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Mi parli

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Mi parli

Mi parli, mi guardi negli occhi e mi dici che mi vuoi bene.
Poi mi chiedi come sto, come sto ‘veramente’.
Non vuoi sentire le solite parole vuote e inutili che sono la risposta ad una banale domanda. Risposte banali perché risposte che non interessano. Risposte vuote ed inutili perché risposte non ascoltate.
Cosa vuoi che ti dica? Che ti voglio bene anch’io? Che tutto è indirizzato sulla strada migliore, quella cosparsa solo da petali di rose e da nessuna spina? Sì, forse è solo questo che vuoi sentire, perché è quello che ti fa sentire meno male, quello che non ti da opportunità di tornare indietro o anche semplicemente di guardare indietro per vedere cosa puoi aver perso. In questo modo hai guadagnato tutto. La gioia, l’amore, la felicità. Di non aver fatto del male.
No. Tu non hai mai fatto del male a nessuno. Sono solo io che ogni sera lo faccio a me stesso. Sono io che ogni volta che vedo comparire l’odiata letterina nell’angolo inferiore destro del mio computer spero che sia stata tu a scrivermi anche per dirmi solo ciao. Sono io che mi attacco a ogni tuo forse nella assurda speranza che diventi realtà. Sono io che rimango sempre bastonato, in attesa di vederti comparire dinanzi a me anche quando sei lontana.
Cosa vuoi che risponda alla tua domanda: " Come stai? Veramente!".
Non ho altra scelta e risponderò sempre "Benissimo". E cercherò di vedere solo gli aspetti positivi del mio animo, della mia vita, del mio lavoro. In fondo mentire è facile, basta solo non raccontarti le mie emozioni e i miei sentimenti. So benissimo ormai come fare a spostare il discorso su cosa più frivole, evitando di affrontare l’argomento. Anche non dire le cose vuol dire mentire? Anche ammorbidire la verità fa di me un vile menzognero?
Veramente, sto malissimo. Come potrei sentirmi quando mi dici che mi vuoi bene, che me ne hai sempre voluto e che sempre me ne vorrai perché c’è qualcosa di indescrivibile, qualcosa di impalpabile ma di solidissimo che in qualche modo ci lega?
Io non ti voglio bene, io non te ne ho mai voluto.
Io ti amo.
E tutto si esaurisce in questo. Ci ho messo tanto ad ammetterlo anche a me stesso, e l’ho detto anche a te, ma sono stato bravo. Ti ho fatto credere fosse un amore platonico, quello che lega gli amici più veri e che anche se tra due persone dello stesso sesso non è condannato.
Mi accarezzi la guancia con quell’affetto fraterno che trapela dalla tua stessa gestualità, una gestualità priva di secondi fini. Sto malissimo. Vorrei che in ogni tuo gesto ci fosse la passione di un tempo. Vorrei sentire le tue dita che percorrono il mio corpo facendomi provare le sensazioni più sublimi.
Mi parli e ridi, proprio come un tempo. Lo fai perché sei serena, sei tranquilla, hai fiducia che io non ti dica più quelle parole che un tempo ti facevano sognare. Non vuoi più sognare, non vuoi più sognare con me. Ma io sì e così ogni suono che esce dalle tue labbra è una melodia che mi scuote tutto il corpo, ed entra nel profondo della mia anima.
Mi saluti e mi dai un innocente bacio sulla guancia. Brividi mi percorrono la schiena e davanti agli occhi rivivono tutte le scene che abbiamo vissuto, l’intimità voluta, cercata e ottenuta di un tempo. Le tue labbra sulle mie. Il paradiso delle emozioni.
Ogni sera mi guardo dentro e mi riprometto che non posso andare avanti così, che tu per me sei una droga e quindi, al punto cui sono arrivato, o mi faccio un’overdose e ti dico tutto e poi scappo o ti mollo una volta per tutto, non ti cerco più, scappo, cambio vita.
Ma ogni mattina dico che per me è già tanto poterti vedere, stare in tua compagnia e che non mi importa se quello che facevi con me un tempo ora lo fai con qualcun altro. Non mi importa se i tuoi sogni non sono più i nostri sogni, ma sono i vostri sogni. Non mi importa se le parole e i segreti che un tempo erano solo per me ora sono per qualcun altro.
Non provo invidia e neanche rammarico.
Si dice che è meglio l’odio dell’indifferenza. Ma io per te riesco a provare solo amore.
Avrei tante cose da dirti, tante sensazioni da raccontarti, tante emozioni da farti provare e da provare, ma ormai è tardi. La mia luce si è spente nei tuoi occhi ed è controproducente provare a riaccenderla, sia per me che per te. La tua luce non si è spenta nei miei occhi. È come un faro che condiziona ancora il mio comportamento e le mie speranze. Ho provato in tanti modi a spegnerla, ma non ci sono ancora riuscito. Confido nel futuro. Confido di trovare qualche altra ragazza che mi faccia toccare il cielo con un dito, o con un semplice sorriso. Spero di trovarla presto o di essere trovato presto così che quando mi chiederai ancora come sto potrò risponderti ‘Benissimo’ senza paura di mentire o forse non me lo chiederai più perché per quel qualcosa di indescrivibile e impalpabile ma solidissimo che ci lega leggerai nei miei occhi la gioia, finalmente.

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