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Non ci sono più le fine stagioni?

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Non ci sono più le fine stagioni?

L’era berlusconiana, con l’ulteriore e progressivo avvicinamento ai "nostri fratelli americani" (alla faccia dell’Europa unita con la moneta unica), ha portato conseguenze anche nella programmazione cinematografica. Siccome negli States le grandi produzioni hollywoodiane escono d’estate, possiamo noi non sottrarci a questa tendenza? Non vorremmo essere certo accusati di essere "europei", là, dove questo periodo, che segnava la chiusura della stagione, dava la possibilità di svincolarsi in qualche modo dal cinema d’oltreoceano, rimandato a settembre per acquisire più pubblico, e poter visionare piccole pellicole uscite dai festival dell’anno e impossibilitate ad inserirsi in una programmazione "normale". Quest’anno no, "Star Wars II" (o meglio V) e "Spider Man" hanno colonizzato tutte le sale della provincia. E nei buchi, per non sbagliarsi, ci infiliamo l’ultimo film con Richard Gere.
È chiaro che in queste condizioni un film come "Respiro" di Emanuele Crialese con Valeria Golino, premiato a Cannes nella recente edizione, non può che rimanere in circolazione solo un paio di giorni. Ed è in questo contesto che succedono storie come quelle che vi vado a raccontare.
Siamo a metà maggio, circa ad una settimana dall’uscita di "Star Wars". Le sale cinematografiche hanno deciso che è quello il periodo di buco da coprire con i film del festival di Berlino, come "Bloody Sunday" o "Italiano per Principianti" (rispettivamente Orso d’Oro nel 2002 e Orso d’Argento nel 2001 alla Berlinale), oppure film del concomitante concorso di Cannes (es. "L’Ora di Religione" di Marco Bellocchio). Calcolato che ho i giorni contati (sempre per "Star Wars") e che ci sono diverse pellicole che m’interessa vedere, quella settimana decido di impormi uno sforzo ulteriore per poter assistere a diverse proiezioni. Il lunedì, a Reggio Emilia le sale cinematografiche sono per la maggioranza chiuse, ma a Parma, il film Dogma danese "Italiano per Principianti", appena uscito anche a Reggio, viene proiettato con spettacolo unico alle 21 in una sala della città. Decido di approfittare dell’occasione e mettermi avanti con il tour de force che mi aspetta. Convinco un paio d’amici ad accompagnarmi, e partiamo, ma naturalmente non essendo mai andati alla sala di Parma, e partendo da casa con colpevole ritardo, arriviamo a film abbondantemente iniziato, e decidiamo di non entrare. Pazienza, il film non doveva essere neanche in programma, e lo potrò visionare più comodamente a Reggio. La serata non va sprecata, perché, complice la bella stagione ed il centro piuttosto animato, ci consola un bel giro rilassante nella città d’oltrenza. Mercoledì (Martedì sera niente, ci sono anche altri impegni oltre al cinema…) eravamo già d’accordo con altri amici per "Bloody Sunday". Tutto bene, il film merita, alla fine del primo spettacolo io propongo la "follia" di una doppia proiezione in classico stile festivaliero (recuperando proprio "Italiano per Principianti"), ma naturalmente vengo additato malamente e non se ne fa niente. Il film danese viene programmato per l’indomani. Giovedì mattina apro il giornale per scrupolo sulla pagina degli spettacoli, e scopro che in città la pellicola è già uscita dalla programmazione (al suo posto un sorprendente da "Uno a Dieci", il film di Ligabue già visto abbondantemente un mese prima). Ormai diventa una questione di principio, a Parma stessa sala, stesso orario, stesso film del lunedì. Partiamo stavolta per tempo, anche se abbiamo problemi ad una pompa di benzina, ma riusciamo ad arrivare davanti al cinema alle 21. Clamorosamente c’è una fila incredibile e noi naturalmente stupiti del richiamo che può avere una simile pellicola, declamiamo le virtù cinematografiche di Parma ("ah…città universitaria di consolidata tradizione"), denigrando quelle di Reggio che probabilmente negli unici tre giorni di programmazione avrà visto la metà di quel numero di persone che ci si parano innanzi, e riusciamo ad infilarci in sala. Giusto il tempo per il gestore del cinema di pubblicizzare una simpatica ed interessante iniziativa (un mese di proiezioni gratuite la domenica mattina in quella sala, dei nuovi corti della Fice con aperitivo annesso al termine), ed inizia il film. Sullo schermo appaiono le scene iniziali di "Apocalypse Now", ma non è un promo, è proprio "Apocalypse Now Redux" che viene proiettato quella sera. Nella fretta di entrare in sala, e fiduciosi della veridicità del palinsesto sul giornale, non ci eravamo accorti che quella era una serata di rassegna, l’ultima. Da qui tutti i nostri postulati precedentemente illustrati, cadevano, e noi a darci dei coglioni. Vabbè, ci vediamo il film che nella versione restaurata nessuno di noi aveva ancora visionato, ma dopo il primo tempo, i miei compagni d’avventura, sfiniti dalla lunghezza della proiezione, non ce la fanno più e siamo costretti a rientrare. Lo smacco e troppo duro, precedenti impegni nel weekend ed una successiva settimana lavorativa impegnativa, nonché l’arrivo del ciclone "Star Wars" spazzano via i miei desideri di vedere certe pellicole. Ora, i più si chiederanno cosa mi cambia essermi perso quelle pellicole. Le recuperò un giorno o l’altro. E se anche non accadesse, non succederebbe nulla. E forse hanno ragione. Tutto questo però mi ha dato spunto ad un paio di considerazioni:
il patito cinematografico è solo nella sua malattia, nessuno può capire l’ansia di soddisfare il proprio desiderio voyeristico di spettatore. Per certe "imprese", si è, e spesso bisogna esserlo, necessariamente soli.
non si vince contro lo strapotere del cinema americano e commerciale, si può solo cercare di ritagliarsi delle nicchie e continuare a sacrificarsi in certe discutibili iniziative, e ringraziare quelle sale e quei gestori disposti a sacrificare anche l’aspetto economico per offrire una varietà di prodotto che possa accontentare un pubblico che non considera il cinema solo un puro "svago".
Per la cronaca, ieri sera sono riuscito finalmente a vedere "Italiano per Principianti", naturalmente in una sala di Modena. Finalmente.


Andrea Leonardi


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