KULT Underground

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Intervista con Pane

9 min read
 
“Orsa Maggiore”
 
Disponibile dal 30 Ottobre 2011 – in tutti gli store digitali da Dischi dell'Orsa – New Model Label
 
 
ORSA MAGGIORE, è il terzo album ufficiale di Pane, formazione romana composta dal pianista Maurizio Polsinelli, il chitarrista Vito Andrea Arcomano, il batterista Ivan Macera, il flautista Claudio Madaudo e Claudio Orlandi alla voce. Il disco è il più recente frutto dell'attività artistica del gruppo che ha iniziato il suo percorso nei primi anni '90, sempre alla ricerca di uno stile personale, in forte equilibrio tra parola e musica. La centralità del testo è sostenuta da un tessuto musicale che trae le sue origini da diverse fonti, in particolare dall'epica rock, dalla ricerca pianistica del primo Novecento, dalla teatro-canzone, dal jazz e dal mondo della poesia sonora, con appelli al progressive italiano.
 
Discografia: 
"Pane" – 2003 – cd autoprodotto
“Tutta la dolcezza ai vermi”- 2008 – Lilium / Venus
"Orsa Maggiore" – 2011 – Dischi dell'Orsa / New Model Label
 
“Orsa Maggiore” è una co-produzione Pane-Studio Controfase (Dischi dell'Orsa), e si compone di 9 brani originali.
 
Tracklist:  1. L'Umore / 2. Gocce / 3. Orsa Maggiore / 4. La Pazzia / 5. Samaria / 6. Tutto l'amore del Mondo / 7. Fiore di pesco / 8. Cavallo / 9. Alla Luna
 
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Intervista
Davide
Ciao. Intanto perché avete dato il nome di “Pane” al vostro progetto musicale? Come è nato?
 
Pane
Il nome è nato quasi per gioco ormai tanti anni fa, quando con Maurizio Polsinelli (pianoforte) abbiamo iniziato a scrivere le nostre prime canzoni. L’idea Pane è nata proprio li, negli anni a cavallo tra gli ‘80 e ‘90. Nella primavera del 1993 l’unione con Vito Andrea Arcomano (chitarra) ha sancito la formazione del gruppo vero e proprio e l’inizio dell’attività compositiva che ne ha delineato gusti e carattere stilistico. In quegli anni ci siamo dedicati quasi unicamente alle prove in sala ed alla ricerca di una nostra identità poetica, sonora e vocale.  Dopo aver esplorato ed incontrato diversi amici musicisti, nel 1998 si è stabilito l’ingresso nel gruppo del flautista Claudio Madaudo e successivamente, nel 2001 del batterista Ivan Macera, completandosi così l'attuale formazione Pane.
 
Davide
La vostra musica mi ha rievocato in particolare quella del Banco del Mutuo Soccorso, specialmente in brani come “Fiore di pesco” e “Alla luna”. O i CSI de “In Quiete”. Chi sono gli artisti e quali sono i dischi che avete più amato, che vi hanno più appassionato alla musica?
 
Pane
Spesso ci accostano a questi nomi, ma fatta eccezione di "In Quiete", dal quale è difficile fare "tabula rasa" – mi si perdoni l'associazione involontaria -, le relazioni legate a particolari frequentazioni del Banco, così come del prog più in generale, sono di rilevanza minore rispetto ad altre. I dischi che più abbiamo amato e amiamo vanno a comporre una lista troppo vasta e eterogenea per dirne solo alcuni, senza tener conto del grande fascino che hanno su di noi vocalità e sonorità non anglofone. Tornando a monte, e limitandoci all’ambito italiano a noi più vicino "In quiete" – e in generale l’opera dei CCCP/CSI – e Franco Battiato rappresentano sicuramente dei modelli di riferimento artistico che tutti e cinque abbiamo amato indistintamente.
 
Davide
Alcuni brani sono liberi adattamenti di opere letterarie: Lamento del Viaggiatore di Gesualdo Bufalino, La nostra marcia di Vladimir Majakovskij,Ecchime di Victor Cavallo… Da sempre tra musica e letteratura è esistito un rapporto: le due arti si sono nutrite l’una dell’altra di scambi e di rimandi. Che tipo di rapporto e di ricerca intercorrono nel progetto Pane tra letteratura e musica?
 
