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Silvia Dorme

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Silvia Dorme
(Giuseppe Mauro – Edizioni Il Foglio)


"Silvia dorme" di Giuseppe Mauro, pubblicato dalle Edizioni il Foglio, nella collana Dammi Spazio, è un romanzo breve davvero atipico nella costruzione e nella struttura narrativa. Particolare la duplicità di piani (ben descritta nella postfazione da Gabriele Dadati) utilizzata per narrare la vicenda.
Il romanzo è scritto alternativamente in prima e in terza persona: oggi e ieri, presente e passato in flashback, si intrecciano e si completano, arricchendosi di sfumature e significati, approfondendo le dinamiche psicologiche del protagonista, Mario.
Il romanzo si svolge tutto in una notte, nell’oggi almeno, in un viaggio in macchina nelle strade romane, tra Appia, Aurelia e Tuscolana, chilometri di strada e gli occhi allagati di sonno.
Mario guida, a Mario piace guidare di notte, Silvia dorme di fianco a lui, guidando Mario ricorda e ripercorre la sua vita.
Tanti interrogativi irrisolti e un viaggio notturno per chiarire i punti salienti del suo passato.
Mario riflette sui sentimenti. Primo fra tutti, l’amore. Riflette sulla vita di coppia e sulla difficoltà di amare. Lo fa in modo vero, lontano dai luoghi comuni, riportando frammenti di esperienza vissuta, di un quotidiano incerto che puzza di precario e che mette a volte addosso la voglia di scappare dalle responsabilità e dalla routine (…Che la realtà ti fa le ali di piombo, se non ci stai attento.) Mario riflette su come, a volte, quasi senza accorgersene, le strade di due persone che hanno vissuto insieme a un certo punto divergano, verso diverse aspirazioni (Qualcosa si rompeva qua e là. Mario non sapeva cosa fosse, certe volte sentiva uno scricchiolio nelle parole che si dicevano, negli occhi di Pàmela che lo guardavano. Come insofferenza blanda.)
Mario medita sulla vita, sulle prospettive future, sulla famiglia, sul lavoro, o meglio sulla mancanza di un lavoro, e su sua figlia. Perché Mario ha una figlia, Laura, avuta da Pàmela, l’altra donna della sua vita, prima di Silvia.
"Silvia dorme" è un libro che parla di storie d’amore e lo fa in modo originale: la storia passionale con Pàmela, travolgente e sensuale cantante e quella con Silvia, babysitter di Laura, che lo ha salvato dalla caduta dopo l’abbandono di Pàmela. Queste tre donne hanno segnato e cambiato la vita di Mario.
Nel libro si parla anche di musica, che occupa una parte importante nella narrazione.
I suoni, il ritmo, la musica sono fondamentali per il protagonista (Io catalogo le persone per la voce che hanno e per i loro silenzi) quanto per l’autore.
Sia nel ritmo narrativo, sia a livello di suggestioni che la lettura lascia dietro di sé, sia nei riferimenti più o meno espliciti dell’autore, la musica ritorna costante, ora jazz, ora blues, ora grunge, in sintonia con le emozioni di Mario.
"Silvia dorme" è un romanzo dolce e amaro insieme, intenso e malinconico, non privo di ironia. Facilmente il lettore si ritrova, almeno in parte, nei sentimenti e nei pensieri del protagonista.
È difficile descrivere la bellezza di questo romanzo, perché al di là della trama, nel complesso semplice, il suo potere è proprio nei profondi e fulminei ricordi, veloci sprazzi di suoni e immagini, tessere di un mosaico che è la vita del protagonista, intervallati da immagini e descrizioni della notte, bellissime, che distraggono nel suo viaggio, di tanto in tanto, Mario dal suo fantasticare (Certe notti che guido la luna è intensa, io riesco a vedere le strade e tutto quello che mi corre di fianco. Allora, io guardo i campi scuri rassodati, che stanotte è freddo e domani saranno pieni di brina leggera e trasparente. Sotto i campi, i casolari sperduti si susseguono asimmetrici aritmici assenti, immagino gente dentro che già dorme da tre ore che domani, è un’altra alba e un altro pezzo di vita rancida da azzannare con la rabbia di chi non sa perché; o cosa. Intorno gli alberi spolpati dal gelo … che domani è un’altra primavera da masticare con cura e che cazzo gliene frega a loro del perché o di cosa, l’importante è esserci con i fiori le foglie e tutto il resto. Come non dovere mai morire. …L’inverno è uno spettacolo, io me lo godo in prima fila…correndo piano a sessanta all’ora sul livello del mare).
Ancora la bellezza del romanzo è data dall’atmosfera particolarissima che la scrittura viene a creare, irreale, come a volte sono irreali le presenze della notte, distorta e deformata come sono distorti e deformati gli avvenimenti e le persone nel ricordo.
In un’intervista Giuseppe Mauro, parlando di scrittori e di lettura, affermava " desideravo imitare tutti quelli che possedevano quella incredibile magia che mi condannava, in certi giorni, ad aver bisogno di leggere. Li invidiavo, volevo essere come loro: magico."
Direi che Giuseppe Mauro ci è riuscito. La sua scrittura è davvero magica, tanto che "Silvia dorme" è uno di quei libri che quando hai finito di leggerlo, hai voglia di rileggerlo.

Stefania Gentile

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