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La prima volta

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La prima volta

Devo confessare che la partecipazione a questo Festival di Venezia, la mia prima in assoluto, è avvenuta in maniera del tutto casuale. Dopo le vicissitudini dell’amico Michele dell’anno precedente, e la difficoltà nel reperire un alloggio, pensavo di dover saltare per l’ennesima volta la kermesse cinematografica. Invece eccomi presente sul campo ad affrontare problemi organizzativi molto minori di quelli che mi erano stati prospettati, e che pure avevano caratterizzato le precedenti edizioni del Festival. Forse l’impostazione di Barbera, o la minore presenza di persone a questa edizione, ha consentito che si evitassero quelle clamorose code alle sale, e a parte qualche evento speciale, come il film di Kubrick, replicato comunque fuori programma almeno un paio di volte, si è potuto assistere a tutte le proiezioni senza particolari problemi. Non mi è sembrato che ci siano stati molti esclusi, almeno nei tre giorni di festival cui ho assistito. A proposito, ho chiaramente mancato il Leone D’Oro ed il Gran Premio Speciale Della Giuria, in compenso ho assistito ai film che hanno visto protagonisti il migliore attore e attrice: Jim Broadbent in "Topsy-Turvy" di Mike Leigh e Nathalie Baye in "Une Liason Pornographique" di Frédéric Fonteyne (premi assolutamente meritati).
Tornando all’organizzazione, devo dire invece che ho potuto gestire in maniera piuttosto elastica le "mie" proiezioni ed assistere anche a film non contemplati dal mio accredito, come ad esempio quello di W. Allen.
Piuttosto deludente, invece, è stato il grande popolo degli accrediti. Le cronache di chi aveva già partecipato al Festival dipingevano un quadro epico sulle proiezioni per "culturali", le più energiche, le più combattute, in cui il bel film era esaltato ed applaudito ed il brutto film fischiato e distrutto. Francamente non vi ho trovato tutta questa vivacità, applausi sì, se ne sono sentiti, ma anche molti silenzi e pochi fischi. Forse non c’erano tutti questi film "mattone" indicati dalla stampa, ho forse erano talmente piatti da coinvolgere in questa piattezza anche il pubblico. Personalmente, nei tre giorni di Festival cui ho assistito, visionando 14 film, non ho trovato un livello eccezionale, ma qualche buona pellicola si è vista: fra le mie segnalazioni indicherei "Being John Malkovich" di Spike Jonze", "Une Liason Pornographique" di F.Fonteyne, "Holy Smoke" di J.Campion e "Buddy Boy" di M.Hanlon.
Qui sotto sono riportate indicazioni e suggerimenti tratti dall’esperienza personale di quest’anno.



Decalogo per un novizio del Festival del Cinema di Venezia.
(ovvero tutto quello che gli altri non vi dicono e danno per scontato)

