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Fondazione #7

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Fondazione #7

Lo ripeto tutte le volte, ma non per questo è meno vero: tra le tante cose di stampo letterario che ricevo per posta ce n’è una che riesce sempre a stupirmi. Che prendo in mano con sguardo un po’ affamato, che sfoglio febbrilmente più volte, prima di sedermi sul divano ed iniziare a leggere pagina dopo pagina. Di cui mi vanto il possesso con amici e conoscenti. Che ha una tiratura limitata per cui ogni singola copia è un piccolo “oggetto pregiato”. Che trasuda, sempre, competenza e passione.
Sto ovviamente parlando di Fondazione, fanzine catanese diretta, tra gli altri, dai noti anche sulle pagine di KVP Enrico Di Stefano e Claudio Chillemi, che in questo ottavo numero (considerando anche l’intrigante #0) ha continuato quel percorso di crescita che ne fa desiderare una uscita più vicina nel tempo.
Questo numero è comunque ancora più bello del solito, non solo per l’ottima copertina (di Luciano Montemarano), per l’impaginazione curata o per i tanti articoli presenti, ma anche per la presenza di un fumetto COMPLETO, uscito pari pari (come vincitore) dal concorso Immagini di Fantascienza 2: Libero Arbitrio di Dario Santarelli & Renato Manzoni
Fumetto che si innesta benissimo nelle consuete tematiche SF che si possono gustare in crescendo, passando dall’editoriale allo splendido articolo su SF e Radio (di Annetta Soppelsa), alle recensioni di libri e fumetti di genere, all’opera monografica su Erle Cox (a cura di Emilio Di Gristina) e su tutto il resto del materiale proposto, compreso un resoconto, scritto da Claudio Chillemi e Rosaria Leonardi, sulla Sticcon 2005.
E ovviamente non si può non sottolineare la presenza di ben tre racconti di ottima fattura, ovvero L’eterno vassallo di Roberto Furlani, Il Guardiano di Fabio Massa e Melecotopia di Giancarlo Manfredi.

Che dire? Anche questo numero redattori e collaboratori hanno veramente colto nel segno. E ora non ci resta che l’acquolina nell’attesa del numero #8 – acquolina che cercheremo di placare, di tanto in tanto, con la rilettura di quanto già in nostro fortunato possesso.

Marco Giorgini

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