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Le basi del fotoritocco

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Le basi del fotoritocco

Questo mese cercherò di dare una breve panoramica sulle operazioni di base da compiere sulle proprie foto digitali con un programma di fotoritocco evoluto, per migliorarne l’aspetto soprattutto per la fase di stampa.
Gli interventi di ritocco che andremo a descrivere comportano unicamente alla tonalità e alla luminosità dell’immagine, e in alcuni casi al contrasto tra aree di colore; ci asterremo per ora da interventi più invasivi volti alla modifica del contenuto dell’immagine stessa. Ricordate comunque sempre che una buona immagine di partenza è l’elemento fondamentale: ore ed ore di fotoritocco non possono fare di una foto sbagliata un capolavoro, quindi le basi della fotografia devono comunque essere studiate e messe in pratica se volete ottenere foto che restino impresse…

Le tecniche che illustrerò tra poco sono attuabili con poche differenze con tutti i software di fotoritocco più evoluti, tra cui cito i tre più famosi:
Photoshop, costoso ma tuttora impareggiabile, Paint Shop Pro potente rivale ad un prezzo molto contenuto, e ultimo ma non ultimo The Gimp, gratuito, open source e ricchissimo di funzioni. In fondo all’articolo trovate i link necessari per saperne di più…

Aumentare il contrasto

Una delle caratteristiche che di solito si richiedono ad una immagine da stampare è un buon contrasto, in modo da mettere in risalto i dettagli fini anche nella resa su carta.
Tralasciamo volutamente l’opzione banale di ricorrere ad un
filtro di contrasto1 (Sharpen) perchè porta spesso ad artefatti in aree critiche.Una prima tecnica prevede l’uso della più raffinata maschera di contrasto (unsharp mask). In Gimp lo stesso strumento è denominato Maschera Sfocata.
Prima di utilizzarlo potrebbe essere una buona idea, se utilizziamo Photoshop, cambiare la modalità di rappresentazione dei colori da RGB a Colore LAB. In questo modo potremo selezionare il canale della luminosità per applicare il filtro solo ad esso. Così facendo non alteriamo i colori dell’immagine nel processo di contrasto. I valori da utilizzare sono soggettivi, sperimentate e verificate il risultato. Di norma questi danno un buon risultato:

Fattore: da 80 a 125 circa
Raggio da 1 a 2 circa
Soglia: 0

E’ sempre bene non esagerare, altrimenti la fotografia assumerà un aspetto innaturale.
Al termine si può tornare alla modalità RGB.

Un secondo metodo prevede la creazione di un livello duplicato (con una copia della nostra foto) al quale applicheremo un filtro High Pass (Accentua Passaggio in Photoshop in italiano). La modalità di fusione per questo livello andrà poi impostata a Hard Light (Luce Intensa). Tramite il controllo di trasparenza del livello possiamo diluire l’effetto creato fino ad ottenere un risultato soddisfacente. Ricordate anche qui di non esagerare. Nascondendo il livello duplicato possiamo vedere di nuovo l’immagine originale, per renderci meglio conto della differenza.

Correggere le luci

L’operazione più interessante è la correzione di luce e/o colore (gamma dei toni). Tralasciando grossolani interventi su Luminsità e Contrasto, ricorreremo invece al potente strumento Livelli. Una volta attivato, avremo un istogramma che mostra la distribuzione dei pixel nell’immagine a seconda della luminosità più o meno marcata. Una forma "a campana" con molti pixel nella zona dei toni medi e una caduta graduale di pixel verso gli estremi è indice di una ottima esposizione della fotografia; comunque questo dipende molto anche dal soggetto fotografato e dai suoi colori quindi non preoccupiamoci se la forma mostrata è diversa da quella ideale.
Un intervento molto efficace per la correzione di luce e colore consiste nel trascinare i due cursori agli estremi (punto di bianco e punto di nero) fino a farli coincidere con l’inizio e la fine della distribuzione di pixel. Fatto questo, agendo sul cursore intermedio (toni medi, o gamma) si può valutare visivamante l’effetto finale. Agendo in modalità RGB questa procedura comporta uno schiarimento (o scurimento, a seconda dei casi) dell’immagine e una contemporanea saturazione dei colori. Normalmente l’effetto è ottimo, se desideriamo comunque mantenerci il più fedeli possibile ai colori originali dovremo effettuare la stessa operazione ma in modalità Colore LAB, andando ad agire sul canale della Luminosità.
In pratica lo strumento Livelli consente di agire su tre variabili, ovvero le luci, le ombre e i mezzitoni, regolandone il "punto di ingresso" nella gamma tonale complessiva dell’immagine.
Lo strumento Curve è analogo ma ancora più potente e flessibile dei Livelli. Esso consente di regolare la trasfomazione di luminosità in maniera non lineare, secondo una curva definibile e deformabile tramite punti di controllo.
I "livelli di input" in entrambi gli strumenti rappresentano i livelli di luminosità originali (prima della modifica) dei pixel lungo la scala tonale, dal più chiaro al più scuro. Viceversa con "livelli di output" si indicano i nuovi valori dopo la trasformazione.

Per questo mese terminiamo qui, sperimentate pure fino a trovare le regolazioni più soddisfacenti per le vostre foto. Un consiglio finale: lavorate sempre su duplicati, non modificate mai il file originale! Così avrete sempre la possibilità di ripartire da zero… Buon divertimento!!

Siti dove reperire informazioni sui programmi citati:
Adobe Photoshop
Jasc Paint Shop Pro
The Gimp

Massimo Borri

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purtroppo quasi tutte le fotocamere digitali applicano automaticamente all’immagine catturata un loro filtro di contrasto. Se potete disattivate questa funzione o riducetene l’effetto al minimo.

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