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Dialogo

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Dialogo

 

Il bambino si avvicinò al ragazzo steso sul grande prato, all’ombra di un albero.

“Che fai?”, chiese.

“Niente… penso”, rispose il ragazzo.

“E a che pensi?”

“Non lo so… penso al mondo, alla vita. Roba così”. Il ragazzo fece un gesto d’impazienza.

“Perché?”, insisté il bambino.

“Bè… non lo so. Ma che vuoi?”

Il bambino fece una smorfia. “Mamma ha detto che il pranzo è pronto”.

“Nicolas, la mamma non c’è più e lo sai bene. Quella è solo la moglie di papà”

“Perché dici così?”, protestò il bambino.

“Perché è vero. Tu lo sai che è vero, non fingere!”, ribatté con forza il ragazzo che ora si era drizzato a sedere.

Una lacrima iniziò a scendere lungo la guancia di Nicolas. “Però… io le voglio bene lo stesso. Lei è sempre tanto buona con me, mi vuole bene. E vuole bene anche a te, me l’ha detto.” Ora stava piangendo. “Non è colpa mia se la mamma non c’è più. Non è colpa mia!” disse singhiozzando.

A quel punto il ragazzo si inginocchiò di fronte a lui, gli asciugò le lacrime con la mano e gli diede un bacio sulla fronte. “Lo so che non è colpa tua, Nicolas. Lo so”.

Il bambino abbracciò il ragazzo e si lasciò cullare così per un po’.

 

“Ragazzi! Il pranzo è pronto!”, una voce di donna gridò quelle parole da lontano.

Il ragazzo guardò il fratellino. “Stai meglio ora?”

“Si”, rispose lui asciugandosi le ultime lacrime con un braccio.

“Bene”, sorrise il ragazzo, “andiamo a mangiare”.

 

Old Jack

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