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L’ultima Estate – Cesarina Vighy

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Pagg. 190 Euro 18 Fazi Editore
 
In un’epoca in cui “trionfa” una letteratura disimpegnata che ha abdicato al proprio ruolo che resta quello di trasmette emozioni, fa piacere leggere questo libro con il quale esordisce, all’età di 70 anni, la scrittrice veneziana. Un libro autobiografico, scritto in prima persona dove la protagonista, alter ego della scrittrice, è Zeta, affetta dalla Sla, una rara malattia neurologica con la quale la scrittrice é  stata ed è attualmente  costretta a confrontarsi. L’ultima estate è un libro che descrive minuziosamente la malattia, le difficoltà fisiche e mentali che comporta (come il percorrere il lungo corridoio della casa romana) Riaffiorano i ricordi dell’infanzia vissuta a Venezia, le bombe della guerra, il primo fidanzato, la figlia nata fuori dal matrimonio, storie personali e private  che si intersecano con la storia collettiva (il rapimento di Aldo Moro, il femminismo, il percorso psicanalitico compiuto da Zelta). La scrittrice riesce ad amalgamare vicende private e pubbliche anche se il tema principale del libro  rimane il dolore, la malattia, la sofferenza di una vita che viene accettata anche se Zelta rifiuterà, con il passare degli anni,  ricoveri e cure mediche convinta che la Sla ha un proprio decorso inarrestabile. E’ un libro dove la Vighy non concede spazio né alla retorica, né tanto meno alla pietas,  che si avvale di una scrittura fredda, razionale, a tratti ironica come quando descrive i XIII comandamenti della malattia. che l’ha colpita. Ogni pagina di questo romanzo autobiografico emana sofferenza, angoscia,  ma la scrittrice lascia aperto uno spiraglio, anche se labile, alla speranza di una guarigione se non per se stessa, per chi è colpito da questa malattia. Esprime giudizi negativi nei confronti dei medici e delle strutture ospedaliere e si rifugia in queste pagine,  che rappresentano una sorte di catarsi liberatoria, un atto di coraggio nel descrivere la malattia che l’assilla forse convinta che, come afferma la scrittrice Melania Mazzucco “la letteratura, pur  votata all’inevitabile fallimento , è l’unica cosa che consente di sopportare questa perversa follia che è  la vita”: Bene ha fatto la scrittrice veneziana a dare alle stampe questo romanzo che regala al lettore forti  emozioni, lo fa riflettere sull’importanza della salute, sui problemi delle persone ammalate. Il libro è uno dei finalisti al premio Strega di quest’anno. Ha tutte le carte in regola per vincerlo.

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