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Air Force One

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Air Force One

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Regia:        Wolfan Petersen
Id.:        USA, 1997
Interpreti:    Harrison Ford, Gary Oldman,
Glenn Close;
Dean Stockwell;
Wendy Crewson, Jurgen Prochnov
Sceneggiatura:    Andrew W. Marlowe
Fotografia:    Michael Ballhaus
Produzione:    Columbia
Distribuzione:    Buena Vista
Durata:        2h e 4′

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Diretto da Wolfang Petersen (Nel centro del mirino), “Air Force One” racconta la storia del dirottamento del prestigioso Boeing 747, utilizzato come mezzo di trasporto nei suoi spostamenti internazionali, dal Presidente degli Stati Uniti d’America e dal suo staff. Una vera fortezza volante, una Casa Bianca in miniatura, da cui
è possibile, secondo gli addetti ai lavori, comunicare con lo Shuttle o con un sommergibile nucleare: un vero e proprio gioiello d’alta tecnologia, comodità e praticità, che sicuramente occupa il ruolo di protagonista principale dell’intera storia.
La trama riprende il vecchio tema, caro agli Americani, dello scontro-raffronto, a colpi di violenze, morti e sangue, tra gli Stati
Uniti e la Russia. Questa volta, però, è solo la falange più radicale del vecchio credo politico “la Grande Madre Russia” a insorgere, tant’è vero che i presidenti delle due potenze collaborano insieme per la pace e per la cattura del famoso generale kazako Radek (Jurgen
Prochnov), un terribile terrorista nemico del governo di Mosca.
La vecchia contrapposizione è, però, in ogni caso evidente: la Russia con i suoi fasti di un tempo, le fortezze-prigioni che ricordano i ponti arrugginiti di navi abbandonate, le morsine degli alti gradi militari sulle uniformi, gli ori preziosi delle suppellettili, si distingue dall’America con la sua elevata tecnologia computerizzata, l’amore per lo sport, i valori della famiglia, della patria e della pace, incarnati quest’ultimi dallo stesso Presidente. Così non è la ragion di stato, ma la salvezza dei suoi collaboratori personali, che lo costringe a rimanere nell’aereo per affrontare i dirottatori russi, dall’accento troppo poco slavo e molto più americano o italiano nel doppiaggio. Contemporaneamente alla Casa Bianca il vice-Presidente, interpretato da Glenn Close (unica donna tra tanti uomini), dimostra di essere umana, ma con il pugno di ferro, soprattutto nel gestire sia la situazione d’emergenza sia i tentativi di sciacallaggio del
Segretario alla Difesa (Dean Stockwell) di scavalcare la gerarchia istituita per puntare alla Presidenza. Sicuramente gli interpreti di questo film si dimostrano ben all’altezza del loro nome e della loro fama; particolarmente, è chiaro che Harrison Ford è sempre avvincente nei suoi combattimenti rocamboleschi contro il nemico e Glenn Colse è sempre perfetta nel calibrare movimenti, azioni e moti d’animo.
Girato quasi tutto all’interno e intorno al mezzo aereo, ricostruito, a detta degli esperti, sul calco del vero Air Force One, senza però rilevarne chiaramente i più importanti segreti, il film ha impegnato ben due troupe, anche se alcune scene sono evidentemente realizzate al computer.
A mio parere non è però un film ricco di grandi colpi di scena da far arrestare il fiato. Sicuramente apprezziamo, con un pizzico di scetticismo, le mirabolanti acrobazie del Presidente Marshall (più un
Indiana Jones in giacca e cravatta che un uomo politico). Ex-marine reduce dal Vietnam sa sempre cosa fare o tira fuori all’ultimo momento il suo asso nella manica: un tradizionale super eroe americano!
Peccato, soprattutto, non molto tempo dopo dall’inizio del film, sia scoprire il traditore della patria e del Presidente, senza tra l’altro conoscere le ragioni del suo gesto, sia avere la consapevolezza che il bene sconfiggerà il male e tutti vivranno felici e contenti. Si dimostra così “un’americanata” che soddisferà in gran parte gli amanti dei film d’azione, di cui Hollywood è sempre incredibilmente prolifica, palesando il carattere d’invincibilità, potenza e quasi d’immortalità, che spesso vuole dare di sé, erroneamente a mio parere, una buona fetta del cinema e della società americana.

Beatrice Di Venosa

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