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Intervista a Luisella Bacchiocchi

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Intervista a Luisella Bacchiocchi
(primo classificato al concorso reWritten – sezione SciFi con "Blues Runners")


Sei arrivata prima su una serie di testi veramente validi, una gran bella soddisfazione riteniamo, ma dicci, che cosa hai provato?

In ordine di apparizione: stupore, piacere, gioia…"una gran bella soddisfazione"

Il testo da te presentato gode di una scorrevolezza e di una padronanza del mezzo espressivo particolarmente notevoli, ti è stato difficile confezionarlo? E perché hai scelto proprio questo tipo di commistione letteraria. Cosa ti ha ispirato?

Nessuna difficoltà, ho voluto giocare con le citazioni. Per me è stato un omaggio a Blade Runner e The Blues Brothers, i miei due film preferiti in assoluto. Mi sono divertita un mondo a dirigere personaggi che da molto tempo fanno parte di me.

Nel leggere il tuo racconto si ha l’impressione di assistere a una vivida ripresa cinematografica, si riconosce facilmente che non ti sono estranee alcune metodologie narrative piuttosto avanzate, e che tu sappia manovrare con sicurezza il mezzo espressivo da te prescelto, ma quando scrivi ti senti davvero così padrona del tuo stile?

Padrona del mio stile? No, mi guardo bene dal sentirmi padrona di qualunque cosa. Semplicemente cerco di trasporre in parole il film mentale che è per me ogni storia che scrivo. Inquadrature, luci e atmosfere devono finire sulla carta, o meglio sul monitor.

Hai mai tentato di approcciare il difficile mondo dell’editoria, e con quali risultati, ti sentiresti di dare consigli?

No, non ho mai provato, quindi l’unica cosa che posso consigliare è di non seguire il mio esempio.

Credi che ci sia ancora spazio per i giovani talenti, o pensi che ottenere la giusta considerazione da una qualsiasi casa editrice sia un traguardo irraggiungibile riservato a pochi eletti e fortunati. In poche parole per chi ha le giuste capacità esiste a tutt’oggi qualche possibilità di varcare l’agognato traguardo della pubblicazione?

Mamma mia che domanda difficile. Credo che per quei pochi eletti, così fortunati da essere davvero grandi, ci sia la remota possibilità di finire pubblicati.

Partecipare ai concorsi ritieni che sia formativo ed utile per il perfezionamento di uno scrittore, e che un buon piazzamento possa avere la sua valenza in termini di visibilità, per un’esordiente?

Utile per il perfezionamento non credo, pochissimi concorsi ti danno reali indicazioni su quello che hai scritto, a meno che tu vinca non hai possibilità di giudizi o riscontri. È utile nel mio caso per vincere la pigrizia e avere uno sprone a scrivere. Per quanto riguarda la visibilità non penso, ma forse dipende dal risalto che si da al concorso stesso. Posso sbagliarmi è che mi pongo poco il problema.

Leggendo il tuo testo siamo convinti che tu abbia saputo prendere il lettore per mano e condurlo esattamente dove tu volevi. Ti sembra di aver fatto un buon lavoro, ne sei completamente soddisfatta?

Ti ringrazio. Se quello che dici è ciò che sono riuscita a fare, se chi mi ha letta mi ha seguita con piacere e se alla fine chi mi ha giudicata mi ha fatta arrivare in cima a una classifica, ho fatto un buon lavoro. Completamente soddisfatta di quello che scrivo non lo sono mai.

I parametri di lunghezza previsti dal bando ti hanno messo in difficoltà in qualche maniera, o hai trovato subito, per così dire, il taglio giusto?

Nessuna difficoltà, credo anzi di aver avanzato spazio, che spreco. Ma la storia voleva essere così e io l’ho assecondata. La dimensione del racconto breve mi è congeniale e ho scartato a priori alcune scene che, pur piacendomi, ho ritenuto non adatte. Oltretutto devo, con un po’ di vergogna, ammettere che Blues Runner non ha nemmeno subito una vera e propria revisione come Luisella comanda. Fino all’ultimo momento non avevo intenzione di inviarlo poi qualcuno mi ha convinta.

Il risultato di adesione è stato per noi al di là delle nostre aspettative tuttavia ci teniamo particolarmente a conoscere eventuali suggerimenti o consigli per una prossima edizione. Avresti voluto qualche cambiamento, e in generale cosa cerchi nei concorsi letterari ai quali partecipi, cosa ti aspetti?

Credo che l’organizzazione sia stata impeccabile direi quindi di non cambiare nulla. Mi piace che i testi siano anonimi, per prima cosa. Mi piace conoscere qualcosa della giuria, è bello sapere chi ti ha letto e giudicato. Il battage prima e dopo il concorso mi sembra ottimo. Non ho suggerimenti.
Mi aspetto di divertirmi: scambi di pareri e consigli con gli amici prima di inviare, una montagna di impazienza per i risultati, un pizzico di adrenalina gli ultimi giorni e un brindisi per festeggiare qualcuno alla fine. O un " Va beh, avanti il prossimo" se non è andata.

Hai un tuo sito personale culturale o amatoriale, dedicato alla letteratura o ne frequenti qualcuno in particolare che ti senti di segnalarci?

