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Mow

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gioco per 2-5 persone
Autore: Bruno Cathala
Editore: Hurrican (www.hurricangames.com)
 
Bruno Cathala è un autore di giochi francese che ha al suo attivo un discreto numero di titoli molto interessanti (spesso realizzati in cooperazione con altri autori) come “Cleopatra e la Società degli Architetti”, “Mr. Jack”, “Queen’s Necklace” e “Shadows over Camelot”. Bruno da alcuni anni vive in Svizzera e da quello stesso paese arriva la casa editrice Hurrican (che già ha prodotto Mr. Jack). Secondo il suo amico (ed omonimo autore) Bruno Faidutti, sono alcuni anni che questo “Mow” viene fatto proposto nei raduni di inventori, ogni volta con un cambio di ambientazione: ora questo filler è stato prodotto e il tema definitivo (come si può immaginare dal titolo) riguarda le mucche.
Il gioco è contenuto in una piccola scatola: aprendola trovate un mazzo di 49 carte (disegnate con uno stile molto simpatico) e le istruzioni in tre lingue: francese, inglese e tedesco; ma non ci sono scritte sulle carte e le regole ve le traduco ora.
Come si addice ad un filler, le regole sono molto semplici: in ogni carta è disegnata una mucca, con un numero; all’inizio della partita ogni giocatore riceve cinque carte, e al proprio turno ne gioca una e ne pesca una dal mazzo. Per poter giocare una carta sul tavolo, la mucca deve avere un numero più basso o più alto di tutte quelle già giocate (conviene disporle in una linea, in ordine crescente); se non si può giocare una carta (o non si vuole), allora il giocatore di turno deve prendere tutte le carte in tavola e metterlo nel proprio mazzo dei punti (la propria “stalla”). Su alcune carte sono disegnate anche delle mosche, che rappresentano punti negativi, lo scopo del gioco è quello di avere alla fine della partita il minor numero di mosche nella propria stalla.
Quando un giocatore pesca l’ultima carta dal mazzo si gioca fino a quando non vengono attribuite le carte in tavola, a questo punto ognuno mette nella propria stalla le carte che gli sono rimaste in mano e si totalizzano le mosche. Se un giocatore ha raggiunto le cento mosche la partita termina, e vince chi ne ha di meno, altrimenti si continua con una nuova manche mantenendo il punteggio in mosche raggiunto fino a questo momento.
Oltre alle carte normali, ci sono tre tipi di carte “speciali” che si possono giocare nel proprio turno (sono mucche con i “superpoteri”):
– le mucche con il numero zero e sedici: chiudono la fila, dato che non ci sono mucche con numeri più alti o più bassi,
– le mucche acrobatiche, che possono essere giocate sopra il sette o il nove, ma solo se sono già presenti nella mandria,
– le mucche che si infilano in mezzo alle altre, se c’è lo spazio (un numero mancante).
Queste carte (oltre ad avere ben cinque mosche) riportano un quadrifoglio, chi le gioca può decidere di cambiare la direzione del gioco (orario o antiorario), c’è una carta con una freccia che serve per ricordare questa direzione (che viene decisa all’inizio da chi gioca la prima carta).
Il gioco può ricordare per il tema e alcune regole “6 Nimmt”, ma lo svolgimento è abbastanza differente, e può sembrare anche che sia dominato totalmente dal caso, ma vi sono alcune decisioni su quali carte giocare che possono essere verificate con un po’ di statistica, memoria e conteggio delle carte già uscite, considerando che c’è una certa distribuzione delle carte verso i valori centrali (7-8-9) rispetto a quelli estremi. In effetti capita spesso di dover prendere delle decisioni e non si è solo “guidati” dalla propria mano di carte; ad esempio si può anche rinunciare a giocare una carta “buona” e prendere tutta la mandria (se ci sono poche mosche) per conservare quella carta e magari giocarla in una situazione più difficile (e determinante per il punteggio).
Tutto sommato questo Mow è un filler più che discreto: breve, semplice, simpatico, non banale e anche economico (oltre che tascabile); un piccolo gioiello da non farsi sfuggire se lo intravedete in uno scaffale.
E come ultima cosa vi faccio notare che il titolo è disegnato come un ambigramma, ovvero è sempre lo stesso anche se lo ruotate di 180 gradi, una vera finezza: non rischiate di non vederlo perché qualcuno ha capovolto la scatola!

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