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Intervista a Fabio D’Angelo

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Intervista a Fabio D’Angelo
(primo classificato al concorso reWritten – sezione Horror con "Terra Promessa"
terzo classificato al concorso reWritten – sezione SciFi con "La Rosa")


Primo e Terzo contemporaneamente in due sezioni dello stesso concorso, un risultato di tutto rispetto: che effetto fa?

E’ senza dubbio una grande soddisfazione, considerando il fatto che non avevo mai raggiunto un risultato di questo livello. Inoltre ho provato, almeno all’inizio, anche un notevole stupore: non immaginavo che i miei due lavori sarebbero stati così apprezzati!

Siamo molto curiosi, hai scelto di commistionare per il concorso in questione due testi praticamente "sacri" di tutta l’intera letteratura, niente di meno che la Bibbia, e Il Piccolo Principe, quali sono i motivi di questa scelta azzardata e tutto sommato "difficile"?

Stavolta l’ho combinata grossa, vero?! A dir la verità non c’è nessun motivo particolare dietro questa scelta: ho sempre amato quel capolavoro che è Il Piccolo Principe, mentre armeggiare un po’ intorno alla Bibbia mi sembrava un’idea originale e una sfida stimolante.

Il tuo stile narrativo ha la proprietà di imporsi sul lettore assai più e forse molto al di là della trama e dell’intreccio, questo ti fa riconoscere come uno scrittore evoluto, consapevole dei propri mezzi, e piuttosto avanzato sulla strada della perfezione. Ma è davvero così che ti senti?

No, assolutamente! Prima di tutto io non sono certo uno scrittore. Inoltre, anche se ho sempre amato scrivere, ho iniziato ad impegnarmi in questo campo soltanto da poco, per cui penso che la strada sia ancora lunga. C’è ancora molto da imparare.

Nel difficile mondo dell’editoria, e in quell’esigua fetta del mercato che i mostri sacri sono disposti a riservare ai nuovi talenti e agli scrittori esordienti, pensi ci sia ancora spazio per chi davvero ha stoffa da vendere?

Oggi sono ottimista, quindi penso di poter rispondere di sì. Se una persona ha veramente talento, alla fine riuscirà a ritagliarsi un proprio spazio, magari non spropositato ma comunque dignitoso.

E tu personalmente hai mai tentato la grande avventura editoriale in cerca della tanto agognata pubblicazione?

No, e lo farò soltanto quando avrò nel cassetto qualcosa di veramente buono. Per adesso non me la sento di arricchire le poste italiane con i miei manoscritti!

Credi che l’aver vinto un concorso o più di uno, e il piazzamento sul podio possa in qualche modo agevolare nella ricerca di visibilità uno scrittore alle prime armi?

Non saprei. Forse dipende dal tipo di concorso. I concorsi più prestigiosi sicuramente assicurano visibilità grazie alle pubblicazioni in palio, mentre ce ne sono altri comunque interessanti, perché servono ad acquisire fiducia ed esperienza.

Abbiamo notato nei tuoi testi una grande cura per la ricerca stilistica, scene di azione e simulazione linguistica dei testi di origine ti sono riusciti superbamente, conferendo al tutto un sapore raffinato da gran gourmet, adatto ai palati più esigenti. Ne sei soddisfatto?

Vi ringrazio degli apprezzamenti, anche se devo ammettere di non essere del tutto soddisfatto con il racconto La rosa, non tanto dal punto di vista stilistico quanto da quello della trama. Dopo averlo terminato non lo ritenevo di certo degno del podio, quindi per avere una speranza in più al concorso mi sono detto: "Qua devi darti da fare e scriverne un altro"…e così è nato Terra promessa che, a differenza dell’altro, mi soddisfa pienamente.

E infine, hai avuto difficoltà con i limiti di lunghezza imposti dal bando? Hai dovuto tagliare, accorciare, limare e comprimere, o ti è riuscito spontaneo adeguarti?

Ho dovuto tagliare, accorciare, limare, comprimere e ancora tagliare! Quando scrivo sono dannatamente prolisso!

Al di là dell’ottimo risultato ottenuto a livello di adesione della quale siamo comunque soddisfatti, ci chiediamo se hai consigli per la prossima edizione del concorso, cosa vorresti migliorare, e cosa eventualmente ti aspetti dai concorsi letterari in generale, e per quale motivo sei stato, per così dire, "ispirato" particolarmente da questo.

