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Intervista con Viola (Violante Placido)

10 min read
 
Mescal presenta WE WILL SAVE THE SHOW, il primo singolo di VIOLA in anteprima digitale.
VIOLA: un nome
VIOLA: un colore
VIOLA: un fiore
VIOLA: uno strumento
 
VIOLA: un’autrice
VIOLA: una musicista
VIOLA: un’interprete
VIOLA: già attrice
 
VIOLA: un nome per firmare le proprie canzoni
VIOLA: una musicista che suona come dipingesse a tinte forti le sue emozioni e canta con il vigore che solo il rock sa infondere.
 
Già interprete di Bang Bang al fianco di Mauro Ermanno Giovanardi e di Icarus, ospite nella Casa del Vento, VIOLA ha condiviso una lunga serie di palchi sia con LeLe Battista che con Alessandro Gabini – Gaben (ex Giuliodorme); quest’ultimo dopo averla accompagnata live in giro per l’Italia, le si è affiancato come produttore artistico dell’album.
 
Il risultato è un progetto di prossima pubblicazione ora anticipato dal 1° singolo, WE WILL SAVE THE SHOW: “salviamo lo spettacolo”, anche quando si tratta dei propri sogni. Lo “spettacolo” che ognuno vuole realizzare per sé e per gli altri; un pezzo liberatorio che incita a non crogiolarsi nelle proprie scuse e paure…” come spiega la stessa VIOLA
 
La pubblicazione di questo 1° singolo ha coinciso con la partecipazione al Concerto di Natale che si è svolto all’Auditorium Conciliazione di Roma Sabato 15 Dicembre e che è stato mandato in onda in prima serata da RAI 2 il 24 Dicembre 2012.
Una vigilia di Natale condivisa con Al Jarreau, Hevia, Skye (Morcheeba), Chiara Civello, Niccolò Fabi, Fabio Armiliato, Daniela Dessì, Tri State Mass Gospel Choir, Coro Art Voice Academy e molti altri; tutti accompagnati dall’Orchestra  Sinfonica Universale Italiana diretta dal Maestro Renato Serio.
 
Quasi in contemporanea, è stato presentato Evil Things – Cose Cattive, la pellicola prodotta da Luca Argentero dove VIOLA compare nell’o.s.t. con un brano da lei scritto e interpretato intitolato Hey Sister.
 
Il singolo WE WILL SAVE THE SHOW di VIOLA sarà presente sui maggiori store digitali dal 17 Dicembre 2012
 
 
–                      Ufficio Stampa Mescal
 
Intervista
 
Davide
Buongiorno Viola. Quando e come nasci cantante e autrice di canzoni?
 
Viola
La passione per la musica è qualcosa che mi accompagna da sempre. Sono stata precocemente rapita dalle note dei Beatles e di Bob Marley fino a innamorarmi di Prince verso i dodici anni. Già da piccola ho avuto la fortuna di vedere vari concerti, tra cui quello degli Eurythmics; avevo 10 anni e sapevo le loro canzoni a memoria.  Questo grazie a mia madre e ai suoi fratelli che mi hanno sempre passato tanta buona musica.
A parte questo breve background, è stato l'incontro con Pescara e il suo mondo sommerso fatto di artisti e musicisti, di malessere e ironia dissacrante, di leggerezza e profondità, che mi ha fatto scoccare la scintilla. In quella provincia ho trovato una dimensione che mi ha dato molto a livello umano, ed è diventata un punto di  riferimento per scoprire e condividere molta musica, suonando, cazzeggiando e scoprendo pian piano che il fatto di non avere fino ad allora preso uno strumento in mano forse era solo un limite che mi stavo ponendo da sola.
Questo è un curioso caso: una provincia come Pescara può stare stretta a chi ci vive; a me che venivo da fuori ha invece riempito un vuoto. A Roma non ho mai fatto incontri altrettanto stimolanti, c'è da dire che sono un po’ “orsa” nel privato. Il mio primo disco infatti l'ho registrato a Pescara, grazie a Giulio Corda ex-cantante dei Giuliodorme e la sua etichetta Benka.
 
Davide
Per te, per il nome che porti e per la tua rilevante carriera cinematografica, è stato più facile o più difficile deciderti anche a una carriera musicale?
 
Viola
Non parto da questo presupposto. Tutto nasce da una vera esigenza e dal benessere che mi provoca fare musica, il resto non conta.
 
Davide
Io sono un artista e ciò significa che posso essere egocentrico quanto mi pare, disse Lou Reed. Cosa significa invece per te essere un’artista?
 
