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Intervista con Miss Eliana

11 min read

 

Dato alle stampe lo scorso 12 di novembre su etichetta Videoradio, è disponibile grazie alla distrubuzione Self, il nuovo lavoro in studio della blues rocker Eliana Cargnelutti, in arte Miss Eliana, dal titolo Love Affairs. L'album, per la cronaca, vede la succulenta presenza in veste di guest del noto artista di fama mondiale Scott Henderson, che ha donato al disco un contributo a dir poco straordinario. A supportare Miss Eliana nel proprio progetto discografico ci sono Loris De Checchi all'Hammond, Simone Serafini al basso e Carmine Bloisi alla batteria.
"Miss Eliana", giovane e grintosa cantautrice, chitarrista di ottima scuola, è definita come la nuova speranza del rock blues made in Italy, è stata vincitrice del Blues Guitar Contest 2010 a Pordenone. Eliana Cargnelutti, diplomata in chitarra jazz al conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara con una tesi su Mike Stern. Ha suonato con diversi artisti italiani del blues come Enrico Crivellaro, Rudy Rotta, Tolo Marton, Roberto Formignani, W.I.N.D., Jimmy Joe, Roberto Manuzzi ed Ellade Bandini (Guccini), Andrea Rigonat (Elisa), Otis Grand, John Craig (Ike & Tina Turner), Peter Stroud (Sheryl Crow) e la Joe Pitts Band, con la quale ha inciso un CD, in Arkansas, USA (2009). Ha collaborato con il gruppo progressive rock/klezmer  Passover di Trieste per un tour a Tokyo (2010) e un live album negli Stati Uniti, Boston (2012).

Mazzarella Press Office

MISS ELIANA line up :

Eliana Cargnelutti – Guitar, Vocals
Loris De Checchi – Hammond
Simone Serafini – Bass
Carmine Bloisi – Drums

SITO UFFICIALE : http://www.misseliana.com
Facebook: http://www.facebook.com/MissElianaCargnelutti
Myspace: http://www.myspace.com/missEband
Reverbnation: http://www.reverbnation.com/elianacargnelutti
 

Davide
Ciao Eliana. Sei alla tua prima prova discografica ma hai già tanta esperienza e molte avventure musicali di qualità. Come sei arrivata a questo bisogno di esprimerti con un tuo lavoro e cosa hai voluto metterci sopra e innanzi tutto?

Eliana
Ciao Davide, grazie dell’attenzione che hai dato a questo mio primo disco. Dopo aver militato in tante formazioni diverse, ho scoperto sempre più la mia personalità, le mie qualità, le mie forze ed ho sentito molto chiara la necessità di parlare direttamente al mio pubblico. Molti seguono le mie vicissitudini e voglio dare a loro la possibilità di sapere esattamente come la penso, leggendo bene i testi delle mie canzoni, li c’è tutta la verità.
 
Davide
Quando è nata la voglia di scrivere le tue canzoni, la tua musica, com'è nato questo tuo talento di autrice, ma anche di chitarrista?

Eliana
Giunta alla soglia dei “oltre 15 anni con una chitarra in mano”, penso che la realizzazione delle proprie canzoni, sia quelle scritte molto tempo fa, sia quelle più attuali, sia d’obbligo per qualsiasi artista voglia comunicare qualcosa e presentare al pubblico le proprie idee e i propri sentimenti. Ho iniziato a suonare il pianoforte a 7 anni, per poi a 9 passare alla chitarra e non lasciarla mai più! A 13 anni sentivo già dentro me un forte desiderio di evasione e una voglia di libertà di pensiero: sono numerosissimi i diari adolescenziali in cui scrivevo le mie riflessioni, che presto sono dunque diventate musica!

Davide
L’arte è buona se nasce da una necessità, se non ci sono alternative. Se di notte, nonostante gli affanni del giorno, fai fatica a dormire e ti dici: devo. Così scrivevano Mogol e Anastasi in “Scrivere una canzone”. Quando scrivi le tue canzoni, è a cominciare da e attraverso quali necessità e per arrivare a quale forma di appagamento?