1.
Il Festival di Venezia, nonostante il titolo, non è a Venezia città. Non aspettatevi, una volta usciti dalla stazione, di trovarvi di fronte al Palazzo del Cinema. La kermesse si svolge al Lido1.
2.
Una volta preso il traghetto per il Lido (prendete il diretto, evitando di perdervi nel tour romantico del Canal Grande, troppo dispendioso in termini di tempo ed energie), ricordatevi che il Palazzo del Cinema non è all’uscita della fermata. Bisogna prendere il tram (in verità poco distante).
3.
Non seguite le persone cercando di intuire i probabili frequentatori del Festival. Rischiate di farvi, alla meglio, il percorso a piedi fino al Palazzo (una ventina di minuti). In questo genere d’eventi è bene cercare di risparmiare energie, dove si può. Vi torneranno sicuramente utili.
4.
Se arrivate al Palazzo del Cinema di buon mattino, non spaventatevi: non avete sbagliato periodo, il Festival c’è ed è attivo. La mattina gli addetti ai lavori e le "star" dormono. In realtà non c’è nessuno in giro perché il grande pubblico dei "culturali" è stipato2 nelle sale per le proiezioni mattutine.
5.
Il primo passo è dirigervi a riscattare il proprio accredito (l’accoglienza è al Palazzo del Cinema: per orientarci, quello di fronte alla passerella). Quando studiate il programma, rammentate di verificare a quali proiezioni potete assistere con il vostro accredito (la sigla cult-prof è la vostra, sempre che non siate della stampa o le altre forme intermedie: industry, periodica ecc.…). N.B.: il pubblico paga ai botteghini (si riconoscono dalle code).
6.
Se volete assistere ai film non mirati specificatamente al vostro accredito, rammentate che alle proiezioni della sola stampa non vi fanno entrare. Il resto delle proiezioni le potete giostrare, ma ricordate che più il film è sconosciuto, e quindi meno frequentato, più avrete la possibilità di entrare. La regola è quella per cui in proiezioni miste (per tutti i tipi di accrediti e per il pubblico) la precedenza è del pubblico pagante al botteghino, e gli accrediti culturali sono gli ultimi.
7.
Sempre se volete assistere a proiezioni non "vostre", cercate di studiarvi le varie sale ed il personale addetto. Di solito c’è sempre qualcuno che non controlla i pass. Mostrate indifferenza e passate velocemente ai controlli, fingendovi un’abituè di quelle proiezioni. Magari cammuffate il vostro pass, nascondendo la scritta, ma in ogni caso fate vedere di averlo. Se vi "beccano" mostratevi stupiti e certi della vostra buona fede3.
8.
Per chi arriva al Palazzo del Cinema la sera o nei giorni festivi (sconsigliato a priori perché aumenta la confusione e quindi la possibilità di sbagliare), non fatevi distrarre dagli eventi mondani: puntate direttamente allo scopo e prima di buttarvi, completate prima la fase illustrata al punto cinque.
9.
In occasione del Festival, e forse non solo, cercheranno di "pelarvi" in ogni modo. Evitate acquisti non necessari alla propria sopravvivenza. Con il cibo pagherete sempre di più di quello che vi offrono. In questo caso, ognuno si organizzi secondo le proprie abitudini. Ricordate che chi è venuto al Festival per una full immersion, non avrà molto tempo, e quindi spesso si troverà a nutrirsi in movimento. Organizzandovi prima avrete la possibilità di scegliere cibi che più vi aggradino (si parla comunque sempre di pasti "al sacco") e acquistati a prezzi più umani nelle botteghe meno frequentate. Di contro, sappiate che dovrete trascinarvelo per tutta la giornata. È infatti scontato che un "culturale", se non ha la fortuna sfacciata di alloggiare al Lido vicino al Palazzo del Cinema, rimanga al Lido tutto il giorno.
10.
Per chi invece vive il Festival da un punto di vista mondano con ritmi più "vacanzieri", non avrà i problemi di cui sopra, mettendo comunque in conto l’oneroso lato economico. Si potrà concedere il tour a Venezia città, il bagno al Lido, se il tempo lo consentirà, e magari, ma ci vogliono gli agganci giusti, le feste di contorno ai fari film. Rammentate che al mattino non c’è mondanità: nei giorni "feriali", le passerelle si muovono intorno alle otto di sera, mentre nei giorni festivi i ritmi sono più serrati (passerelle anche nel primo pomeriggio). Solitamente la mondanità la trovate intorno all’hotel Excelsior ed al Palazzo Grande, e comunque seguite i cameraman: vi porteranno "alla fine dell’arcobaleno".

Andrea Leonardi

1
Accidenti è vero! Lo sfondo è una romantica immagine del Lido.

2
L’effetto "presepe" si fa già sentire, l’aria è gravida e viziata fin dalle 10:00.

3
L’italiano medio è fintamente ingenuo e di fede ne ha da vendere.

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