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Il Soggetto vuoto – Massimo Recalcati

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clinica psicoanalitica delle nuove formedel sintomo
 
Lasocietà contemporanea è caratterizzata da nuove forme di nevrosi e di psicosiche affondano le loro radici in un contesto sociale profondamente cambiatorispetto alla nascita della psicoanalisi con Freud. Anoressia, bulimia,tossicodipendenze, attacchi di panico, depressioni e problematiche relative anuove forme di famiglia e a nuovi contesti in cui si vive l’adolescenza sono daconsiderarsi tutti nuovi sintomi di un malessere che manifesta problematichetipiche di una società molto cambiata in quest’ultimo secolo.
Illibro Il Soggetto vuoto rimanendo fedele alla prospettivapsicoanalitica, a partire dalla proposta  già profondamente rinnovata con lascuola di Lacan, vuole essere proprio un’analisi di queste nuove forme di sintomipatologici.
Ledipendenze sono viste a partire dalla prospettiva unitaria dellainterpretazione lacaniana per cui la società contemporanea si caratterizza peravere sostituito al rigido imperativo etico del Super-Io di Freud un imperativoedonista che spinge l’uomo a non sentire altro dovere se non quello del godimentocontinuo di ogni esperienza, visto come oggetto di consumo. A partire dalcapitalismo, infatti, per Lacan non esiste più una Società che fa  interiorizzarei suoi doveri morali tramite il Super-Io soggettivo, ma esiste un continuorichiamo al consumo, al godimento fine a sé stesso; lo scopo del godimento deibeni, quindi, non è tanto quello di soddisfare i propri bisogni, masemplicemente quello di  procurare altro godimento, di fare nascere una nuovadomanda di altri beni da consumare.
Inquesta prospettiva il soggetto che non è in grado di gestire i propri desideriin modo consapevole e maturo, nella consapevolezza che bisogna essere in gradodi relazionarsi alla dimensione simbolica della nostra vita in modo sano edequilibrato, diventa quello che il manuale curato da Massimo Recalcatidefinisce come un soggetto vuoto, ovvero una individualità ripiegata susé stessa, che non riesce a liberarsi dalle proprie dipendenze proprio perché esserisolvono  quell’orrore per un vuoto da colmare che la droga, il cibo, ilfeticismo sembrano in una qualche misura temporaneamente colmare.
Inquesto senso  l’anoressia (incapacità di superare la privazione del cibo), comela bulimia (eccessivo uso del cibo) rappresentano in alcuni specifici casi duelati della stessa medaglia: la privazione del cibo o il suo eccessivo impiegomanifestano il sintomo di una personalità che non è in grado di uscire da unrapporto patologico con l’oggetto “cibo” stesso.
Illibro nasce quindi dall’esperienza di diversi psicoterapeuti, tutti facentecapo alla scuola Lacaniana, che ha nel curatore di questo volume, MassimoRecalcati, uno dei più importanti esponenti italiani. E’ un libro che ilcuratore stesso definisce come un libro “plurale” che si prefigge lo scopo dianalizzare le diverse patologie contemporanee a partire dall’esperienza deidiversi autori che raccontano la loro prospettiva in modo didattico edesperienziale. I diversi capitoli, infatti, sono lezioni tenute a studentidurante corsi di specializzazione tenuti dall’Associazione Jonas, a cui gliautori appartengono e che si occupa proprio di diffondere la prospettiva Lacanianaoperando attraverso diversi progetti che spaziano in molti campi, basti citaregli  interventi contro l’anoressia fino ad arrivare a proposte di centri diascolto per adolescenti nelle scuole.
Questostile “orale” del libro, che in effetti non riporta né bibliografie né note, masemplicemente i diversi  interventi dei diversi autori come se fossero lasbobinatura delle loro lezioni, rende il volume comunque di immediata lettura eaccessibile a un pubblico non tanto di specialisti, quanto di persone desiderosedi analizzare queste forme di dipendenza della società contemporanea in modopiù approfondito e nuovo.
Ititoli dei diversi capitoli offrono già una panoramica completa intorno alleproblematiche trattate: alcuni capitoli analizzano la prospettiva Lacaniana sulledipendenze approfondendo il ruolo importante della società nella nascita dellestesse; altri sviluppano i temi più vari, come appunto l’anoressia e labulimia, che sono  stati uno dei primi campi di impegno dell’AssociazioneJonas, poi le tossicodipendenze, la depressione e gli attacchi di panico,l’handicap,  i problemi connessi alle nuove forme di famiglia e ai nuovi modidi vivere l’adolescenza, l’uso degli psicofarmaci.
Ingenerale il libro offre validi spunti di analisi di queste problematichefacendo vedere la forte interdipendenza degli aspetti psicoanalitici e diquelli sociali: alcune patologie si capiscono e si risolvono megliocomprendendo la società che ha contribuito a produrli. Nel capitolo dedicato,ad esempio, ai centri di ascolto per adolescenti nelle scuole superiori si vedebene questa doppia prospettiva, che chiama in causa quindi non solo i problemipsicologici degli adolescenti, ma il rapporto anche con le famiglie e conl’istituzione scuola che è in crisi e deve essere oggi profondamente ripensatoper costruire nuove forme di collaborazione e di dialogo.
Quest’aspettodi analisi psicoanalitica e sociale  è sicuramente l’aspetto più interessantedel libro; il lettore, anche non pienamente “iniziato” alle terminologie e allecategorie interpretative della psicoanalisi troverà infatti interessanti spuntidi riflessione sulla psiche umana, sul ruolo del godimento e del desiderio esugli influssi che una società che si basasse davvero solo sul benessere e sulconsumo può produrre nella mente degli uomini.
 

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