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’99 morto che parla

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’99 morto che parla

Ancora una volta una breve digressione sul cinema italiano. All’imminente avvio del festival di Cannes, sempre più corteggiato e sempre più esageratemente osannato, ritornano le pietose cronache sullo stato di salute del nostro cinema. "Un solo film a Cannes contro ben quattro francesi!" "Il cinema italiano è in crisi! Mai così pochi film italiani a Cannes!" Le solite lamentele senza senso e fuori luogo. Dando per scontato che ogni festival privilegi la produzione nazionale, e Venezia non è da meno, e ammettendo che il risultato di questa politica un po’ forzosa non è sempre felice, ancor meno felice è la scelta di tastare il polso del nostro cinema basandosi sul numero di film in concorso sulla Costa Azzurra. "La balia" di Bellocchio è comunque un ottimo biglietto da visita e "La leggenda del pianista sull’oceano" è stata esclusa per motivi assolutamente indipendenti dalla sua effettiva qualità artistica. Del resto ha perfettamente ragione Maurizio Nichetti1, uno dei giurati dell’edizione di quest’anno, quando dice che i film da selezionare sono talmente tanti e la decisione dipende da tanti di quei fattori (non necessariamente la qualità, quindi) che la scarsezza di film italiani non è assolutamente da considerarsi un sintomo di disagio del cinema italiano. Nichetti aggiunge inoltre che sulla vicenda dell’eccessiva lunghezza del film di Tornatore, dato che proprio la querelle sui tagli da eseguire sembra l’imputato principale della sua esclusione, non c’è da stupirsi: accettando un finanziamento dalla major hollywoodiana se ne accettano anche le regole di quella grande industria che Hollywood è. Il film di tre ore è poco vendibile, difficile da programmare e allontana (quasi sempre…) lo spettatore.
Ci si lamenta del calo dei biglietti venduti nella stagione 98/99 rispetto a quella precedente. "Un assestamento assolutamente previsto", commentano alcuni ed io sono d’accordo con loro. Provate ad andare al cinema una domenica qualunque compresa tra Ottobre e Marzo e sarete certamente dello stesso parere. Il nuovo boom degli ultimi due, tre anni è un vero e proprio miracolo, tale da ridare vigore all’offerta di sale nelle città più fortunate, alla qualità dei posti e degli orari, alle serate col prezzo ridotto. Per fare un esempio, la trasformazione in multisala di alcuni cinema di Modena permette anche di vedere qualche ottimo film che altrimenti sarebbe sparito dopo una settimana di programmazione nelle due sale d’essai. I gusti sono gusti ma il successo commerciale di "Bagnomaria2" o di "Lucignolo3" sono un segno di salute economica, l’Oscar a Benigni il giusto suggello ad un altro cinema sempre italiano, l’uscita di alcune pellicole più che valide fa da coronamento all’ennesima stagione positiva, secondo me.
A Cannes ci sono pochi film italiani? Guarderemo gli altri, che tra l’altro sono di ottimo livello, come al solito.

Benatti Michele

1
Proprio quello di Volere volare molto apprezzato in Francia.

2
Aiuto

3
Non l’ho visto ma ho sentito commenti positivi. Attendo risposte da voi.

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