Eliana
Giusto, l'opera, per dirla come Schoenberg, nasce appunto da una "necessità interiore" e di conseguenza non risponde ad alcuna logica di mercato. Invece il prodotto, privo della giusta "aura", poesia, è una tipica realizzazione delle società di tipo mercantile. A quanto vedo, il 99% dei musicisti rock punta al prodotto, e non all'opera… prova ne sono la standardizzazione estrema dei suoni e la mortifera uniformità compositiva che affligge il panorama musicale. Certamente ci sono delle eccezioni. La cosa divertente è che molto di rado coloro i quali tentano strade originali nel rock vengono premiati dal pubblico: ciò accade perchè il pubblico stesso fruisce la musica all'interno di un assetto sociale che punta alla rassicurazione (ossia alla continua riproposizione di clichè musicali) e non alla sperimentazione… insomma, il Rock'n'Roll è in coma profondo! A questo punto, non vedo come un organismo prossimo alla morte possa diventare il mio lavoro, per ora continuo a scrivere le mie canzoni giorno dopo giorno, senza pensare a chi saranno rivolte, senza pensare se venderanno oppure no, tutte le canzoni del mio primo Cd sono state composte per necessità, curiosità, per esprimere degli stati emotivi, per raccontare delle bizzarre vicissitudini e dunque liberarsene.

Davide
Sei un'ottima chitarrista e viene da chiederti quanto segue. Sono state fatte e rifatte classifiche su classifiche dei migliori guitar heroes, dei migliori 100 chitarristi della storia del rock, ma tutte declinate al maschile. Non si parla quasi mai delle donne chitarriste… La rivista Rolling Stone forse per prima ha introdotto qualche guitar lady, giusto 3 su 100: Melissa Etheridge, Susan Tedeschi, Nancy Wilson delle Heart. Cosa ne pensi?

Eliana
Penso che tu abbia ragione, ci sono delle chitarriste che vanno tenute senz’altro in considerazione, oltre a quelle da te citate: Jennifer Batten (sono reduce da poco da un suo concerto), Bonnie Raitt, Lita Ford, Emily Remler, Leni Stern, Joni Mitchell, Ana Popovìc…
 
Davide
Ma parliamo anche della tua bella voce. Quali ascolti e quali autori/autrici e musicisti/e nella vita ti hanno più profondamente emozionata? Cosa significa cercare, riconoscere, dare voce, esprimere col canto e con i testi le tue emozioni e tutto il loro “potenziale energetico” e comunicativo?
 
Eliana
Sin da giovanissima le voci dell’hard rock anni 70-80 mi hanno molto influenzata (Steven Tyler, Robert Plant, Bon Scott, Ian Gillan, Eric Martin, ma anche James LaBrie, Timo Kotipelto, Tobias Sammet, successivamente con il passaggio al blues i miei gusti si sono spostati verso voci meno acute, più roche e graffiate, più calde quali Warren Haynes, Susan Tedeschi, Janis Joplin, Bruce Springsteen, Janiva Magness e perché no, nel pop, adoro le voci personalissime quali Peter Gabriel, Pink, Chris Cornell, Marylin Manson… La voce è uno degli strumenti più belli e più diretti per esprimersi, per raccontare i miei testi ho dovuto lottare tra timidezza e timore, tra malinconia, gioia e preoccupazione, ma alla fine quello che sento è stato tradotto in parole e quello che leggete risulto esattamente io, racconto parte di me, racconto accadimenti reali, mi libero di vecchie frustrazioni, descrivo la forte voglia di libertà e sogni che vorrei si realizzassero.
 
Davide
Tra l'amore e la musica c'è questa differenza: l'amore non può dare l'idea della musica, la musica può dare l'idea dell'amore, disse Hector Berlioz. Tutta la musica arriva dal cuore, se pensiamo alla prima esperienza sonora intrauterina… Cosa vuol dire per te fare musica col cuore, quindi con amore? Cosa sono i Love Affairs di questo disco? Di cosa parlano i tuoi testi?

Eliana
Il potenziale comunicativo dei testi è assodato, nel Cd ci sono parole molto dirette, quasi urlate, come anche pensieri morbidi e delicati. Entrambi convivono, come convivono in me queste due personalità. Non sempre ciò che si pensa si può dire, ma io cerco di farlo. Ho sempre avuto un forte desiderio di evasione, fisica e non, tutte le riflessioni, i sentimenti, le emozioni che ho provato in passato hanno trovato posto nei miei testi, amicizie, amori, rabbie, tenerezze, rancori, autonomia, paesaggi immaginari, storie di viaggi reali, e vita di ogni giorno, lavoro quotidiano e ambizioni.