Pane
Un rapporto molto stretto, direi vivo e aperto, fortemente biunivoco che affonda le sue radici nelle opere dei simbolisti francesi e nell’estro visionario di W. Blake. A questo fa senza dubbio da forte connettore uno strano senso della Storia, come proiezione o se si vuole come constatazione. La nostra ricerca della musicalità nella letteratura, o viceversa, non è messa comunque a tavolino, ma si basa su un semplice procedimento di riconoscibilità di uno nell'altra. "Cose" che vengono da sé, mentre si prova con rigidità programmatica. Quel suono è quella parola, quel verso è quell'inciso, e così via. Radici e foglie.
Poi forse sarebbe giusto fare un accenno al ruolo che la poesia ha oggi nel nostro paese, nella nostra cosiddetta cultura. Fino a qualche anno fa non era difficile indicare quali fossero i maggiori poeti italiani, i maggiori registi; la popolazione viveva una forma di istruzione per osmosi e certe conoscenze, anche se non approfondite da tutti, erano patrimonio comune. Oggi non è più così. L’arte e la poesia in particolare sono state cacciate dal panorama popolare. Vengono chiamate in causa solo quando devono riconoscere i valori dominanti, ma è un gioco al massacro. Oggi la poesia è per addetti ai lavori, i giovani autori sono sconosciuti, non hanno un riconoscimento sociale. Il Pane ha sempre cercato un rapporto con la poesia italiana, da Pasolini a Porta, Bufalino, Mesa… con dialettiche incursioni nel quadro delle nuove generazioni, da Fusco a Orecchini, da Sannelli a Schiavone, solo per fare alcuni nomi, ma il panorama è vasto e ricco di felici sorprese.
 
Davide
Quale romanzo e quale poesia eleggereste come le più rappresentative del rapporto tra musica e letteratura? E, viceversa, quando, attraverso quali opere, la musica ha rappresentato secondo voi al meglio la letteratura e la poesia?
 
Pane
Domanda immensa… comunque, senza scomodare la grande letteratura europea, immediato esempio di armonia e storicità del discorso (come a dire: musica), credo che un buon esempio di letteratura come "oggetto musicale" possa essere considerato un libro che non è un racconto, che non è una silloge poetica, ma che possiede una formalità sua, e soprattutto una sua capacità di stordire, rabbuiare, rasserenarsi, sviluppandosi in momenti distinti, quasi un'estesissima forma sonata. Una grande quantità di stimoli sonori, nei quali bisogna sapersi orientare (un po' come la nostra contemporaneità richiede). Parlo di "Poesia in forma di rosa" riferendomi in particolare alla parte "Una disperata vitalità", di Pasolini. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, credo che tirare in ballo il Romanticismo non sia, in questo caso, scontato. In particolare penso al Winterreise di Schubert.
 
Davide
Perché è importante la costellazione dell’Orsa Maggiore? Cosa rappresenta al punto da dedicargli una copertina, il titolo di un album e una canzone?
 
Pane
Partiamo da una premessa: Orsa Maggiore è strettamente legato al lavoro precedente, Tutta la dolcezza ai vermi, che con il disco d’esordio Pane del 2003 rappresentano una sorta di trilogia camminata e riflessa.
Nel 2003 ci siamo osservati come gruppo di amici, ragazzi in attività musicale. Anche se avevamo dietro già diversi anni di prove era la prima volta che ci confrontavamo con uno studio di registrazione e con noi stessi alla prova della registrazione. Ci siamo riconosciuti in quel primo disco. In Tutta la dolcezza ai vermi, l'osservazione – l'intenzione – è rivolta alla terra, alla rigenerazione che segue ogni compiersi di ciclo naturale. La dolcezza ai vermi, non è una dichiarazione pessimista verso le possibilità dell'uomo, come potrebbe essere colto ad una prima lettura, all'incontrario, vuole essere un atto forte di fiducia rivolto al prodotto di ogni rinascita, cioè al nuovo. L'osservazione (Galileo non è trafugato per caso…) del nuovo, questa dovrebbe essere la traduzione di “Tutta la dolcezza ai vermi”. Dopo il risorgimento, serve una direzione, un'Idea (cui da sempre la costellazione dell'Orsa Maggiore è associata). L'idea da seguire, sempre presente, così come sempre presente è l'Orsa nel nostro emisfero. Insomma, un invito ad alzare la testa, nel senso politico, civile e, comunque, nel senso che ognuno desidera assegnarvi.
 
