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La scuola dei giochi segreti – Rebecca Coleman

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Codice ISBN   88-6620-672
Autore  Rebecca Coleman
Data di uscita 17/7/2012
Anno di produzione   2012
Editore Baldini & Castoldi
Pagine 352
 
Una storia di Traumi ed Ossessioni
Il titolo e la copertina di questo libro inducono il lettore ad aspettarsi una sorta di thriller da ombrellone con il quale passare qualche piacevole ora di svago. Invece il libro racconta la relazione tra una maestra d’asilo quarantatreenne e un allievo sedicenne in una scuola Waldorf. La maestra è Judy, invischiata in un matrimonio stanco e con due figli che, nel migliore dei casi, la ignorano, mentre l’allievo si chiama Zach, un adolescente da poco trasferitosi con la sua famiglia in una nuova città.
Il metodo pedagogico Waldorf, fondato da Rudolf Steiner nel 1920 e basato sulla “immagine antroposofica dell'uomo” (http://it.wikipedia.org/wiki/Pedagogia_Waldorf ), è uno degli elementi fondamentali del libro e serve ad aumentare il contrasto tra l’immagine pubblica di Judy, educatrice affettuosa ed attenta a preservare la “purezza” dell’infanzia, e quella privata di donna perversamente attratta da quella stessa “purezza”. L’ipocrisia di Judy nel seguire questo metodo pedagogico è dolorosamente chiara anche a lei stessa sin da prima dell’inizio della sua relazione con l’allievo (“Quando mi unii al movimento Waldorf, credetti di ribellarmi alla società su tutta la linea, eppure – non appena fui accolta – vi ebbi un attrito, pur tacendo il mio disaccordo. Ho fatto vaccinare i miei bambini e circoncidere mio figlio, possiedo non una ma due televisioni, e mangio le sottilette confezionate”) e diviene via via sempre più evidente e angosciante.
Il libro presenta due linee temporali e spaziali: la prima segue l’evoluzione del rapporto tra Judy e Zach nel Maryland della fine degli anni 90, mentre la seconda ci riporta all’infanzia di Judy in Germania e al complesso rapporto con la sua famiglia e con un ragazzo tedesco di nome Rudy. Questi flashback consentono al lettore di comprendere il personaggio di Judy e di scoprire alcuni episodi che, sconvolgendo la sua mente di bambina, contribuiranno a formare la sua complessa e disturbata personalità di adulta. L’autrice ci permette, inoltre, di seguire la storia dal duplice punto di vista di entrambi i protagonisti,  consentendoci di cogliere i loro pensieri e le loro emozioni. Particolarmente interessante è l’evoluzione realistica del personaggio di Zach, che, da classico adolescente spavaldo e apparentemente superficiale, diviene sempre più consapevole e maturo, trovandosi ad affrontare una situazione difficile senza i necessari strumenti dell’esperienza a causa della sua giovanissima età. Il duplice punto di vista risulta anche una scelta funzionale dell’autrice, che mira ad evitare che il lettore possa sentirsi un giudice, ma piuttosto lo induce a sospendere il giudizio e ad entrare nella mente dei personaggi per cogliere le motivazioni profonde alla base delle loro azioni.
Il primo incontro tra Judy e Zach avviene quando il figlio adolescente di Judy le chiede di accompagnare a casa in macchina il suo nuovo compagno di classe. L’autrice ce lo racconta così:
Gettai un’occhiata allo specchietto retrovisore, incontrando lo sguardo del ragazzino, il suo ampio ghigno che tradiva orgoglio per la storiella appena raccontata: i suoi capelli neri, sfilati sulle punte, gli coprivano quasi del tutto un occhio, mentre l’altro brillava di malizia.
Mi accigliai, fissandolo nel riflesso.
«Battuta infelice, in presenza di signore», dissi.
«Mi scusi, Mrs. McFarland», rispose lui con schietta ipocrisia.”
Nulla in questo scambio di battute fa presagire la spirale vertiginosa in cui entrambi cadranno: l’uno incapace di staccarsi dall’altro, pur nella consapevolezza di star commettendo un errore. Soprattutto nulla in queste prime battute lascia immaginare l’involuzione psicologica di Judy e la corrispondente evoluzione di Zach, che diventa “grande” nel corso della storia.
Sicuramente quella narrata non è una storia d’amore, anche perché amore non potrebbe esserci in una situazione così sbilanciata sia dal punto di vista emotivo che sociale, ma è la storia di un’ossessione, che tuttavia coinvolge e “disturba” il lettore, che non riesce a staccarsi dal libro per la curiosità di scoprire “come andrà a finire”, il che è molto più di quanto si possa dire di molti libri pubblicati da autori anche non esordienti come Rebecca Coleman.
 
Rebecca Coleman, nata a New York City, è laureata in Letteratura inglese all’Università del Maryland. Attualmente vive con la famiglia non lontano da Washington, dove tiene corsi di scrittura creativa. www.rebeccacoleman.net

 

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