Davide
Com'è avvenuto l'incontro con Scott Henderson e che significato ha avuto per te questa collaborazione?

Eliana
Ho partecipato ad una sua clinic a Sacile l’estate scorsa e dal notevole numero di domande che gli ho rivolto ha evidentemente capito che sono una sua grande fan! Ci ha lasciato la sua mail con la quale l’ho ricontattato nei giorni successivi fino a trovare il coraggio di scrivergli se volesse suonare un solo sul mio Cd, e così è stato. In seguito siamo diventati buoni amici, quando è tornato in Italia ho seguito vari suoi live in trio e, nel mio viaggio in America della prossima estate, penso che passerò a trovare lui e gran parte dei Tribal Tech per fare una bella cena assieme, o magari una jam.
 
Davide
Suoni anche in altri gruppi e progetti paralleli?
 
Eliana
Sì, ho il mio duo acustico, i 2PLAY, dove propongo più di 15 generi musicali diversi, oltre a riarrangiamenti a due chitarre dei miei pezzi. Canto in una Rhythm and Blues band, The MayDay Band da Pordenone e per concludere ho ben due rock band femminili, le PinkArmada e le Living Dolls.
 
Davide
Parlaci dei musicisti che ti accompagnano in questo disco.

Eliana
Sono molto orgogliosa di avere al mio fianco dei professionisti quali Simone Serafini, Carmine Bloisi e Loris de Checchi. L'incontro delle nostre personalità è all'origine di un sound fresco e fortemente caratterizzato da atmosfere dense di groove e saliscendi dinamici. Simone Serafini, bassista e contrabbassista, collabora con musicisti noti della scena jazzistica e non, quali Francesco Bearzatti, Daniele D'Agaro, Enrico Crivellaro, Brian Templeton, Fabrizio Bosso, Franco Cerri, Giovanni Maier, Raphael Wressnig, Tinkara, Dario Carnovale, ecc.. ha partecipato a festival in tutta Europa, svolge attività didattica e sono più di trenta le sue incisioni discografiche. Loris de Checchi, già noto come organista di Nick Beccattini, accompagna tournée italiane ed europee di vari artisti, ha partecipato al Pistoia blues nel 2003 e, tra gli altri, ha dato un'importante contributo al cd Albert King Tribute nel 2005. Carmine Bloisi, attuale batterista anche di Andrea Braido, e batterista storico del blues-man Rudy Rotta, cosa che gli ha consentito di suonare in importanti festival con i più importanti artisti blues e jazz sulla scena internazionale quali l'hammondista Brian Auger, i chitarristi Peter Green, Mike Stern, Robben Ford, John Mayall, Ana Popovìc, i bassisti Darryl Jones, Richard Cousins, i cantanti Karen Karoll, Zora Young, Eugenio Finardi…

Davide
Il Veneto ha una sua storia nel blues italico (Tolo Marton, Claudio Bertolin ecc.). Se non sbaglio sei di Pordenone (città però forse un po' più famosa per la straordinaria scena punk… ), e dove per altro quest'anno si è tenuta la dodicesima edizione del “Pordenone Blues Festival”. Affinità tra il delta del Po e quello del Mississippi? Cosa appassiona il Veneto al blues in modo particolare?

Eliana
In realtà provengo dal Friuli Venezia Giulia e mi sento molto più udinese che pordenonese. Conosco la scena veneta, stimo musicisti quali Tolo Marton, Enrico Crivellaro, Rudy Rotta, … e penso che la regione Veneto abbia apportato molto al blues italiano, ed alcune buone tracce di blues si possono trovare anche qui in Friuli: W.I.N.D., Jimmy Joe, Jimi Barbiani, Mad Man Blues… In quanto ad affinità tra il Delta e il Delta del Po, beh, peccato che vicino al Po non ci sia una New Orleans!

