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La rivoluzione Open Source

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La rivoluzione Open Source

Poco prima del natale del 1999, mi sono imbattuto in un libro di informatica un po’ originale, non un manuale tecnico e neache la solita retorica sul mondo tecnologico. Si intitola "Open Sources – Voci dalla rivoluzione Open Source" (DiBona,Ockman e Stone – Apogeo).
Sono passati due anni, ma oggi e’ ancora piu’ attuale di allora.
Non dico che questo libro mi abbia cambiato la vita, pero’ mi ha permesso di aprire una porta e di esplorare un nuovo mondo e un modo nuovo di concepire l’informatica.

Se siete professionisti dell’informatica o semplici appassionati non potete non leggere questo libro. Lo potete trovare gratuitamente su internet, tradotto in italiano dalla Apogeo all’indirizzo http://www.apogeonline.com/openpress/libri/545/index.html

Questo libro e’ una raccolta di articoli dei maggiori esponenti del movimento del software libero.
Semplificando enormemente posso dirvi che il movimento Open Source vede il software come una scienza, quindi ogni nuovo sviluppo software deve essere donato agli altri come si dona una nuova scoperta scientifica.

La maggior parte di autori del libro sono programmatori, ma non solo, vi cito qualche nome:
– Richard Stallman, fondatore del progetto GNU e autore del famoso editor Emacs.
– Linus Torvald, ideatore di Linux.
– Eric Raymond, autore di Fetchmail e del saggio "La cattedrale e il bazaar".
– Paul Vixie, architetto di Bind, la piu’ diffusa implementazione di DNS, quindi probabilmente il programma piu’ usato al mondo
– Bob Young, tra i fondatori di Red Hat.

Queste persone hanno costruito un nuovo modo di vedere il mondo informatico: un mondo basato sulla condivisione del codice, sulla standardizzazione dei formati e sulla libera circolazione di idee e strumenti; inoltre un nuovo modo di fare business sulla vendita di software e servizi.

Da due anni ormai lavoro con prodotti Open Source e di seguito voglio mostrarvi i loro vantaggi sotto tutti i punti di vista.

Il punto di vista tecnico
Quando si sviluppa un prodotto Open Source, si mette a disposizione dei propri clienti e dell’intera comunita’ i sorgenti del programma, in questo modo i clienti vengono a svolgere un ruolo attivo. Oltre alla indispensabile attivita’ di test, in molti casi clienti-programmatori personalizzano il software e donano la loro modifica al prodotto stesso.
In questo modo si ottengono i seguenti vantaggi:
– software di migliore qualita’ in quanto piu’ persone possono controllare i sorgenti
– maggiore integrazione tra le applicazioni poiche’ i formati dei files e i protocolli sono disponibili
– maggiore riutilizzo di software con conseguente maggiore velocita’ di sviluppo

Condividendo i sorgenti si permette ad uno standard di essere applicato con maggiore frequenza. Pensate se la Microsoft avesse reso open source il formato di Word, ogni programmatore alle prese con la costruzione di un word processor avrebbe scelto il formato di word.

Il punto di vista commerciale
In base al principio Open Source sono nate vere e proprie aziende che vendono un prodotto libero, un software che non ha un costo ed e’ liberamente distribuibile agli altri.

L’esempio davanti agli occhi di tutti e’ linux. Linux e’ liberamente scaricabile da internet ed
e’ un intero sistema operativo di potenzialita’ ormai paragonabili ai prodotti Microsoft.

Ci sono altri esempi ormai famosi. Apachee, Samba, Sendmail e Squid sono tutti prodotti Open Source che battono nettamente i concorrenti commerciali.

Dove sta il trucco ? Non c’e’ trucco, c’e’ la consapevolezza che non si puo’ guadagnare sul prodotto in se, ma sulla assistenza e sulle future personalizzazioni. C’e’ la consapevolezza di non poter fregare i propri clienti, ma di vendere software trasparente. E’ giunta alla fine della captivity delle grandi case di software ?.

Qualcuno si sara’ chiesto come queste aziende guadagnano. Queste aziende guadagnano perche’ hanno creato un prodotto che rappresenta una garanzia di qualita’, molto diffuso nel mondo, ben testato e in costante sviluppo. La notorieta’ raggiunta dal marchio le porta ad avere moltissimi contratti di assistenza.

Penso che il miglior modo di capire la differenza tra il software commerciale e il sotware libero sia usare il seguente paragone: "Acquistare software commerciale e’ come acquistare un automobile con il cofano sigillato, non e ‘ possibile vedere e toccare il motore. Con il software open source si acquista un automobile con il cofano aperto."

Questo movimento potrebbe dare veramente filo da torcere alle grandi aziende di software, e di fatto lo sta facendo.

Il punto di vista "politico"
Bill Gates ha definito il movimento Open Source "I comunisti della rete". Io li definirei gli appassionati della rete. Internet e’ nata e si e’ diffusa grazie a loro.

Cercando di leggere tra le righe, il movimento Open Source rappresenta la vendetta dei programmatori contro i grandi vendor che pensano solo al profitto. Quante volte e’ stato venduto a costi elevatissimi software scadente e poco testato solo per sfruttare la moda del momento?
Sicuramente il software Open Source rappresenta oggi una realta’. La piattoforma linux e’ matura, detiene una buona fetta di mercato degli internet-server ed e’ pronta alla grande prova del mercato client.

Grandi costruttori mondiali, come IBM, hanno spostato linux e ne finanziano lo sviluppo.

Rimane Microsoft, la quale fin dal principio ha combattuto contro questi movimenti liberali. Piu’ volte Bill Gates ha ribadito l’impossibilita’ di costruire un modello economico senza la protezioni dei propri prodotti. Staremo a vedere …

La mia esperienza
Utilizzando linux ho potuto verificare che effettivamente per alcune funzioni, soprattutto lato server, linux dimostra avere una qualita’ pari a quella dei prodotti commerciali, ma a costo di prodotto nullo. Questo significa che chi deve acquistare una applicazione:
– con i prodotti commerciali paga il prodotto, si paga la manodopera di installazione e assistenza e si ottiene una certa qualita’
– con linux si paga solo la manodopera di installazione e assistenza (che a volte puo’ essere maggiore di quella dei prodotti commerciali) e si ottiene la stessa qualita’

Quindi in molti casi la soluzione migliore risulta essere linux.

Quello che manca a linux e’ la parte di marketing, la quale dovrebbe permettere al grande pubblico di conoscere le applicazioni linux e capire cosa stanno perdendo.



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