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Ciak si gira a Udine

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Ciak si gira a Udine

Ciak si gira! Primo giorno al Far East Filmdi Udine e già mi sento a casa. Questa città e questo teatro mi sono familiari, per il terzo anno consecutivo mi trovo qui ed è sempre un piacevole appuntamento, un incontro ravvicinato con il lontano oriente.
Passato il pericolo SARS, che aveva notevolmente ridotto le presenze dell’ultima edizione, mi ritrovo nella rinnovata atmosfera di un festival sempre più curato e con una sempre più ampia partecipazione di pubblico e ospiti anche stranieri, che conferiscono un’immagine più mondana al festival.
Il foyer del teatro è stato abbellito, pannelli all’ingresso, manifesti dei film in esposizione, vendita di articoli vari legati al festival. Insomma è più curato, e ha assunto un’impronta da festival del cinema internazionale.
La prima giornata è iniziata quasi in sordina, per esplodere verso sera con l’inaugurazione ufficiale, con tanto di rinfresco aperto a tutti i partecipanti.

Con un programma molto ricco e variegato, con Cina, Korea e Hong Kong in testa come numero di film presentati, il festival offre alcune iniziative parallele. Tra queste, un omaggio all’autore cinese Zhang Yuan, il regista del film "Diciassette anni" vincitore del Leone d’Oro alla regia alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1999. E la kermesse ha preso il via proprio con una proiezione di questo autore "I love you" del 2002, per proseguire con "Green tea" del 2003 e "
Jiang Jie" del 2004.
L’altro evento di questa edizione del festival, è la presentazione del prequel e sequel di "Infernal Affairs", la famosa saga poliziesca campione di incassi in tutto l’Estremo Oriente.

Oltre a Cina e Hong Kong, è presente la Korea del sud con film molto diversi tra loro: dal leggero e divertente "Dance with the wind" un film musicale abbastanza raro per la Korea, a "The road taken" un film di tutt’altro genere e ben più impegnato, che racconta la storia, in Korea del Sud, di alcuni detenuti politici che, non volendo rinnegare la loro fede comunista, rimasero in carcere per gran parte della loro vita, tratto da una storia vera.

Non mancano come sempre i film di arti marziali, come "Killer clans" di Chor Yuen, un film del 1976 ambientato in Cina nell’epoca delle dinastie e delle battaglie di spadaccini, con tutti gli ingredienti tipici di questi film: intrighi, complotti, combattimenti con spade e mani nude, amori segreti, case sontuose e abiti d’epoca.

Ma i film non sono l’unico aspetto interessante di questo festival. Questo è un avvenimento che può richiamare anche persone non particolarmente appassionate di cinema ma amanti dell’oriente, e l’aspetto positivo è proprio questo: assistere ad una concentrazione di film così nutrita di paesi del sud est asiatico è un’occasione unica per chi ama questo genere di cultura. Un altro aspetto positivo è che questo festival è ben organizzato, non c’è ressa, il teatro è capiente, è di facile accesso a chiunque, anche a chi partecipa come semplice spettatore. Questo si somma alla piacevole accoglienza della città di Udine e della Regione Friuli Venezia Giulia, zone difficilmente raggiungibili dai visitatori o viste come passaggio per le confinanti Austria e Slovenia; questa è l’occasione buona per scoprire una zona d’Italia poco conosciuta ma ricca di sorprese, una città piacevole, ricca di monumenti ed osterie dove gustare i piatti regionali e soprattutto i rinomati vini.
E’ quindi possibile sommare l’ospitalità del festival con l’accoglienza della città con piacevoli itinerari eno-gastronomici che portano il visitatore a fare numerose pause ristoratrici tra un film e l’altro.

Insomma, un connubio di cultura internazionale e tradizioni regionali che si sposa bene, un concentrato di emozioni da vivere in poche, intense giornate. Un appuntamento quindi da non mancare, arrivederci al prossimo anno.

Cristina Campani

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