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Black Out

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Black Out
(Claudio Gianini – Edizioni Clandestine)


In una Milano autunnale, piovosa e grigia, uno spietato serial killer in una notte di black out inizia una catena di efferati delitti. Cinque donne sgozzate e violentate in cinque giorni e due poliziotti alla ricerca della verità.
All’attività investigativa si intrecciano le vicende dei personaggi: il protagonista, ex poliziotto, condannato a una progressiva cecità da una malattia, i suoi ex colleghi e le vittime, amanti del protagonista; tutte le donne con le quali ha avuto una relazione vengono infatti inspiegabilmente uccise, in una devastante sequenza omicida.
Un romanzo avvincente, nel quale tante storie e molti indizi si intersecano, le esperienze familiari degli investigatori, i casi complessi dei clienti del protagonista che, dopo essere stato sospeso dalla polizia in seguito a un provvedimento disciplinare, si guadagna da vivere facendo il detective privato, l’oscuro passato di alcune vittime aprono a ventaglio molte possibili piste e moventi tutti da vagliare e da seguire.
Accuse e sospetti rimbalzano da uno scenario all’altro, da un personaggio all’altro. Quale la verità?
A complicare le indagini, le dinamiche familiari e rapporti di amicizia che legano i personaggi tra di loro. Nel tessuto narrativo ben congegnato l’autore delinea con maestria le personalità, le abitudini, le emozioni dei personaggi dalle quali emergono delusione, rancore, amarezza per vissuti fallimentari e una difficile realtà psicologica segnata dalla morte e dalla solitudine, da tradimenti e disillusioni.
Le storie personali, strettamente interconnesse all’indagine, tolgono lucidità agli investigatori e lasciano spazio all’esitazione, impedendo a un buon poliziotto di seguire la prima intuizione, l’istinto, lasciano spazio allo sgomento e all’incredulità: è possibile dopo anni di assidua frequentazione non conoscere una persona a fondo?
Uno scandaglio nell’anima, un continuo confrontarsi con le proprie paure, i propri incubi, i propri errori, con la malattia, la violenza, il male, da estirpare come missione di una vita per scoprire che il male, il marcio, è più vicino di quanto si pensi, nascosto dietro l’apparenza normale della quotidianità.
Il vero protagonista del romanzo non è il serial killer e nemmeno l’investigatore ma il male inteso come malattia fisica ma soprattutto come malattia psicologica.
Tutti possono essere colpevoli, avere un momento di black out, un vuoto della coscienza in cui percepire il grido del sangue, della morte, del sesso, paradossalmente, per sentirsi vivi, per riscattarsi e redimersi. ("Non esiste il bene senza il male. Dobbiamo solo capire quale prevale in noi stessi … Non esistono punti fermi. Tutto cade e rotola senza fine … E oggi penso che le cose siano in realtà molto semplici: perché il bene possa manifestarsi deve esistere il male. Quindi se vogliamo eliminare il male è sufficiente distruggere il bene. L’uno e l’altro indifferentemente. La sola vera salvezza si trova nella distruzione.").
L’aspetto più terrificante del mostro è proprio la sua apparente normalità e nella lettura di "Black out" si prova quel misto di paura e di inquietante attrazione per il serial killer, insospettabile omicida. Quello che più affascina è l’incontro con la personificazione del male, la duplice personalità, divisa e tormentata da una doppia drammatica esistenza.
L’assassino appaga i suoi fantasmi di distruzione e di morte e realizza la sensazione di onnipotenza, di dominio della vita altrui e quindi anche della propria nel folle tentativo di sopprimere il male eliminandone l’antagonista ("…io non ho mai creduto in Dio. Il mio oppio non è mai stata la religione. Semmai un eccesso di fiducia in me stesso.").
La psicosi impedisce il ricordo, lascia affiorare solo a tratti il lato oscuro di un’anima stravolta. La verità rimossa, inaccettabile, irriconoscibile, a volte squarcia il buio in fotogrammi di crudeltà e sangue, davanti ai quali il lettore rimane sospeso e incerto su quale sia la pista giusta da seguire: incubi, premonizioni, ricordi o realtà?
Black out, buio fisico della cecità del protagonista e buio mentale, della coscienza.
L’inconscio si fa strada nell’animo del protagonista verso un’allucinante verità? Oppure la drammaticità delle esperienze da lui vissute negli ultimi giorni, la perdita delle donne della sua vita, porta il suo animo devastato dalla sofferenza e dalla solitudine alla dimensione distorta di immagini deliranti? Quale è la realtà, chi il vero colpevole?
Claudio Gianini ha dato vita a un gran bel giallo. "Black out" è un noir sconvolgente, che si dipana veloce, tassello dopo tassello, verso un epilogo che fa riflettere. Una storia complessa e ricca di colpi di scena che tiene il lettore con il fiato sospeso fino fine.
Stefania Gentile

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