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Ouverture

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Ouverture


Vorrei vorrei
Ma in fondo in fondo non voglio niente

Voglio essere semplice
Non difficile né complicato
Né come chi si nasconde nella supponenza del niente

I poeti cantano stonati
Abusano delle parole
Si avvitano all’astratto

Io non so
Non so più niente

Le parole vengono da sole
Indice di solitudine
E insofferenza
E star male
Ma come tutti credo
Non un privilegio solo mio

Potessi intrattenerne solo una
A me basta e avanza
Tu hai così il lector idealis
Mi diceva anni fa un critico di provincia
Uno è per me il mondo
Uno è tutti
Ed a quello dò il cuore tutto mio / the heart all mine
Parole e prosa
Quotidiano e ripetizione a ripetizione
Amaro e insoddisfazione
Penombra e Cottrau
L’effimero del giorno che mi attraversa prima di divenire postumo a me
stesso Il puro caso L’estemporaneità L’assenza L’aria nera di questa notte
Altra notte di considerazioni inattuali In vita si è sempre incompresi Ed
ognuno bada a sé Come è giusto forse che sia.


Mario Pischedda

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