Davide
Hai una formazione jazzistica. Oggi si è abituati a pensare al blues come a una musica più semplice e spontanea, un genere più basato sulle emozioni, rispetto al jazz. E al jazz come a una musica colta, spesso difficile, elitaria… dimenticando che il jazz nasce con il blues, partendo da un substrato che comprendeva le forme popolari del blues. Cosa sono per te blues e jazz?

Eliana
Il Blues è il prodotto musicale più alto della tradizione afroamericana. Blues è la contrazione di Blue devils, quindi già il nome lega il blues all’aspetto del tormento, infatti è nato come grido di aiuto. Anche per me è il mezzo tramite il quale provare pian piano a liberarsi da una situazione di disagio interiore parlando, urlando, chiedendo, pregando di essere liberi e felici. É uno sfogo e una forza interiore. É un chiedere perdono e un dire grazie, è una catarsi. Il Jazz, o meglio, tutte le sfumature musicali che rientrano nell’immenso genere musicale che è il Jazz, è un’evoluzione obbligata del blues e della musica da ballo americana fino al be bop e alle sperimentazioni avanguardistiche. Il jazz è più sottile, forse meno diretto, per un pubblico medio, forse, ma molto più multidimensionale. Il Jazz è meraviglioso perché è una questione del momento, è trasformazione, è maturazione, è sviluppo, è innovazione, vorrei tanto che anche nel blues si tornasse a parlare di innovazione un giorno, chissà. Qualsiasi tentativo di scelta, anche razionale, tra l’uno e l’altro genere è letteralmente impossibile per me.
 
Davide
Perché hai scelto l'inglese?
 
Eliana
La musica che piace a me non è una musica che funziona molto in Italia, senza contare che vorrei comunicare con tutto il mondo, quindi l’inglese è d’obbligo, ho sempre preferito cantare in inglese fin da piccola.
 
Davide
Un articolo di Phil Rubio intitolato “Crossover Dreams…” (Race Traitor n° 2, 1993) suggerisce un interessante piano di confronto fra artisti bianchi e forme d’arte Afro-Americana. In molti casi – egli scrive – i musicisti bianchi sono influenzati dall’ammirazione e invidia per quelli di colore che essi tendono ad emulare. E continua, assistiamo all’uso “della cultura Afro-Americana da parte dei bianchi per trovare lo spirito, e quindi l’umanità, ch’essi sentono d’aver perduto”. Cosa ne pensi in quanto italiana, europea? Cosa cerchi attraverso le origini più afro-americane del rock?
 
Eliana
E’ un fatto di egemonia culturale, non di musica. Amo la musica afroamericana, ma in quanto a invidia, invidierei più un nostro Bach che un Muddy Waters. Adoro Louis Armstrong, O. Messiaen, O. Coleman, Chopin, Ray Charles, Diamanda Galas, tutti improvvisatori incredibili, americani e europei. In Europa abbiamo una tradizione mica da ridere, e penso che la nostra umanità e il nostro spirito, in ambito musicale, non siano perdute, se invece ne parliamo politicamente siamo entrambi persi!
 
Davide
Le tue chitarre preferite e perché? Fender Stratocaster o Gibson Les Paul?
 
Eliana
Uso Fender Stratocaster, ma amo sicuramente le sonorità di entrambe, a 11 la mia prima chitarra elettrica era un’Ibanez, poi sono passata ad un’Epiphone Les Paul per poi approdare alla Fender, messicana, giapponese, americana… sì, la mia scelta per ora è Fender, anche se il suono che ho in mente ultimamente si avvicina più alla Gibson.
 
Davide
Stai già lavorando al secondo disco? Altri progetti?
 
Eliana
Certo che sì, sto scrivendo molti nuovi testi e riff interessanti per la mia “prossima fermata” discografica. Sto pensando a come realizzare altri sogni inerenti le future special guest del Cd, ci saranno bellissime sorprese, e forse anche un pezzo in dialetto. Sarà un disco molto concentrato sulle sfumature della mia voce, incrociata ritmicamente con una chitarra per nulla scontata.
 
Davide
Cosa farai intanto per promuovere “Love affairs”?
 
Eliana
Continuano i concerti con la mia band ogni settimana, inoltre devo girare un videoclip per far sì che oltre alla musica arrivi anche l’immagine di fondo di questo Cd, di questo periodo della mia carriera.
 
Davide
Grazie Eliana, à suivre…
 

 

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