Viola
Effettivamente non ha tutti i torti… C'era un mio insegnante di recitazione che durante un corso non faceva altro che ricordarci che l'artista ha la “patente” per essere libero di esprimere e fare ciò che più sente, purché questo non degeneri in una forma che possa mettere in pericolo la vita degli altri o fare del male a qualcuno… l'artista ha il diritto di essere anti-convenzionale, libero quanto vuole. Poi ogni artista ha il suo modo di porsi, ma ciò che rende un'artista credibile è un'esigenza sincera, un'urgenza…
 
Davide
“We will save the show” è un assaggio del tuo secondo album, che uscirà in primavera. Come si intitolerà? Chi suona, chi ha lavorato con te? Ci sarà anche il contributo di Lele Battista?
 
Viola
Il titolo lo scoprirò alla fine del viaggio che sarà poi l'inizio. A produrre quest’album e rimanendo fedele al mio background ci sarà Gaben, ovvero Alessandro Gabini (ex-bassista dei Giuliodorme) uscito nel 2010 con l'album “Cane”. C'è pure Lele Battista con il quale è in atto anche la collaborazione sulla scrittura di alcuni brani in italiano. Rispetto al primo album più intimista, con Gaben ci saranno contaminazioni sonore più spigolose e crude dovute anche ai brani che da subito partono con un altro piglio rispetto al primo album e molto sarà suonato dallo stesso Gaben, oltre a qualche mio contributo; suoneranno anche Lele Battista, Leziero Rescigno, Andrea Moscianese e Fabio Rondanini… tutti musicisti e persone per cui nutro affetto e stima. Sono onorata di averli sul mio album. Tutti i giorni io Lele e Alessandro ci ritroviamo a “Le Ombre Studio” di cui è proprietario Lele ed essendo tutti e tre reduci dal nostro “Nel Mentre Tour”, il passaggio in studio ci è venuto molto naturale.
 
Davide
Cosa significa per te aver fatto questo disco con la Mescal, che nei suoi vent’anni di vita ha prodotto solo artisti e musica di riconosciuta qualità?
 
Viola
Beh… è un onore e una responsabilità. Gli Afterhours, Cristina Donà e i Bluvertigo sono alcuni degli artisti che anni fa mi avvicinarono e che mi fecero credere che anche in Italia c'era una scena di matrice rock con una propria personalità e solidità che mi nutriva e mi regalava emozioni. Quindi il fatto di essermi conquistata la fiducia della Mescal è uno stimolo in più a fare del mio meglio!
 
Davide
Sei anni non sono pochi tra un disco e un altro. Cosa pensi oggi del tuo disco d’esordio “Dont’ be shy”? Senti che è cambiato qualcosa nel tuo modo di fare musica? Chi è Viola tra continuità e sperimentazione?
 
Viola
Già, ma credo che le cose avvengano quando devono accadere. Di certo non succedono se stiamo con le mani in mano in attesa. Nel lasso di tempo intercorso tra i due lavori ho continuato a scrivere, tanto che alcuni anni fa pensavo fosse giunto il momento di entrare in studio per il secondo album. Sono contenta però che le cose non siano andate così. Oggi sento che le energie riescono ad incastrarsi nel posto e con le persone giuste, e tutto questo anche grazie ad una serie di incontri ed esperienze maturate in questi anni, come ad esempio il duetto in “Bang Bang” con Mauro Ermanno Giovanardi. È stato un incontro importante sia sul piano artistico che umano. Joe infonde molta fiducia, mi ha dato consigli ed è anche grazie a lui che è nato il mio incontro con la Mescal. Questo secondo disco sarà più consapevole e meno sussurrato, in “Don't Be Shy” sono entrata in punta dei piedi e la mia scrittura rispecchiava la mia emotività che allora non voleva fare troppo rumore…
 
Davide
Nel frattempo è stato anche presentato Evil Things – Cose Cattive, la pellicola prodotta da Luca Argentero dove compari nella colonna sonora con il tuo brano intitolato Hey Sister. Quando l’inglese e quando l’italiano nelle tue canzoni?
 
Viola
Scrivere un pezzo per la colonna sonora di un film è stata una proposta inaspettata e una sfida. C'era molta fretta e io ho detto a Luca che ci avrei provato… con mia sorpresa il brano è arrivato subito e in più il caso ha voluto che mi ritrovassi a lavorare accanto a Matteo Curallo, che ha curato la colonna sonora e che neanche a farlo apposta suonava con Mauro Ermanno Giovanardi proprio nel periodo in cui io ero stata invitata a duettare  in “Bang Bang” quindi già ci conoscevamo… Ma questo Luca Argentero, non lo sapeva. È stata una pura casualità.
Per rispondere alla tua domanda, l'inglese mi permette di creare canzoni in maniera istintiva, forse anche perché il mio imprinting musicale è avvenuto ascoltando musica in lingua inglese ed anche perché avendo frequentato scuole inglesi fin da piccola è una lingua che mi viene naturale parlare. Certo scrivere in italiano mi regala ancora più soddisfazioni proprio perché mi riesce con più difficoltà. Nel disco ci sarà un brano scritto per me da Lele Battista e un altro scritto a quattro mani con lui: amo molto la sua scrittura e sono molto felice di questa collaborazione.
 
