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Il fumetto argentino

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Il fumetto argentino

Nei paesi dell’America Latina, il fumetto assume una valenza educativa e di critica sociale superiore ad altre parti del mondo. Basti pensare alla funzione di grande metafora della lotta contro la dittatura argentina, che aveva l’Eternauta, di Hector G. Oesterheld, che infatti fu rapito e desaparecido dai militari. Nel romanzo "Il ritorno di Vladimir Ilic’" dell’argentino Rolo Diez, il protagonista, il giovane e bizzarro omonimo di Lenin, si chiede sempre cosa farebbe al suo posto Vito Nervio, il leggendario investigatore di un omonimo fumetto di Alberto Breccia, in lotta contro la banda della malvagia Madame Sabath. Negli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, oltre a Vito Nervio, altri personaggi illustri vanno a formare i gusti e le coscienze delle giovani generazioni. Sono quelli nati in collaborazione con disegnatori italiani, il grande Hugo Pratt su tutti, che erano emigrati a Buenos Aires in cerca di fortuna. Sono storie avventurose e esotiche come Wheeling, Il Sgt. Kirk, Ernie Pike. Il fumetto, latino-americano, specie quello argentino, però, non è quasi mai appiattito sulla semplice azione, ma è anche umorismo, paradosso, surrealismo, finzione (nel senso borgesiano di ficciones). Negli anni ’60 è la volta di personaggi, fantastici, indagatori spazio-temporali, come Sherlock Time e Mort Cinder, un uomo condannato a morire e resuscitare in eterno. Negli anni ’70 il fumetto si fa più attento alle piccole vicende della vita quotidiana, con protagonisti che hanno un esistenza al contempo normale e straordinaria, fatta di amici brontoloni, ragazze passeggere, monolocali e serate in pizzeria. Sono spesso giornalisti, come Loco Chavez, creato da Carlos Trillo nel 1975 e disegnato di Horacio Altuna, pubblicato fino al 1987 sotto forma di "striscia" dal prestigioso quotidiano "Clarín" (in Italia sarà edita interamente dalla Eura in volumi). Nel 1978 Loco Chavez diventa anche una serie televisiva. Altra serie simile, è quella di "Bruno Bianco", dello stesso Trillo, con disegni di Garcia Sejas. Bruno è più "macho" di Loco, più incasinato con le donne, ma per il resto è molto simile e infatti prende il suo posto sul "Clarin", dal 1987 al 1996. Con questi personaggi, Trillo gioca con la commedia rosa, ma al contempo, offre un’interessante spaccato dei mutamenti della società argentina, specie attraverso il ritratto di donne sempre più intelligenti, in carriera e spesso confuse sul proprio ruolo. Grosso modo dalla metà degli anni ’60 (quando nasce Nippur), è attivo il ciclone Robin Wood. Wood, sceneggiatore, paraguayano di nascita, cittadino delmondo, vive in quegli anni a Buenos Aires. La sua arte è sganciata da qualsiasi partito o ideologia o scuola, anche di tipo fumettistico, ma si basa sulla sua passione di divoratore di libri e sulle sue numerose esperienze di vita. Tutte ragioni per cui molti suoi fumetti sono diventati dei classici senza tempo. Sono indifferentemente personaggi maschili e femminili: Dago Mojado e Gilgamesh, ma anche Helena e Amanda. Personaggi piuttosto diversi fra loro, ma che hanno in comune un sentimento molto forte della giustizia che li porta a mettersi in gioco, anche quando sarebbe più comodo farsi i fatti propri. Ciò è particolarmente evidente, confrontando il personaggio di Helena, che è una giornalista, con quello dei colleghi Bruno Bianco e Loco Chavez, più intimisti e calati nel privato. Col tempo le serie di successo di Wood sono diventate innumerevoli, tanto da far dubitare alcuni della sua esistenza e a credere che le sue storie siano prodotte da una cooperativa di fumettisti. Nel 1979, l’autore viene premiato come miglior soggettista del mondo. Gli anni ’70 sono anche gli anni di Alack Sinner, detective privato, ex poliziotto, umano e disincantato protagonista nato dai testi di Carlos Sampayo e dai disegni di José Muñoz, due argentini emigrati in Italia per sfuggire alla dittatura. Sinner si muove in un sottobosco degradato e marcio, lo specchio fedele di quegli anni. Negli anni ’80 e ’90, agli autori prima citati, si affiancano altri come Eduardo Mazzitelli e Enrique Alcatena, maestri nel creare mondi fantastici, popolati da esseri inverosimili, che però si muovono all’interno di logiche del tutto coerenti al loro interno. In questi ultimi anni, la situazione del fumetto argentino si fa pesante, come tutta la situazione dell’Argentina, del resto, per la crisi e il dilagare della povertà. La maggior parte degli autori con un nome, scrivono per il mercato estero; alcuni, coraggiosi, cercano di portare avanti pubblicazioni indipendenti. Anche gli autori famosi, però, continuano a risiedere e vivere in Argentina, per non distaccarsi dalle cose che più amano e li ispirano.

Federico Guerrini

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