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La sua voce

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La sua voce

Là fuori, poco lontano da casa: la strada, il silenzio, l’estate finita e…la sua voce.
La riconosco, entra in questa stanza e la percorre, come un largo nastro, che srotola impazzito, da una parete all’altra.
Morbidamente sfiora l’intonaco scrostato e veloce va via, gonfiandosi come vela al vento, diretto al vecchio armadio della nonna.
Si aggroviglia, s’annoda, viaggia nell’aria, quest’infinito nastro di elegante velluto, dai toni caldi di rosa antico: lamento sordo, di parole dette una sull’altra, di borbottii confusi di tempi lontani, di acque in eterno movimento.
Al centro della stanza, a tratti, mi lascio avvolgere dal morbido nastro, ne rimango prigioniera, danzo con lui e tu… sei con me, mentre dagli occhi socchiusi della serranda buia, penetrano, invadenti, gli ultimi raggi di sole, di una calda giornata di fine estate.
Diritti sullo specchio dell’armadio, macchiato dal tempo, riflettono le tue cangianti sfumature: arcobaleno che riverbera per tutta la stanza, nella quieta penombra.
La voce continua a cantilenare la sua storia infinita, inquietante, serena, a momenti paurosa.
Nascosta dal nastro, come calda benda sugli occhi, ascolto e mi nutro di ogni piccola sfumatura, di timbro, di colore.
Sei tu, piccola amica, che vuoi rivelare al mio orecchio assetato, ogni pregiato mistero dell’azzurro del mare?
Ti ascolto e ti vedo nello specchio della vita, in cui rifletti l’incanto dei tuoi mille colori.
Sei proprio tu…e mi dici del castello di sabbia, dove il re e la regina dai lunghi capelli, vivevano il loro tempo tra dolci tepori…sento le risate argentee di bambini felici, che corrono nel giardino di alghe, lì poco lontano.
E’ l’incanto d’oro della vita, delle giornate tutte uguali, che annunciano grandi cose: gli amori, i colori, o le illusioni di sempre.
E sei tu, che ancora mi dici del mare infuriato sul castello innocente,sfaldato, smembrato e adesso appiattito in piccoli granuli, andati perduti, che custodivano il re e la regina dai lunghi capelli.
E il giardino di alghe, nel silenzio rivela, la tragedia infinita degli inermi bambini.
Perché il tuo mare, azzurro e sereno, adesso ha commesso questi truci assassini?
"Perché"?
La mia voce, chiara e tagliente, oltrepassa come lama argentata, le pareti della stanza, piomba nel silenzio là fuori, arriva alla spiaggia e s’insinua nelle onde del mare.
Non mi dici più niente, conchiglia.
Il nastro vorticante e sinuoso, ormai giace per terra, come spento, o finalmente sereno, lì, sui granelli di sabbia portati dal vento sul pavimento maculato.
E’ un tappeto sul quale avanzo nella direzione dello specchio, dentro cui si prolunga.
Lentamente lo percorro, fino ad entrare nei colori cangianti delle tue sfumature, come inerme paguro, dentro il tuo guscio e abbandonare quella stanza ormai vuota, per introdurmi nei tuoi meandri segreti.
Qui è inutile dibattersi, urlare… il mio "perché", più forte del mare, grida ancora, rabbioso, nella stanza ormai vuota, mentre adesso, forse, accucciata tra le tue spire perfette, scoprirò i segreti del mare, in questa calma sicura.
Ed in fine, ascolterò con chiarezza la sua voce di velluto, come nastro ormai quieto, di color rosa antico.

Maria Grazia Vitale

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