KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

TwentyFourSeven

2 min read

TwentyFourSeven

Se un regista giovane e alla prima esperienza con un lungometraggio ha a disposizione una carta vincente come la partecipazione di Bob
Hoskins, non può certo permettersi di sprecarla. Con “Twentyfourseven” l’inglese Shane Meadows gioca bene tutte le sue carte, dall’ottimo
Hoskins, all’intensa sceneggiatura scritta insieme con Paul Fraser, al bianco e nero che ammanta tutta la pellicola del sapore di una fiaba moderna.
Bob Hoskins interpreta Alan Darcy, un originale sognatore che non riesce più a sopportare la vista di quei ragazzi che per 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana non fanno assolutamente nulla se non cadere pigramente nelle tentazioni della squallida vita di un insignificante paesino di periferia. La sua ostinazione si traduce nella decisione di rimettere in piedi un boxing-club e coinvolgervi i ragazzi, anche costringendoli. L’idea nasce, cresce e funziona.
All’interno del “Club 101” lo sfigato della compagna può permettersi di stendere il bullo ed il ciccione diventa addirittura il braccio destro di Darcy. Ognuno di loro, Darcy compreso, si sente più sicuro dentro al “101” perchè fuori c’è la solitudine, la droga o il pub, ormai diviso fra i sostenitori del club e gli altri. Il club vive la sua (unica) serata di gloria quando si organizza una serie di incontri fra i propri membri, animati da buone intenzioni ma comici nei risultati, ed un club semiprofessionistico di un paese vicino. Gli
“101 Warriors” sono veramente improvvisati, ma dalla loro c’è il trascinante entusiasmo del pubblico che si traduce addirittura in qualche risultato; l’irriducibile tossicodipendente dimostra di poter fare qualcosa di buono, il magrolino tira qualche bel pugno ma è nell’ultimo incontro che le tensioni accumulate fuori dall'”101″ si sfogano tanto improvvisamente quanto violentemente.
Siccome ho letto che fortunatamente questo film sarà distribuito anche in Italia non vi svelerò assolutamente nulla del finale. L’ottima sceneggiatura ed una regia accurata e delicata rendono perfettamente visibili tutte le facce di Darcy, il vero protagonista del film. Darcy
è il catalizzatore dei desideri, delle speranze e della rabbia di ognuno dei suoi compaesani e di ognuno degli spettatori. Darcy è gentile ma non riesce a far innamorare una ragazza forse troppo più giovane di lui, Darcy è disponibile ma qualcuno ne è invidioso. E’ facile identificarsi in Darcy perché lui vede quello che vedono tutti ma la differenza è nel fatto che Darcy e i suoi ragazzi agiscono dopo avere perso troppo tempo.
E’ facile capire che i protagonisti della storia raccontata da Meadows hanno un forte senso della comunità ma prima che Darcy suoni la sveglia ancora non lo sanno. “Twentyfourseven” riporta in piccolo tutte le caratteristiche della società metropolitana comprese le contraddizioni che qui decreteranno la fine del “101” di Alan Darcy, più in grande il fallimento di un ceto, di un’idea o di un’utopia.

Michele Benatti

Commenta