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L’Ordine Della Fenice

Mi sento un pò confuso. Non è facile scrivere un’articolo su “l’ultimo libro di Harry Potter”. Da dove partire? Bè, credo che partirò dall’inizio e…leggete tranquilli, starò particolarmente attento a non rivelare nulla. 🙂
La lunga ed estenuante attesa che ha portato sul mio comodino (e su quelli di mezzo pianeta) L’Ordine Della Fenice è stata arricchita da news, gossip, spoiler e, soprattutto, falsi clamorosi scaricabili dalla Rete. Ricordo di averne letto uno scritto affatto male. Mi accorsi subito che non poteva essere il libro originale per una differenza sostanziale nelle dimensioni del racconto, ma era tuttavia lungo 300 pagine! Alla terza pagina ho smesso di leggere. Stavo leggendo un libro di Harry Potter fasullo. Per me, potter-maniaco, era come un sacrilegio. Ma mi venne un dubbio? Riuscirà l’Ordine della Fenice ad essere più bello e più, come dire, “originale” di un altro interessante racconto con gli stessi personaggi? La magia di Harry Potter è nei personaggi e nell’ambientazione oppure nella scrittrice che li ha ideati? L’unica cosa che potevo fare era avere il libro non appena fosse uscito (un amico me l’ha portato dall’Inghilterra il giorno dopo) e cercare di evitare ogni anticipazione che potesse limitare il piacere di questa lettura (a proposito, quando faranno una legge per evitare spoiler su film e libri nei TG nazionali?).
Il motivo di questa premessa è che io ho trovato il quinto libro della magica saga molto diverso dai precedenti. E abbastanza diverso è, a mio avviso, anche lo stile della Rowling. Ho letto molte recensioni sui precedenti libri e so che tanti considerano il quarto libro già diverso dai primi tre, ma io non sono di questo parere; per me i primi quattro libri, all’interno dell’indubbia diversità che li distingue l’uno dall’altro, hanno rispettato una visione dei personaggi che dimostrava inequivocabilmente che l’autrice era la stessa. Chiaramente non ho pensato neanche per un secondo che L’Ordine Della Fenice non sia stato scritto dalla nostra adorata J.K. Rowling, ma durante la lettura ho avuto più di una volta la convinzione che qualche personaggio dicesse alcune frasi che non gli si addicevano (e non parlo di Harry/Ron/Hermione che, data l’età, possono cambiare carattere in maniera notevole). In più l’evoluzione dell’intreccio non è spontanea come negli altri quattro libri; intendo che quello che accade un pò più avanti nel libro non è così “ovviamente” legato a quello che succede prima…anzi, sembra che alcune premesse siano un pò forzate. Ci sarebbe ancora qualche critica da fare, ma sarei obbligato a svelare particolari sulla storia. Una cosa però la posso dire: in questo libro viene a mancare, per la prima volta, un colpo di scena che era un pò una griffe nei precedenti quattro…
Ma perché sono partito dalle critiche? Elementare. Perché io adoro la saga di Harry Potter e nel momento in cui ho iniziato a leggere L’Ordine Della Fenice davo per scontato che mi avrebbe fatto emozionare, mi avrebbe rapito, insomma che l’avrei considerato eccezionale; dunque, ho subito notato tutte quelle cose che mi aspettavo diverse. Una cosa simile mi era accaduta con La Camera Dei Segreti che ho trovato leggermente meno equilibrato degli altri, ma in ogni caso assolutamente emozionante. Comunque, per dirla in poche parole, questo è il libro che mi ha appassionato meno di tutta la saga. Vi posso assicurare che mi pesa dirlo, ma è così. Non voglio spaventare nessuno: è sempre Harry Potter ed è una spanna sopra tutti gli altri (ma sarà corretto far scrivere questo articolo ad un potter-invasato come me? 🙂 ). Ma le aspettative sono grandi e secondo me questa volta la storia non è così, concedetemelo, “perfetta”.
