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Un pazzo zen

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Un pazzo Zen

Invio! Questa poesia ad un amico,
scritto, in oggetto : dal parco,
letterario di un folle : gentile e composto,
sia! Questo, il mio testamento proposto.
Lasciatemi stare : dottori ed infermieri,
siete dei ladri,
rubate carezze all’anima di un uomo santo,
che, desidera solo, di essere lasciato libero,
di vivere sulla sua pelle,
anch’io! Sapete,
mi commuovo, guardando le stelle.

Padre! Chi sono loro, per giudicarmi,
fratello! Perché, mi hai abbandonato,
qualcuno! Mi ricorda che, odio lo stato,
per questo sono stato condannato,
ma io! Ti rispondo, sono perfetto,
sono nato dalla protesta del 1969,
da allora aspetto,
che, qualcuno ti uccida : dottore, infermiere, poliziotto.

Anti – psichiatria – Anti – polizia.

Ho trovato, tanta di quella creatività,
in quei luoghi dell’ombra,
che, un vivo non può neanche, per ora,
immaginare, le difficoltà,
di una vita nascosta, per non essere :
rapito dalla struttura,
una vita a subire, la maledetta cura,
l’igiene della mente.

Servi! Servi! Servi!

Oggi! È difficile, formare un movimento,
far scorrere le dita, su un atto trascinante,
ma ho pensato, che, se unissero l’istante,
al godimento,
liberandoci dalla gabbia chimica,
potremmo anche noi, mettere a disposizione,
le nostre capacità,
costruire opportune nuove realtà,
con la condizione,
oscura del nostro essere : combattere la filosofica nullità.

Io! Sono lo scuro,
non come l’amico e fratello,
negro,
sono lo scuro, perché filtro il coro,
nel nome dei dannati.
Per colpa tua! Ragazzetto che, ti occupi,
della mia mente,
scrivo questa protesta di corsia,
sperimentando le dannate,
esistenze, incrociate,
in questi luoghi dell’ombra,
dove! Devi essere onirico,
comprendere il niente,
dormire e non parlare.

Ma nonostante la tua acqua chimica,
io! Vi osservo con occhio mistico,
perché! Denuncio le vostre false mete,
ipocriti dottori,
non comprenderete mai!
La nostra mano ferma,
la nostra logica attenzione,
che, si vede e si sente.

Io! Adesso, vi dico :
nulla, mi appartiene,
sono tra queste persone,
ma soprattutto, tra le stasi divine,
tra le meraviglie di individui,
descritti : folli!

Perché! Eccomi! Con voi, poeti non precisati,
anche noi siamo la storia,
scriverò! Ciò che, dettate, sulle gabbie chimiche :
sulle vostre personalità adattate,
fino a quando sarò lucido,
anch’io mi schiererò contro il precisabile.


Giancarlo Ferrigno











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