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Corruption di Antonio Spagnuolo

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CORRUPTION di ANTONIO SPAGNUOLO

Un percorso di analisi nella poesia con radici nel lontano dopoguerra

Spagnuolo, classe ’31, napoletano, torna, dopo un paio d’anni dalla sua ultima pubblicazione: "Rapinando alfabeti", con una raffinata edizione della Gradiva Publications tradotta, per la prima volta, completamente in inglese, per il mercato americano. L’autore, di cui sono stati già prodotti testi in inglese oltre che in francese, greco, serbo-croato e spagnolo, si avvale, in questo libro, della collaborazione di Luigi Bonaffini. Quest’ultimo, fra i tanti, ha tradotto lavori di Dino Campana, Luzi e Pierro ricevendo plurimi riconoscimenti.
Rappresentativa ed essenziale l’immagine di copertina, "Dama nel sipario" (’02), opera di Guglielmo Roeherssen. Si direbbe immergersi, nella prospettiva, tra quelle terre dell’Es tanto care all’autore, medico prima ancora che affermato poeta con radici nella dissolvenza di un clima da dopoguerra. In un panorama ancora intriso di neorealismo e dove, contemporaneamente, si guardava avanti, a posizioni che sfoceranno nel Gruppo ’63. La sua produzione, tuttavia, prenderà consistenza a partire dagli anni ottanta, attraverso una più profonda maturazione degli originali esiti dello scrittore. Con "Graffito controluce" (’80), si avvia un ciclo che mette in evidenza, fra le altre, opere come "Fogli dal calendario" (’84), "Candida" (’85) e "Dieci poesie d’amore e una prova d’autore" (’87). La peculiarità di Spagnuolo si avverte nello stile quanto nei contenuti. Oltre, in quanto medico, ad attingere da certe terminologie scientifiche, in lui persiste, di fronte al perpetuarsi dell’esistenza, un dramma indagatore espresso in un costrutto che riporta all’idea psicoanalitica. Asor Rosa, inserendolo nel "Dizionario della letteratura italiana del novecento", lo interpreta come "affiorare di un elemento prelogico" che comporta "il rifiuto di una sintassi vincolante, sul piano del linguaggio come su quello del senso". Quella di Spagnuolo è una sofferta, continua ricerca che, in primo luogo, passa attraverso l’Eros, e quindi anche Tanatos, con tutto l’orrore per quanto resta nella dissoluzione dello scorrere della vita. Tra le pagine di Corruptions, lo ritroviamo nell’incombere della solitudine: "Ogni lanterna, nelle stanze deserte, sbircia il tuo volto" ("Every lantern, in the deserted rooms, eyes your face"), nel "sesso oscuro" che offre "inaspettate solitudini" tra "braccia trapassate dagli inganni". Talvolta assume particolari forme come "l’impasto delle tue mammelle" ("the kneading of yuor breasts") o "Ronza alle cosce, per svuotar le mie vene" ("drones at my thighs, to empty my veins"). Solo attraverso un "naufragare sul mio sesso" il poeta troverà un compimento della fase libido-morte "Trasformo e cancello: ora non cedo a rabbie" ("I trasform and erase: now I do not yield to rages"), ovvero nell’anteposto dramma di un ipotetico perpetuarsi: "Se ci sarà un’altra volta / il mio folle racconto / rattopperà lenzuola, mentre ancora alito mi circonda" ("if there is another time / my mad tale / will patch up bedsheets, while still a breath surrounds me"). Le tematiche della spiritualità, che trovano adempimento in "Venticinque poesie intorno alla croce" (’99), sono pure dolore insopportabile per la natura umana propria all’autore. La vita è già di per sé dolore perché Spagnuolo possa abbracciare del tutto il martirio rinnegando la sua natura più laica e raziocinante che, d’altra parte, pare alimentare, seppure in una tensione, il suo stesso sentire metafisico. "Attratto dalla croce, Spagnuolo non vi s’abbandona totalmente, forse perché già la vita è crocifissione, calvario" commenta Dante Maffia al riguardo e "l’ombra lunga e proiettata della Croce occidentale, risalta forse ancora più necessaria, ancora più pura di laicità" scrive, a tal proposito, Plinio Perilli. In Corruptions, letteralmente "Corruzioni", certi toni divengono più accesi e, dinanzi un’evidenza epocale: il terrorismo, il poeta manifesta "rabbia per una guerra non santa". Dio, in questo contesto, viene nominato persino con sfumature più confidenziali: "per quel Caino che decapita lo spazio / del vecchio Dio" ("for that Cain that beheads the space / of the old God"). Prende forma un’ "Invenzione del dubbio" nel "riaccendere le preghiere" ("Invention of doubt reignite prayers") per poi, improvvisa, infervorarsi "Iddio è una fornace lungo le mie carni" ("God is a furnace along my flesh") in una continua oscillazione dove "Gli artigli della fanciullezza" sono rinvenuti tra " gli spariti del tempo" e "… ghermisce l’angoscia contro Iddio. / Eppure", nondimeno, "all’orizzonte si allontana il bagliore di una vela" ("I’m gripped by anguish against God. / And yet the gleam of the sail fades off against the horizon"). Nella coltre del fitto mistero di questa vita, tra rughe che segnano il tempo ed il corpo, s’intravede una luce, fuggevole, come l’emozione, ed illuminante, come il pensiero, scorrere nell’essenza della sua stessa poesia "Odo l’informe desiderio di Dio" ("I hear the shapless desire for God") dichiara Spagnuolo nel penultimo componimento, in quello che lui stesso definisce "presagio oscillante con i raggi del sole" ("an omen wavering in the sunlight").

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Antonio Spagnuolo (Napoli, 1931), poeta e scrittore italiano.

Antonio Spagnuolo, "Corruptions", Gradiva Publications, New York 2002.

Approfondimento in rete: Antiarte http://www.antiarte.it/antonio_spagnuolo.htm / Vico Acitilio http://www.vicoacitillo.it/almat/spagnuolo.htm.

Enrico Pietrangeli http://www.lankelot.com/staff-pietrangeli.html, febbraio 2005.

Enrico Pietrangeli

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