffinata, con
esiti da Dante, celebrato in una sorta di parafrasi, all'Eliot del crudele
aprile, senza contare le poesie dedicate, le epigrafi e le citazioni con le
quali ha adornato il libro, accrescendolo in qualità.
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:: Fortuna Della Porta
Fortuna Della Porta è nata a Nocera Inferiore (SA), scrittrice, poeta e critico letterario. Ha pubblicato quattro raccolte di versi: Rosso di sera, ed. Il Calamaio -2003- Diario di minima quiete, ed. LietoColle -2005- Io confesso, ed. Lepisma –2006- Mulinare di mari e di muri, ed. LietoColle, 2008. Un poemetto di circa 1000 versi, Canto Primo, è apparso sul periodico letterario Poiesis. Numerosi i testi in antologie e in rete. In prosa: Scacco al re è opera teatrale per le edizioni Carta e Penna, 2006. I racconti: Ritratti, Oèdipus edizioni, 2007 e Labirinti, e-book, kultvirtualpress, 2007. Articoli e saggi compaiono con regolarità sui maggiori periodici letterari sia cartacei sia on line. Numerosi i premi e le segnalazioni. È iscritta al P.E.N. club Italia. Laureata in lettere, ha insegnato per alcuni anni. Vive stabilmente a Roma.
WEB: www.fortunadellaporta.it
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