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Bucoliche – Publio Virgilio Marone

3 min read
A cura di M.Geymonat
Testo latino afronte
Garzanti Libri
Collana I grandilibri
Pagg.XXIII-143
ISBN9788811362562
Prezzo€ 8,00

 

La serenità che infonde la natura

 

Le Bucoliche,dal greco  Βουκολικά,cioè pastore, mandriano, è la prima  grande opera scritta da un ancor giovaneVirgilio in un’epoca fra le più tragiche nella storia di Roma, quella delleguerre civili.
Ci sono tutti i motivi per ritenere chequesta raccolta di componimenti, costituita da dieci ecloghe esametriche, siastata il frutto di un’idea spontanea volta a evidenziare il quieto mondopastorale in contrapposizione all’orrore e ai lutti che allora insanguinavanoil mondo romano.
Quindi sono scaturite con un sensonostalgico e di rimpianto, ancor più acuito dalla perdita delle proprie terre,distribuite ai veterani nel 42-41 a.C. dal II Triumvirato.
A differenza delle Georgiche e dell‘Eneide,commissionate, nelle Bucoliche c’è una piena e completa libertàcreativa, che permea l’opera, verso dopo verso, mai ribelle od ostile, maadditante un modo di vita che, anche all’epoca e stante la situazione politica,sembrava ormai remoto.
La purezza dello stile, i temi trattati, uncontinuo senso evocativo, non disgiunto da un rimpianto dai toni tuttavia maiaccesi, incantano ancor oggi il lettore e in un certo qual senso non fannorimpiangere i tratti epici e anche intimisti dell’Eneide.
Si avverte chiara la palpitazione di unpoeta che brama esiliarsi volontariamente in un mondo idealizzato, che va oltrei ricordi fanciulleschi della sua casa ad Andes, dimora natia e quindi legataal cuore, ora più che mai, giacché non più sua, ma di un ignoto legionario.
Sono pagine di un animo tormentato in cercadi una pace, metafora di un mondo, quello romano, che brama la stabilità, senzapiù lotte fratricide.
Le Bucoliche furono un immediatosuccesso e rivelarono in quel giovane che veniva dalla Gallia, di carnagionescura, poco incline all’ars retorica, un poeta nuovo, un artista cheaveva in serbo idee che andavano oltre la linea tradizionale e che era in gradodi trasformarle in lavori di grande fascino e pressoché perfetti.
Quello che stupisce di quest’opera è lastraordinaria attualità, perché Virgilio ci dice sostanzialmente che, nel casodi perdita dei valori, al fine di evitare che la realtà possa essereinsopportabile, si deve avviare un dialogo con il proprio “io” voltoalla continua scoperta di ciò che è in noi, in un ritorno all’essenza dellecose e della vita anche con l’osservazione, umile, della natura che sta intornoa noi.
Per quanto ovvio, Bucoliche è unautentico capolavoro.
 
Publio Virgilio Marone (Andes, 15 ottobre 70 a.C – Brindisi, 21 settembre 19 a.C.).
Opere principali: Bucoliche, Georgiche,Eneide

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