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Fuochi D’Artificio

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Fuochi d’artificio

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Regia:        Leonardo Pieraccioni
Interpreti:    Leonardo Pieraccioni, Vanessa Lorenzo,
Massimo Ceccherini, Barbara Enrichi,
Claudia Gerini
Sceneggiatura:    Giovanni Veronesi,
Leonardo Pieraccioni
Fotografia:    Roberto Forza
Produzione:    Cecchi Gori
Distribuzione:    Cecchi Gori
Durata:        1 e 35′
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Terza opera di Leonardo Pieraccioni, “Fuochi d’artificio” è il fenomeno dell’attuale stagione cinematografica italiana. Il regista ripropone un po’ stancamente la formula felice che ha fatto il successo del “Ciclone”. L’interprete principale è lo stesso autore che ha il ruolo di un trentenne confuso alle prese con le donne e alla ricerca della compagna della sua vita. Il tema dell’amore, della conquista dell’amore e del rapporto di coppia muove tutta la storia, con personaggi che assomigliano più a pupi siciliani mossi da forze sconosciute che ad uomini veri e propri con proprie capacità decisive.
Apprezzabili sono alcune fortunate trovate che suscitano l’ilarità dello spettatore nonostante questa pellicola perda un po’ di terreno, proprio per la mancanza di freschezza e d’innovazione che avevamo apprezzato nei lavori precedenti. Felice è stata, però, la scelta di
Massimo Ceccherini che interpreta il personaggio più divertente del film, con quel suo modo di fare che è forse in buona parte mutuato dal vero. In effetti, i personaggi della storia interpretano se stessi (si pensi a “Er Patata”, un pescivendolo preso dalla strada e inserito nel film).
E’ questa, si sa, la scelta volontaria anche se un po’ ripetitiva e limitativa di Pieraccioni e del suo sceneggiatore Veronesi. Raccontare il mondo che si osserva per la strada di una piccola cittadina o del cortile di casa senza le nevrosi dei grandi agglomerati urbani; raccontare quindi ciò che si conosce o si è vissuto direttamente.
Sicuramente con la sua comicità toscana ha contribuito a riportare in auge la commedia all’italiana, descrivendo i fatti, le persone, i luoghi di tutti i giorni, il contado, la piccola città di provincia o il piccolo quartiere (si pensi ai “Laureati”) in cui si muovono i suoi personaggi.
Privo d’implicazioni politiche, privo di sesso e parolacce, il film ha una fine prevedibile che rovina un po’ il piacere della visione. Il personaggio trovandosi in un luogo splendido accanto ad uno psicanalista cerca di indagare e giustificare le sue scelte nei confronti delle donne che lo hanno circondato e sedotto, ma è facile scoprire chi sarà alla fine la prescelta.
Un merito della storia forse è proprio quello di darci la possibilità di ritrovare noi stessi con le nostre piccole manie e i nostri tentativi a volte impacciati con gli altri e con l’altro sesso.
Pieraccioni ci ricorda l’amico jolly della compagnia, che ne ha sempre una da raccontare e che trasforma in risata qualsiasi aneddoto della vita. E’ probabilmente il suo merito maggiore, privando il cinema d’implicazioni ideologiche, fantastiche o di denuncia.
E’ comunque un altro film che si presta a serate tranquille in cui si ha voglia di ridere un po’ spensieratamente.

Beatrice Di Venosa

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