Davide
Tra le note di copertina risalta un ringraziamento al Centro Studi “Pio La Torre” per il prezioso lavoro di memoria storica e lotta attuale contro la mafia nel nome di un grande comunista del Novecento, esempio di integrità morale e passione civile e politica… Nel sito (www.piolatorre.it) il vostro disco “Orsa Maggiore” è stato inserito nella pagina “musica antimafia” per via di questo stesso ringraziamento… Di mafia non se ne parla quasi più e per limitarci alle notizie più recenti (L’Espresso, 13 ottobre scorso) c’è quella dei tagli alla Direzione investigativa Antimafia, il corpo nazionale di investigatori specializzati che fu voluto da Giovanni Falcone e avanti. La  musica, il mondo della canzone, in genere, sta lontano da un argomento così difficile e, probabilmente, temuto. Cosa può o potrebbe però fare la musica o l’arte più in generale contro le mafie?
 
Pane
Ti ringrazio per questa domanda. Senza fare discorsi lunghi e logoranti, direi che per sua natura la musica è contraria ad una delle principali fortezze delle mafie, ovvero al silenzio. Abbiamo chiesto al Centro Pio La Torre se potevamo inserire il loro logo sul nostro cd. Un modo per “discutere” di mafia e soprattutto un omaggio alla persona di Pio La Torre. Con nostra grande gioia hanno accettato. Di mafia non si parla mai abbastanza ed il nostro piccolo gesto è comunque un modo per ricordare – se ce ne fosse ancora bisogno – che la mafia, nelle sue varie declinazioni regionali e internazionali è un problema vivo, presente, enorme, feroce, contro il quale dobbiamo condurre tutti noi, quotidianamente prima d’ogni cosa una battaglia culturale. L’arte può naturalmente dare il suo contributo in termini di cultura ed emancipazione delle coscienze. Ancora grazie per la domanda!
 
Davide
Perché avete scelto di suonare soltanto strumenti musicali acustici?
 
Pane
Un po’ per caso e un po’ per scelta. Ognuno di noi ha iniziato studiando un certo strumento e segue suonandolo. Insomma, quelli sappiamo “usare”. Poi c’è un discorso sul gusto, il genere musicale… suonando strumenti acustici ci sembra di avere una presa più diretta con la realtà, sia in termini di visioni che di tenuta delle nostre origini. Il nostro sforzo è poi teso a pressare quel tipo di strumentazioni portandoli ai loro confini espressivi, tanto che alcuni parlano di Rock acustico e questo ci piace.
 
Davide
Ascoltando le vostre canzoni si sente anche una forte anima teatrale. Il teatro è una forma di felicità interrotta dall'esistenza, affermò Pino Caruso nel suo “Ho dei pensieri che non condivido”. Cos’è invece il teatro per voi?
 
Pane
La sua natura di luogo e non-luogo lo rende un forte centro di condivisone, comune ad ogni espressione formale. Mi viene da dire una forma di esposizione del vero, proprio a discapito della formalità… Credo si possa dire una ricerca dell'osceno, nel senso autentico di esporre, di esibizione delle possibilità e dei suoi relativi piccoli miracoli. (Invece qui di osceno c'è solo quella pornografia al potere, piuttosto accecante per essere un'esposizione… )
 
Davide
Roma è una città singolare. Disconosce i meriti dei suoi abitanti ed è pronta ad apprezzare virtù che non hanno” disse una volta Andreotti. Roma secondo Pane?
 
Pane
Schivando ogni facile patetismo “neorealista”, diciamo solo che una buona educazione al contrasto è indispensabile per cercare di fare qualcosa di buono nella vita. Ovunque s’annida la bellezza e l’inganno. Subito dopo la Roma.
 
Davide
A proposito di pane… Se è vero da una parte che non di solo pane vive l’uomo, è anche vero che con la musica non si mangia più tanto… Cosa pensate della situazione attuale in cui la musica registrata, a causa delle tecnologie, gira sempre più (ed è in qualche modo sempre più non solo acquisita ma anche pretesa) gratuitamente?
 
Pane
Il momento più importante della dimensione musicale è il concerto, l’esposizione dal vivo. I musicisti devono saper suonare, i cantanti cantare, gli ascoltatori devono sapere ascoltare. Speriamo che tutta questa innovazione tecnologica non ci faccia perdere di vista gli elementi necessari. Per il resto lasciamo che il fiume della contemporaneità faccia il suo corso. 
 
Davide
Cosa state facendo ora e a cosa state lavorando per il futuro?
 
Pane 
Stiamo presentando Orsa Maggiore e pensando al prossimo lavoro. In particolare stiamo lavorando ad una sonorizzazione del testo poetico di Fabio Orecchini, Dismissione (Ed. Polimata, collana diretta da Ivan Schiavone) dedicata al problema dell’amianto.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Pane
Claudio Orlandi, Maurizio Polsinelli, Vito Andrea Arcomano, Claudio Madaudo, Ivan Macera.

 

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