Davide
Quali dischi hai più amato, ascoltato e riascoltato?
 
Viola
Ti dirò qualche disco, ma anche solo cantautori/gruppo che ho ascoltato molto: Lennon, Battisti,  Beatles – The Beatles 1968 / Eurythmics – Revenge / Prince – Purple Rain /Nirvana/ Hole / Jeff Buckley – Grace / Deus / Carmen Consoli – Mediamente Isterica / Marilyn Monroe / Billie Holiday / Patty Pravo… ce ne sono altri ma mi devo fermare… 
 
Davide
Hai molte qualità già come attrice, ora anche musicali, sia creative che di canto; e una bellissima voce… Un tuo difetto?
 
Viola
Tanti, perché svelarli?
 
Davide
Nei tuoi film ho sempre percepito un elemento ricorrente: c’è qualcosa di musicale in te anche nella tua recitazione, ovvero uno spirito “rock”, passami il termine: al di là della professionalità, quello primario dell’essere “se stessi”… o per dirla alla Bjork, quel qualcosa che nella “musica (come in tutte le arti) non è questione di stile, ma di sincerità”. Sei uno spirito rock?
 
Viola
Si, in questo senso penso e spero di si. Mi sento sincera dal momento che ascolto molto il mio istinto, e rock nel senso che non mi fa paura l'imprevedibilità, mi piace sorprendermi ed essere sorpresa. Lo stile poi, si dice sia questione di consapevolezza: più ne hai e più emerge un proprio stile…
 
Davide
The American di Anton Corbijn con George Clooney;  Ghost Rider – Spirito di vendetta  di   Mark Neveldine e Brian Taylor con Nicolas Cage sono tra i tuoi ultimi film per il cinema insieme a Il cecchino di Michele Placido presentato al Festival di Cannes del 2012. Com’è stato tornare a lavorare con tuo padre dopo gli otto anni da “Ovunque sei”?
 
Viola
Intenso e destabilizzante, ma va bene così. Il mio ruolo, anche se piccolo, vive proprio queste emozioni. Mio padre come regista è un terremoto creativo ed emotivo. Non si fa prendere in giro; cerca e pretende emozioni vere!
 
Davide
Posso chiederti cosa i tuoi genitori, due grandissimi artisti, pensano della tua musica, delle tue canzoni?
 
Viola
Sono molto incuriositi e stupiti. Non faccio quel tipo di musica che sono abituati ad ascoltare. Mio padre ascolta molta musica del passato, anche se è curioso per quanto riguarda le nuove tendenze e a mia madre non piacciono le cose troppo cupe o aggressive… ma bisognerebbe chiedere a loro… tra l’altro al momento non hanno sentito nulla, tranne mia madre che ha ascoltato  We will save the show e  le è piaciuto. 
 
Davide
Ti vedremo in concerto?
 
Viola
Certo, riprenderò a girare tra fine Febbraio e Marzo; poi dopo una piccola pausa si ricomincerà in coincidenza con l'uscita del disco; nel tour presenterò tutto l'album ed anche qualche brano del disco precedente.
 
Davide
Salveremo lo spettacolo; e l’Italia?
 
Viola
E noi stessi? Credo in generale che sia i grossi e sia i piccoli cambiamenti avvengano quando ognuno crede con il suo contributo di poter fare la differenza; se stiamo tutti a guardare lamentandoci in gregge, la situazione si affosserà sempre di più.  Io sono convinta che deve partire da tutti noi lo stimolo per creare un'Italia migliore. Crisi vuol dire anche opportunità di cambiamento e spesso l'uomo proprio in casi simili ha “tirato fuori” il meglio di sé. Nei momenti più bui, bisogna avere la capacità di adattarsi a nuovi equilibri e trovare nuove idee; anche fare un passo indietro per poi farne uno avanti, per rimettere in moto il nostro potenziale e quello del paese. Capisco però, chi sente l'esigenza di andare all'estero, anche solo per un periodo, visto che la frustrazione è tanta. I nostri politici, la mafia, la nostra burocrazia, e non solo, hanno avvilito l'animo e svuotato le tasche delle persone. Perciò comprendo chi sente il bisogno di recuperare fiducia e dignità in paesi dove al cittadino o all'artista viene riconosciuto il suo impegno ed il suo posto nella società. Anche fuggire, farsi leccare le ferite da madre natura in posti lontani può essere un'idea… perché per non mollare oggi in quest'Italia confusa, contraddittoria, che non offre nessuna certezza e nessun sostegno, bisogna essere dei piccoli eroi.
 
Davide
Grazie Viola; à suivre…

 

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