Anche se non ho partecipato a molti concorsi, posso affermare che la vostra organizzazione è stata perfetta, e l’unico consiglio che posso dare è "continuate così"! In genere nei concorsi cerco serietà e organizzazione, e il vostro mi ha colpito perché rispettava questi criteri.

Frequenti siti letterari amatoriali o siti di aggregazione letteraria e se sì quali?

No. Mi limito a dare un’occhiata ogni tanto.

Hai mai pensato di istituirne uno, o di collaborare in redazione, o di scrivere articoli di saggistica per esempio.

A volte mi è venuto in mente, ma ho dovuto rinunciare per problemi di tempo.

Sei mai stato tentato di intraprendere la strada del consigliere spirituale nei confronti di qualche altro autore? Ti sentiresti di correggere o valutare testi scritti da altri per aiutarli a migliorare?

Non avevo mai pensato a questa possibilità, ma non mi dispiacerebbe. In fondo potrebbe essere un’ esperienza utile anche per me.

Trovi che serva scambiarsi i testi con altri esordienti e sottoporsi al giudizio incrociato di una collettività di appassionati, come si usa molto praticare oggi sul Web?

In teoria potrebbe essere molto utile, ma purtroppo la realtà del Web è spesso ben diversa: le critiche sui testi si riducono a un "mi piace" o "non mi piace", con prevalenza del primo commento sul secondo. Non trovo che vi sia qualcosa di costruttivo in questo.

Hai un revisore ufficiale quando scrivi, che ti fornisce una specie di Beta Test sul tuo operato, o ti fidi solo del tuo giudizio e del tuo intuito?

No, non faccio leggere a nessuno quel che scrivo, in parte perché mi affido all’intuito, in parte per non annoiare chi mi sta intorno!

Ognuno ha il suo motivo, la sua leva, la sua molla per scrivere, la tua qual è? Qual è il tuo cardine ispiratore?

Non ho un comandamento a cui ispirarmi né un obiettivo preciso da raggiungere. Lo faccio perché mi diverte creare qualcosa di nuovo, concretizzare la fantasia in una forma ben definita. So che non è molto, ma finora è stato sufficiente.

Come hai cominciato e quando, e che metodo di lavoro usi?

Non saprei dire quando abbia cominciato né spiegare il perché, ma il mio metodo di lavoro, molto semplice, è sempre stato lo stesso: scrivere una volta e riscrivere almeno tre-quattro volte.

Dal tuo modo di elaborare un testo narrativo così complesso e accattivante siamo propensi a credere che tu sia un grande lettore, e probabilmente un divoratore di classici, quali sono i testi o gli autori che hanno particolarmente influenzato la tua formazione letteraria?

Avete indovinato: sono un lettore appassionato, leggo qualunque cosa abbia la sventura di capitarmi sottomano. In particolare devo molto a King, Bradbury, Hesse e Tolkien, ma penso di averne dimenticati molti.

Che cosa hai provato, a pelle, nel leggere i commenti che i giurati hanno rilasciato sulle tue opere, la trovi un’iniziativa positiva?

La maggior parte dei commenti era positiva, quindi è stato piacevole leggerli. Ma ho prestato attenzione anche alle critiche, che ritengo del tutto fondate. La vostra è un’iniziativa senza dubbio positiva, e vorrei che fosse più diffusa! Mi interessa notare la varietà di gusti e di giudizi tra i membri di una giuria.

Hai avuto modo di leggere gli altri testi in concorso? Qualcosa ti ha colpito particolarmente per la valenza tecnica o l’idea?

Ho letto quasi tutti i racconti pubblicati sull’e-paperback e posso dire che il mio preferito è La fine del viaggio, il secondo classificato della sezione horror. Grande idea e finale sorprendente, come molti giurati hanno concordato!

Vorremmo che tu da vero scrittore ci fornissi in conclusione un tuo autoritratto, fedele, costituito da poche vigorose pennellate. A te la parola…

Ora mi mettete in difficoltà, dato che detesto parlare di me…non avete per caso una domanda di riserva??

Ti ringraziamo per la graditissima collaborazione e speriamo di averti spesso tra noi nelle prossime iniziative e ti auguriamo il migliore successo che tu possa desiderare. Chissà che non ci si incontri, una volta o l’altra, sullo scaffale di una libreria mentre ci guardi sorridente dal risvolto patinato di uno dei tuoi libri?
Sono lusingato…quale migliore augurio per un aspirante scrittore? Grazie a voi!

Sabina Marchesi

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