Non ho un mio sito personale. Ne giro parecchi, ne frequento qualcuno, ne segnalo due che secondo me sono favolosi. Scheletri.com immediato come i suoi racconti brevi, e quella fucina di follia e talenti che è La Tela Nera, il massimo per quanto riguarda il confronto e lo scambio tra appassionati.

Credi sia utile leggere e valutare i testi di altri autori, e far circolare i propri attraverso un confronto diretto tramite i molti siti amatoriali che nel Web oggi radunano migliaia di appassionati?

Più che utile. È una gran cosa. Inoltre in questo modo ho conosciuto tante persone interessanti dal punto di vista letterario e molto simpatiche. Non trascuro mai il lato umano del Web, non potrei.

Hai qualcuno di cui ascolti i consigli e a cui sottoponi i tuoi testi, o lavori in totale solitudine, unico giudice e critico di te stessa?

Il mio primo lettore, il più importante è Massimo. Ho la fortuna di avere un compagno che ha la mia stessa passione. È grazie a essa che ci siamo conosciuti. Sono una persona molto fortunata. Devo dire che per renderlo utile come critico ho dovuto faticare, prima rimaneva estasiato anche davanti alle mie liste della spesa. Lui mi consiglia, mi sprona, mi ricatta pure, non partecipa ai concorsi se non lo faccio anch’io.

Cos’è che ti spinge a scrivere e quando hai cominciato?

Scrivo perché semplicemente mi piace, mi diverte quanto leggere. Credo che in realtà io scriva per leggere una storia nuova, oddio sarò mica malata!? Penso di aver cominciato fin da bambina. Seriamente, si fa per dire, cioè dedicando più tempo anche alla mia formazione come autrice, lo faccio da quasi tre anni.

Il tuo metodo di lavoro abituale qual è e ti sentiresti di consigliarlo ad altri?

Non ho un metodo abituale, sono incostante, pigra e indolente. L’unica cosa che mi caratterizza è una mania ossessivo compulsiva per la revisione del testo. Il resto è puro istinto.
Non imitatemi, potrebbe essere pericoloso per la vostra carriera artistica

Crediamo che un buon scrittore debba essere prima di tutto un lettore eccellente, tu cosa leggi, e quali sono gli autori o i testi che hanno contribuito alla tua formazione?

Ero alle elementari quando mi passarono sottobanco una raccolta di racconti di Poe. Tornai a casa e mia madre preoccupata per la mia psiche lo fece sparire e mi procurò cose più "adatte", ma il germe ormai era stato impiantato. A quindici anni ero completamente assuefatta. Adoro prima di tutto la fantascienza, da P. Anderson a J. Vance, da L. Niven a H. Ellison, fino a I.Asimov, F. Pohl, D.Adams, P. Cadigan e M. Mongai, per citarne qualcuno. I più amati, Orson Scott Card, P.K. Dick, K. W. Jeter e lui, William Gibson. E che dire di H.P. Lovecraft, e quel mostro di Stephen King? Quanti me ne sono dimenticati, speriamo non si arrabbino.

Come ti è sembrata l’iniziativa di rendere pubblici i giudizi della giuria sui testi in concorso e che effetto ti ha fatto leggere i tuoi?

Molto buona e molto costruttiva. Si facesse così in tutti i concorsi. L’effetto cambia a seconda del giudizio, ho apprezzato molto quelli buoni…Va bene, anche quelli più critici. L’unico che mi è dispiaciuto è stato quello di Portuesi, avevo messo in conto che qualcuno si risentisse dell’ironia su questi due miti, Blues Runner è e voleva essere demenziale, ma davvero non era mia intenzione ridicolizzarli. Li amo troppo, forse un po’ li ho presi in giro, ma come si farebbe tra vecchi amici, con tanto affetto.

Hai letto gli altri testi in concorso? Cosa ne pensi, qualcuno che ti abbia particolarmente colpito per perizia tecnica o per originalità?

Quello di Massimo Guetti è il mio preferito (ma va’?!). Mi è piaciuto molto "La Rosa" di Flavio D’Angelo, complice forse il riferimento al ciclo della Torre Nera. Mi ha colpita l’originalità de "La fine del viaggio" di Fabrizio Vercelli, ma da Fab non ci si aspetta meno.

Vorremmo che tu da vero scrittore ci fornissi in conclusione un tuo autoritratto, fedele, costituito da poche vigorose pennellate. A te la parola…

Molto blu, molto verde, un po’ di rosso e parecchio arancione… Cielo e mare, foreste, passione e allegria.

Ti ringraziamo per la graditissima collaborazione e speriamo di averti spesso tra noi nelle prossime iniziative e ti auguriamo il migliore successo che tu possa desiderare. Chissà che non ci si incontri, una volta o l’altra, sullo scaffale di una libreria mentre ci guardi sorridente dal risvolto patinato di uno dei tuoi libri?

Davvero grazie a voi per il concorso e per l’intervista. È stato un piacere, non vi libererete facilmente di me. Se un giorno o l’altro mi incontrerete in libreria (noto che anche a te piace la fantascienza), non indugiate, venite con me.

Sabina Marchesi

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