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Panchina rosa

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Panchina rosa

E’ di questi giorni la notizia, che la più forte giocatrice Italiana di calcio, sarà la prima donna allenatore. Sin qua niente di clamoroso, se non fosse che è stata chiamata, per allenare la Viterbese formazione che l’anno prossimo giocherà in C1. La giocatrice in questione è Carolina Morace, che vanta 150 presenze nella Nazionale, 554 gol, una laurea in legge, e nel "tempo libero" è l’opinionista di Telemontecarlo.
La maggior parte degli sportivi modenesi conosceranno la Morace, visto che con lei in squadra, Modena ha vinto lo scudetto. La notizia ha colto tutti di sorpresa. Si era parlato che dovesse allenare una squadra maschile, nei campionati minori, e già tutti i ben pensanti storcevano il naso, figuriamoci adesso che deve allenare in C1.
Non mi risulta, al momento, una legge o decreto legge, che neghi ad una donna di allenare degli uomini, quindi non trovo giusto questo clamore.
Più che altro mi pare preoccupante per la Morace, il suo datore di lavoro, difatti il presidente è il proprietario del Perugia, ossia quel Luciano Gaucci conosciuto come "mangia allenatori".
Non vorrei che prendere una donna come allenatore, sia stata una delle solite provocazioni del vulcanico presidente umbro. Naturalmente si sono sprecati i commenti. Una parte della tifoseria, ha già contestato la scelta del presidente Gaucci. Ho avuto anche modo di sentire- ahi noi – che qualche giocatore in caso di vittoria chiederà all’allenatore di fare la doccia con loro, lascio a voi, ogni eventuale commento.
Uno dei pochi a complimentarsi ed a porgerle gli auguri è stato Carletto Mazzone, guarda caso il suo presidente è lo stesso della Morace. Credo che proprio per questo, hanno entrambi bisogno di tanta fortuna, fattore – purtroppo- non necessariamente legato alla propria capacità.
Vorrei giudicare la Viterbese per il suo modulo di gioco, indipendentemente dal sesso dell’allenatore. Sarà il campo a dirci, se la Morace ha un futuro in qualche squadra di categoria superiore. La grinta non le manca, e nel girone B della C1- meno tecnico rispetto al girone A, dovrà barcamenarsi tra mille difficoltà. La Morace, ogni domenica, troverà un ambiente ostile, immagino già, i vari cori del cretino di turno, o le risatine sarcastiche di qualche collega, che magari gufando, non aspetta altro che prenderle il posto in panchina.
Non vorrei essere retorico, ma sappiamo o almeno è facilmente intuibile, cosa potrà accadere se dovesse andar bene, o invece dovesse fallire.
Nel primo caso, si sprecheranno i complimenti, e tutti diranno che era scontato visto il suo passato di calciatrice. Tutti gli allenatori correranno a vedere i suoi allenamenti, citando chissà quale modello cui si è ispirata. Nel caso d’insuccesso, invece si dirà che una donna non potrà mai allenare gli uomini, per i soliti banali motivi, che non mi pare il caso di citare.
La verità -senza falsa demagogia- è che l’allenatore di turno della squadra avversaria, in caso di sconfitta, rischia di essere deriso, poiché ha perso con una donna. Sono pronto a scommettere, che dopo una sconfitta con la Viterbese, qualche presidente esoneri il proprio allenatore.
Purtroppo non possiamo nasconderci dietro un dito, sappiamo tutti che il mondo del calcio è maschilista, adesso tutti hanno timore ad esprimere la propria opinione, perciò preferiscono rilasciare dichiarazioni improntate sulla prudenza.
Mi sarebbe piaciuto sapere, dalle interviste che ha concesso, come pensa di disporre in campo i giocatori, era più opportuno farle domande tecniche, e non invece le solite banalità, un esempio per tutti: "Come ti comporterai in uno spogliatoio d’uomini?".
Penso che la chiave di volta del successo della Morace, sia lo spogliatoio.
Se riuscirà a farsi seguire dai suoi giocatori, e potrà lavorare in un ambiente sereno, otterrà ottimi risultati, togliendosi parecchie soddisfazioni. Come calciatrice ha già dimostrato d’avere un carattere forte, questo le potrà tornare utile anche da allenatore.
Ho seguito la Morace, quando lavorava a Goleada, trasmissione sportiva della domenica su Telemontecarlo, e non ricordo mai, una dichiarazione fuori posto, o qualche commento sopra le righe. Questo è una buona base di partenza, quante volte ci capita di sentire allenatori che fanno dichiarazioni, che definire delle buffonate sarebbe un eufemismo?
L’unica cosa che chiedo a Carolina – l’avrei chiesta a chiunque, – è di lasciare i 6 punti alla squadra della mia città, il ritrovato Catania, proprio quest’anno promosso in C1,dopo varie vicissitudini che hanno portato i rossoazzurri lontano dal calcio che conta.
A bocce ferme tutto è possibile. Perché non sognare che il Catania, e la Viterbese di Carolina Morace siano promosse in B, magari ritrovandosi l’anno venturo con il Modena?
Immagino che non sarete tanto d’accordo, ma in estate, tutti possono sognare di vincere.
Nel frattempo, in bocca al lupo Carolina e 1000 di queste panchine.

Luca Savoca
l.savoca@sincretech.it

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