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Intervista a Bonfa J.

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Intervista a Bonfa J.
(primo classificato al concorso In Xanadu II con “Memorie”)

Ciao Andrea e complimenti per la tua vittoria in questa seconda edizione del concorso per letteratura minimale, indetto dalla nostra rivista. Cosa puoi dire di te ai lettori, per raccontare chi è Bonfa J. (al momento è questo il modo in cui i nostri lettori ti conoscono) e cosa fa nella vita?
Dietro lo pseudonimo di Bonfa J. si cela l’identità di Andrea Bonfiglio. Sono un ragazzo semplice, sempre attento a ciò che mi succede intorno ed appassionato di sport e letteratura. Vivo nella provincia di Pistoia, in Toscana, dove sono nato e cresciuto in seguito all’emigrazione dei miei familiari dalla Calabria. Il mio interesse per la poesia nasce dall’incontro con la poetessa Loriana Capecchi, che ho avuto l’onore di avere come insegnante e che mi ha trasmesso la sua passione per questa eccelsa forma d’arte. Attualmente sto lavorando ad un progetto che spero mi possa portare, prossimamente, ad esordire con un’opera prima.  
 
Come e quando sei venuto a conoscenza della nuova edizione del concorso? Cosa ti ha spinto a partecipare?
Ho scoperto il concorso casualmente, navigando in rete. Ciò che mi ha spinto a partecipare – oltre all’allettante tema proposto – è stata la chiarezza espositiva del bando, dalla quale ho potuto percepire l’elevato grado d’attenzione prestato dagli organizzatori alla manifestazione e, conseguentemente, la loro serietà.

Cosa hai pensato del nuovo tema proposto? come lo scorso anno il bando era volutamente vago – nel senso che si poteva spaziare in molti modi partendo dalle indicazioni descritte…
Il tema scelto per questa seconda edizione ha giocato un ruolo fondamentale ai fini della mia partecipazione poiché risultava particolarmente stuzzicante. A mio giudizio, infatti, l’obiettivo primario di uno scrittore – specie di un poeta – è quello di riuscire ad esprimere, per mezzo delle parole, le sensazioni percepite attraverso i cinque sensi ed esso può essere conseguito soltanto se si accetta la quotidiana sfida che le emozioni, prodotte da stimoli esterni, ci lanciano.

Come è nata Memorie? Quanto tempo ti ha portato via la stesura? Come è capitato per il racconto vincitore, anche nel tuo caso la tua opera è stata una delle poche che hanno avuto il parere massimo da parte di tutti i giurati…
E’ nata dal desiderio di rivivere emozioni provate in passato, attraverso la ricerca di varie immagini riposte tra i ricordi, ed è figlia di un percorso durato circa una settimana, che trae origine dal momento della stesura originale e si conclude all’atto del conseguimento – tramite opportuni accorgimenti – di quella definitiva.
 
La tua poesia ha un lirismo abbastanza diverso dalla maggior parte delle opere in concorso. Potremmo forse dire che la tua opera aveva un taglio più classico rispetto al resto, e ha (gradevoli) assonanze con altre opere molto conosciute. C’è qualche autore a cui fai riferimento – o con il quale condividi comunque un certo gusto poetico?
Mi fa piacere e mi inorgoglisce vedere il mio nome accostato positivamente a quello di autori noti, ma in
realtà non mi ispiro ad alcuno scrittore in particolare. Preferisco seguire la mia naturale indole in quanto ritengo che facendo riferimento all’altrui produzione si possa incappare, nolenti o volenti, in patetiche scimmiottature. Ciò non vuol dire che non presto attenzione alle opere d’illustri letterati, significa soltanto che le osservo dal basso, consapevole della loro unicità.      
 
Tu hai partecipato anche con un racconto (che non è stato premiato). Ti aspettavi – tra le due opere – che la poesia potesse avere più possibilità di vittoria?
A dire il vero, sì. Il mio repertorio letterario, infatti, è composto principalmente da opere scritte in versi, di conseguenza la prosa – che rappresenta peraltro una novità abbastanza recente della mia produzione
– occupa, al momento, uno spazio secondario.  

Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro?
No, li ho conosciuti soltanto grazie a questo concorso letterario.
 
Hai dato una scorsa alle altre opere e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo?
Ho letto tutte le opere presenti nell’antologia elettronica e quelle che mi hanno maggiormente impressionato sono “Giallo” di Giovanni Buzi ed “Era una notte” di Annalisa Rossi. Della prima mi ha colpito l’originalità
del taglio che le conferisce un ritmo atipico e la rende particolarmente coinvolgente; della seconda, invece, mi hanno colpito principalmente gli ultimi due versi che evidenziano magistralmente un’immagine carica di significato.
 
Per questa seconda edizione abbiamo avuto meno partecipanti di quelli dello scorso anno – anche se dal nostro punto di vista si può comunque parlare di una ottima riconferma. Hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione della prossima edizione del nostro concorso? O su un tema diverso da affrontare sempre nel limite delle 1800 battute? Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora?
Come consiglio per migliorare la prossima edizione del concorso vi propongo l’introduzione di un premio speciale da assegnare alla miglior opera scritta da un autore d’età inferiore ad un limite prestabilito (es. under 30, under 25…). Questa innovazione potrebbe incentivare la partecipazione dei giovani che, spesso, trovandosi a disagio nel competere con autori di maggiore esperienza, preferiscono rinunciare.
Per quanto concerne il tema, considerando l’ampia libertà volutamente garantita dal bando, sarebbe interessante sviluppare un’opera intorno al termine “Conflitti”, da interpretare in qualsivoglia accezione.
 
Se partecipi ad altro, tu normalmente come scegli a che concorsi partecipare? quali sono i criteri più importanti per la scelta?
Generalmente, se si tratta di una manifestazione che non conosco, mi dedico in primis ad un’attenta lettura del bando che ne rappresenta il “biglietto da visita”. I punti sui quali mi soffermo maggiormente sono: il tema del concorso (se non è “libero”, è importante che sia originale), l’eventuale tassa di lettura (se non è
assente, è importante che sia di modesta entità per evitare che possano sorgere dubbi sulle reali finalità del premio) e le clausole in materia di diritti d’autore (c’è una significativa differenza tra l’autorizzazione
alla pubblicazione di una propria opera e la cessione gratuita di tutti i diritti…).
 
Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground/KULT Virtual Press?
L’editoria elettronica rappresenta un ottimo veicolo di divulgazione soprattutto per le opere appartenenti
alla cosiddetta “editoria minore” le quali possono trarre giovamento dalla visibilità che questa “vetrina” multimediale può garantire. Ritengo, tuttavia, che i tempi non siano maturi per una sua diffusione capillare tale da porla in concorrenza con quella tradizionale, ma sono altrettanto certo che il processo d’informatizzazione promosso dalle istituzioni nazionali ed europee, tramite l’erogazione mirata di finanziamenti ai cittadini, ne agevolerà l’espansione, seppure in un futuro non tanto prossimo.

Hai un sito web o collabori con altre realtà in rete (o fuori rete) che si muovano in ambito letterario o culturale? Hai qualche consiglio di navigazione da dare a chi ci sta seguendo?
Collaboro con la rivista gio2000, il trimestrale di informazione generale a cura del comitato giovanile dell’Unione Italiana Ciechi della Toscana, nella quale sono presenti, tra le altre, due rubriche dedicate, rispettivamente, alla cultura ed alla letteratura. Sono disponibili due versioni: quella multimediale gratuita e quella cartacea a pagamento. Per ricevere la prima al proprio indirizzo di posta elettronica basta inviare
una e-mail – anche priva di testo – all’indirizzo
gio2000-subscribe@yahoogroups.com e rispondere positivamente alla richiesta di conferma che si riceverà successivamente. Per ogni ulteriore informazione si può consultare il sito www.gio2000.it

Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e speriamo di rivederti anche il prossimo anno

Marco Giorgini

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