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L’epoca d’oro del mistery

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L’Epoca d’Oro del Mistery

Fu Edgar Allan Poe nel XIX secolo a conquistare per la letteratura Mistery una folta schiera di appassionati, cultori ed estimatori.

Fu Edgar Allan Poe nel XIX secolo a conquistare per la letteratura Mistery una folta schiera di appassionati, cultori ed estimatori. Prima di allora la letteratura gialla era considerata poco più che uno svago innocente destinato alle fasce basse della popolazione, alla stregua dei fumetti si riteneva che potesse interessare solo commesse e fattorini in cerca di facili emozioni e di sensazionalismi.

Nel corso degli anni e in generale per tutta la durata del secolo scorso questo tipo di narrativa del mistero si è sempre più perfezionata come intreccio e come trama, arrivando a virtuosismi tali da interessare finalmente anche lettori e scrittori tradizionalmente colti e impegnati, che per la prima volta si appassionarono ad un filone fino ad allora considerato di bassa lega e popolare.

Così quella che era una branca sottovalutata della letteratura lentamente arrivò ad assumere i connotati di un vero e proprio genere letterario, destinato a non perdere mai di attualità in quanto perfettamente in grado di adeguarsi ai mutamenti sociali mantendendo nel contempo la fedeltà ai canoni narrativi tradizionali.

Il fenomeno assunse maggiori proporzioni nel Novecento, quando i grandi talenti del genere si sfidavano dalle pagine dei quotidiani in una delle più imponenti guerre di tiratura che mai si sono verificate nell’intera storia della letteratura.

I padri fondatori del genere con le loro creature infatti pubblicavano allora le loro novelle, romanzi e racconti dal sapore mistery a puntate sui principali periodici europei e americani, sfidandosi in una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi.

Il fascino di avventure mozzafiato, con un pizzico di intrigo, basate su intrecci magistrali, e realizzate con l’impiego di tecniche narrative di fidelizzazione, quali l’utilizzo di personaggi seriali, enigmi da risolvere, sfide intellettuali con il lettore, e le classiche puntate che si interrompevano proprio nel mezzo dell’azione, o subito prima della risoluzione del rebus finale, favorì l’interessamento di ogni tipo di classe sociale per questo filone letterario.

Finalmente non erano più soltanto commesse e fattorini a leggere mistery, ma si discuteva animatamente nei club sulle ultime avventure di Sherlock Holmes, le signore nei salotti commentavano estasiate le gesta di Fantomas, e nella City borsistica i giovani rampolli delle famiglie benestanti di mezzo mondo venivano catturati dal fascino maliardo di Arsenio Lupin.

Le classifiche di vendita erano alle stelle, ogni nuova puntata veniva reclamizzata con un vero e proprio battage pubblicitario, gli autori si sfidavano l’un altro per escogitare storie sempre più ingegnose e per inventare personaggi affascinanti, stravaganti e geniali in grado di incantare i lettori.

Al punto che perfino autori di fama mondiale, come Sir Arthur Conan Doyle, furono costretti a piegarsi al volere del pubblico, facendo magari resuscitare il protagonista della serie, dopo una morte che era stata ritenuta ingiusta e troppo precipitosa da migliaia di scatenatissimi fans in ogni parte del mondo.

Successivamente, alla conclusione di quella che fu poi definita come l’epoca d’oro del Mistery, il genere si fuse con altre sotto correnti letterarie generando stagioni successive di narrativa gialla mista al noir, alla detection, e all’hard boiled, che gli conferirono ulteriore smalto, rendendolo agile e scattante, al passo con i tempi, ma sempre intramontabile.

Lo scrittore in assoluto più prolifico di questa nuova fase di contaminazione tra i generi fu il belga George Simenon, straordinario autore della serie del Commissario Maigret, e di numerosi romanzi gialli e polizieschi non seriali, per una produzione complessiva di oltre 500 volumi.

Tutto il resto è storia, dalla nascita in Italia della collana gialla Mondadori del 1929, che diede una sensazionale svolta all’editoria italiana, fino al veto del regime fascista del 1941 che vietava la produzione, la distribuzione e la vendita dei romanzi gialli o polizieschi in tutto il territorio nazionale, causando un blocco di quasi venti anni, interrotto con la ripresa del genere solo nel 1966 con la pubblicazione del celebre romanzo Venere Privata di Giorgio Scerbanenco, il padre fondatore della detective story italiana.

Oggi grazie alle opere di Camilleri, Machiavelli, Lucarelli, Bernardi, Evangelisti, Pinketts e moltissimi altri autori della nuova generazione del Mistery, il genere conosce un periodo di rinnovato vigore con la prolificazione di scattanti commissari, investigatori casalinghi, e personaggi attuali, perfettamente calati nella realtà contemporanea.

Anche le serie televive danno sempre più spazio a questo genere investigativo nostrano, che ripropone, in chiave italiana, gli esperimenti già tentati con notevole successo nel resto del panorama letterario internazionale.

Il grande Mistery dell’epoca d’oro non è dunque morto, ma trasformato, integrato e perfettamente uniformato all’ambiente, come una creatura camaleontica, muta e si adatta, rivelandosi uno dei generi classici forse meglio destinati alla conservazione della specie.

Sabina Marchesi

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