A questo punto, terminate le critiche (per cui già mi odio profondamente), lasciatemi un pò “riscaldare l’ambiente”. Il libro inizia con un capitolo che sicuramente inquieterà buona parte dei lettori (almeno quelli che hanno eletto come loro personaggio preferito proprio il protagonista…); i cambiamenti psicologici di Harry (dovuti alla crescita?), vi assicuro, si faranno notare. Più avanti nel racconto non mancheranno nuove pozioni, nuovi incantesimi (in questo libro la magia “pratica” è molto più presente che nei precedenti, e Harry è molto molto bravo), nuovi amici ma anche nuovi amori (oops…mi è scappato), vecchie conoscenze ma anche personaggi nuovi, buoni e cattivi, estremamente rilevanti per questo racconto; in particolare un personaggio stranissimo è descritto con tale dovizia di particolari d’avermi fatto sorridere ogni volta che entrava in scena. Non mancheranno neanche i momenti di profonda tristezza e rabbia, purtroppo, in genere motivati dalla solita impotenza di Harry nell’affrontare alcuni problemi. Accadrà anche qualcosa di veramente terribile, verso la fine del libro, che potrebbe rivelarsi la chiave per comprendere i prossimi due libri (ma è solo una mia idea, naturalmente). Ci sarà anche un’importante (direi determinante) scoperta che Harry farà su qualcosa che accadeva in passato e che è legata direttamente a lui e…alle persone che ama. Ah, quasi dimenticavo, ci sono anche i primi esami (G.U.F.O) e gli studenti saranno obbligati a dare un primo orientamento ai propri studi degli ultimi due anni decidendo quale carriera vorrebbero intraprendere una volta usciti da Hogwarts. Moltissimi personaggi hanno un ruolo importante in questo libro, tanti quanti sono i personaggi dei precedenti libri messi assieme, e più che mai saranno presenti i gemelli Weasley (che con questo libro passano da “persone simpatiche” a “veri miti”). Le dimensioni del volume (quasi 800 pagine, per la gioia di tutti) sono assolutamente adatte alle proporzioni del racconto che non appare mai, lo posso assicurare, nè striminzito nè allungato (e per la prima volta ho impiegato più di due giorni a concludere un libro di Harry Potter). Ci sarà molta più “azione” e, come se le novità non bastassero, questo è il libro in cui Silente appare meno (per motivi che non posso proprio accennare), ma la seconda volta che entrerà in scena lascerà tutti a bocca aperta (e aggiungo anche un “finalmente”, che però capirete solo quando leggerete il libro…). Non mancheranno neanche gli elementi che rendono evidente il fatto che Harry Potter è stato pensato sin dall’inizio come saga, e cioè i classici intrecci con cose di cui abbiamo letto in passato ma che non consideravamo affatto importanti. Ah, consiglio di leggere questo libro sdraiati in quanto alcuni colpi di scena sono da svenimento istantaneo. E ce ne sono molti.
La novità più grande è che questo libro tinge tutta la magica saga (quindi non mi riferisco solo a L’Ordine Della Fenice stesso) di mistero. Anche se qualcuno potrebbe arrivare all’ultima pagina senza accorgersene, molte porte vengono lasciate aperte e, dopo aver letto alcuni dialoghi, scopriamo che ci sono aspetti che in futuro potrebbero rivelarsi l’esatto contrario di ciò che abbiamo pensato sinora. Praticamente, in questo libro, mentre ci vengono date le informazioni per capire quello che abbiamo letto in precedenza nel libro stesso, veniamo a scoprire una serie di cose che introducono nuovi dubbi e su cui si potrebbero fare infinite congetture.
Io mi fermo qui perché non potrei dire nient’altro senza svelare la trama, e non sia mai detto che io abbia rovinato la sorpresa a qualcuno. Voglio solo dare due consigli alle due potenziali classi di lettori di Harry Potter. Grandi e piccini? No, babbani e Maghi. Per i babbani: leggetelo. Per i Maghi: correte a comprare L’Ordine Della Fenice non appena la traduzione italiana sarà in libreria; poi scappate a casa (levatevi il mantello) e leggetelo tutto d’un fiato. Sarà un’esperienza incredibile.

Filiberto Emanuele

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